Se c’è una che va inserita a pieno titolo nell’Eccellenza della musica contemporanea è Enya, all’anagrafe Eithne Patricia Ní Bhraonáin, 47 anni da Donegal, Irlanda. Cantante, musicista, compositrice e probabilmente in questo momento la maggior portavoce della musica gaelica e della lingua celtica nel mondo.
Il suo album “And the winter came“, uscito dopo parecchi anni di silenzio, ha già venduto un milione e quattrocentomila copie in giro per il mondo e si capisce perchè. Suoni di una dolcezza straordinaria, motivi dai quali lasciarsi trasportare, dove l’esecuzione vocale ha un ruolo marginale e quando viene esaltata è solo perchè il testo ha una marcia in più.
In alto trovate “Trains and winter rains”, una delle dodici tracce di questo lavoro che mescola i suoni celtici alla tradizione cristiana e cattolica. Inni cristiani riarrangiati in chiave celtica o semplicemente canzoni a tema spirituale con arrangiamenti tipici dell’Irlanda. Dieci sono composizioni originali, altre due sono molto particolari: “O came Emmanuel” è un adattamento, cantato metà in latino e metà in inglese, basato su testi biblici e sulle antifone del periodo di Avvento.
L’altra traccia molto particolare è invece “Oiche chuin”, una corale in lingua gaelica, riadattamento di un brano inciso nel 1988: di fatto riconoscerete la versione gaelica di “Silent night”. Quello che trovate sopra è il primo dei due singoli ricavati dall’album. Il secondo, ancora più bello a livello strumentale è “White in the winter night“. Ma vi invito ad ascoltare anche “Journey of angels”. Tutto molto bello. Che si fa apprezzare da tutti, anche da chi non crede ma ama soltanto la bella musica. Perchè può essere moderno anche qualcosa di assai diverso dal pop. Ancora Buon Anno.
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