Se n’è andato a soli 59 anni, in sordina, come l’ultima parte della sua carriera. Stefano Rossi, in arte Stefano Rosso, è scomparso lunedì sera a Roma. I più giovani non se lo ricordano, ma è stato uno dei cantautori più acuti del panorama italiano degli anni ’70 ed ’80.
Schierato politicamente – non a caso cambiò il suo cognome – ha combattuto battaglie sociali con la musica (non tutte condivisibili) ma ha denunciato con la stessa equità nei confronti di ogni colore politico, i mali della nostra società.
Lanciato dalla mitica “Una storia disonesta” (cliccate sul titolo), resa celebre dal ritornello “Che bello, due amici, una chitarra uno spinello“, rivoluzionario per il 1977, nel 1980 andò persino a Sanremo con il brano “L’italiano” (che trovate in alto). E Mia Martini incise la sua canzone “Preghiera” (qui il testo).
Fu rivoluzionario anche nella vita. Lasciò la musica per arruolarsi nella legione straniera e solo di recente era tornato a suonare live e fare dischi. L’ultimo è uscito da poco, si chiama “Piccolo mondo antico”. Sul suo myspace, tanti i messaggi di ricordo.
Intanto, Giordano Sangiorgi, organizzatore del Meeting delle Etichette Indipendenti ha annunciato che nel corso della prossima manifestazione, sarà assegnato un premio alla memoria di Rosso ad un giovane artista emergente.
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