Il nostro viaggio all’interno della musica dei vari paesi europei si chiude sul Caucaso, con Georgia, Armenia e Azerbaigian. Sotto, la copertina, poi cliccate dove previsto per ascoltare i brani.
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Copertina d’obbligo per la più bella voce georgiana. Lei si chiama Katie Melua e da tempo vive in Gran Bretagna anche se non rinnega le sue origini georgiane: “If you were a sailboat” accompagna l’album “Pictures” che ha avuto grande successo in tutta Europa. Vi invito a sentire anche la bellissima “Nine million bycicles“.
Ma il vero fenomeno potrebbe diventare in breve Tusia Beridze, faccia d’angelo e grande atmosfera: ascoltate qui “Wound” e “Size and tears“, Se amate invece il rock vi invito ad andare sul myspace dei Post Industrial Boys ed a sentire “Think”. La voce di Leila Tsurtsumia è invece famosa anche negli States (qui “Mimd Gimgero Isev“).
Capitolo Eurofestival. La Georgia è entrata in gara solo nel 2007, quando debutto con la sofisticatissima “Visionary dream” di Sopho Kalvashi. L’anno scorso invece toccò le corde dell’emozione con il canto di pace di Diana Gurtskaya, non vedente e la sua “Peace will comes” (qui trovate invece una sua versione di “Solo noi“ in duetto conToto Cutugno).
Il punto di contatto fra Azerbaigian e Georgia è Manana, nata in Georgia ma divenuta azera. La sua “Senden Ayri” è molto interessante. Fra le stelle del pop azero va senz’altro annoverata Roya (qui “Ayrilq Olmayaidy“), ma ha buon successo anche Brilliant Dadashova (qui l’ultima “Aklin sende Kaldi“). E occhio all’attrice e modella Aygun Kazimova (qui “Yene tek“)
Quanto all’Eurofestival, la tv azera ha debuttato nel 2008 con uno scoppiettante numero, costato parecchi soldi, che ha fruttato un ottavo posto. Elnur e Samir, cantavano “Day after day”, del quale potete ammirare la performance a Belgrado.
La musica armena prende invece varie strade. Contestatissimi sono i System of a down, band armeno-americana di alternative metal, che sono impegnati nella lotta per far riconoscere il genocidio armeno da parte del Governo Usa e di quello turco. Qui c’è il brano “Hypnotize“.
Ancora più impegnato il solista del gruppo Serj Tankian che nel video di “Empty walls“, che accompagnava l’album “Elect the dead” si vedono bambini che giocando ricostruiscono le scene della caduta delle Torri Gemelle, delle torture di Abu Grahib e il video si chiude con il passaggio di un feretro coperto da una bandiera americana. Ne riparleremo.
Molto più leggera la musica di Sofi Mkheian (qui “Vortex Gntem“), di Silva Hakobyan con la bella “I like” (premiata agli armenian awards), di Christine Pepelyan., della quale ascoltiamo “Kes Hamar” e degli Armenchik (qui “Havatem te che“)
L’Armenia è legata all’Azerbaigian dal fatto che l’artista che rappresentò la repubblica caucasica nella prima apparizione all’Eurofestival, datata 2006 era proprio azero. Si chiamava Andrè e portò “Without your love“. Visti i rapporti fra armeni ed azeri, anche per la vicenda del Nagorno Karabakh, non fu facile da digerire.
Nel 2007 toccò alla ballata di Hayko, “Anytime you need“. L’anno scorso invece, sfiorò il podio, che avrebbe meritato, con la bella Sirusho che cantava la multietnica “Qele qele“, che trovate sotto e con la quale vi lascio.
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