Ecco Fratello Metallo, evangelizza con l’heavy metal

La musica heavy legata al satanismo? “Neanche per sogno, anzi, è agli antipodi. E i metallari sono persone dolcissime”, dice lui. Lui è Frate Cesare Bonizzi, 62 anni, cappuccino che vive presso il convento di Musocco, nei pressi di Milano. Ed ha scelto un modo particolare per diffondere il Verbo di Dio: l’heavy metal.

Fratello metallo“, così si fa chiamare nel mondo del metal. E nel suo sito si definisce “Cappuccino predicantore“. “Grazie alla musica avvicino i giovani a Dio”, dice di sè stesso. Dal 1992, quando scoprì questa musica durante un concerto dei Metallica, ha messo insieme ben 16 album e preso parte ai più famosi festival rock.

Domenica 29, il farate dalla lunga barba bianca, saio d’ordinanza e chitarra elettrica a tracolla, suonerà al “Gods of Metal” di Bologna, sullo stesso palco di mostri sacri del genere come Judas Priest, Yngwie Malmsteen e Morbid Angel.

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“Cry”, il ritorno dei Novecento

Premessa doverosa. Chi scrive non ama troppo i gruppi o gli artisti italiani che cantano in inglese, preferendo che si facciano portatori della musica italiana cantando nella nostra lingua. Tuttavia è evidente che l’inglese, ormai nuovo esperanto, sia importante per farsi capire da tutti. Dovrebbe esserlo un pò meno per il mercato, che non è disposto – sbagliando – ad investire su chi canta magari in lingue ritenute meno “commerciali” di inglese, francese, spagnolo o italiano.

Detto questo, fa piacere enormemente salutare il ritorno di una delle band italiane migliori degli ultimi tempi, i Novecento. Pino, Lino e Rossana Nicolosi (con Dora Carofiglio alla voce) tornano in vetta alle classifiche dopo un decennio, dopo aver solcato la scena per tutti gli anni’80 e buona parte dei ’90 (da qui anche il loro nome).

Cry” è un brano dalle atmosfere forti, che si fa piacere, dal sound che mescola pop e rock. Ci sono dentro tutte le influenze della loro carriera e della loro recente svolta verso la produzione. Con la loro etichetta, la Nicolosi, infatti, hanno allacciato contatti con le più grandi major inglesi ed americane e con artisti come Billy Cobham, Sting, GKB, Billy Preston, Stanley Jordan.

Fa piacere soprattutto sentire che 24 anni dopo Movin’on, il singolo che li lanciò, hanno ancora voglia di fare dell’ottima musica. Speriamo di risentirli cantare anche in italiano. L’ultimo brano nella nostra lingua, “Sogni che ritornano“, risale al 1998. Qui c’è il loro sito.