Ecco il video di “Evoluzione genetica”, nuovo singolo dei sammarinesi Miodio

Altro gruppo finalista a Sanremofestival.59, secondo noi quello che meritava di vincere, anche per il loro sound particolare. I Miodio, band sammarinese, abbiamo imparato a conoscerla per la loro partecipazione in rappresentanza del Titano all’ Eurofestival 2008.

Questo brano, “Evoluzione genetica” fa parte dell’album che Nico Dalla Valle e i suoi compagni hanno finito di registrare da un pò ed è anche un singolo. A noi piace molto il loro stile.

Viene da chiedersi però come fanno i giovani ad emergere se a Sanremo li fai cantare solo se hanno lo sponsor e comunque dopo mezzanotte e se in tv spazi di sfogo non ne hanno. 

L’album dei Miodio è pronto da un pò ma rischia di uscire solo all’estero, dove hanno un discreto seguito, ma non in Italia, perchè pochi hanno il coraggio di investire sugli emergenti.

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Eurofestival 2009, le canzoni in anteprima: “Nesto sto ke ostane” dei Next Time (Macedonia). La Georgia a rischio squalifica

Dopo aver deciso all’ultimo minuto la partecipazione per via dei problemi economici della tv di stato, la Macedonia ha scelto di andare all’Eurofestival il prossimo maggio a Mosca, in Russia, con un pezzo lontano dai sapori etnici che di solito caratterizzano i cantanti di quelle parti. E’giù un passo avanti e già per questo meritano un plauso.

I Next Time sono una rock band di buon appeal in Macedonia e questa “Nesto sto ke ostane“, tradotto in inglese con “Sometimes that will remains” è un rock abbastanza energetico. E’cantato in macedone e questo in un contesto generale può essere uno svantaggio. Però va considerato che i macedoni non sono in grado attualmente di ospitare la manifestazione e dunque non puntano a vincere.

GEORGIA A RISCHIO SQUALIFICA – Sembrava risolta nel modo migliore la vicenda della partecipazione della Georgia all’Eurofestival che quest’anno, come è noto, si svolgerà a Mosca, in Russia. Prima il rifiuto a seguito dei tragici fatti della guerra civile nell’Ossezia del Sud, poi la vittoria al concorso per ragazzi grazie ai voti russi e la decisione di tornare in gara.

Adesso la Georgia rischia la squalifica. Motivo? Il titolo della canzone. “We don’t wanna put in“, degli Stephane &3G è stato letto dagli organizzatori russi come un gioco di parole sotto il quale si nasconderebbe “Noi non vogliamo Putin“, on un chiaro riferimento all’ex presidente russo, ora primo ministro, principale artefice della questione osseta.

“La canzone goergiana è immorale e offensiva nei confronti del nostro Paese. Cose come queste lanciano un’ombra su tutta la competizione. Il nostro festival è un evento di pace. Al contrario, qualcuno vuole utilizzare delle canzoni per sobillare ulteriormente gli animi”, hanno detto gli organizzatori russi. Sta adesso all’Eurovisione decidere, anche alla luce del fatto che i georgiani non vogliono modificare la canzone. Sembra però difficile una loro squalifica.

Anche alla luce del precedente del 2007: i Teapacks, rappresentanti di Israele erano stati praticamente esclusi perchè nella loro “Push the button” si faceva riferimento (stavolta chiaro) all’arsenale nucleare dell’Iran (il regolamento prevede che non si parli di politica nei testi). Tuttavia restarono in gara a furor di popolo dopo una campagna stampa imponente a loro favore. Stavolta, con un riferimento solo sfiorato e solo nel titolo, sembra difficile che possano essere presi provvedimenti.

L’ultimo caso di squalifica è quello, ancora in corso, comminato nel 2005 al Libano (paese non europeo ma aderente al consorzio continentale delle tv pubbliche): il paese nel 2005 è stato estromesso da quella edizione e per le quattro successive (dunque esattamente sino al 2009) perchè si rifiutò di mandare in onda il brano di Israele, stato che come noto, non riconosce.

Brit Awards, trionfa Duffy. Le Girls Aloud per il singolo dell’anno

Ne parliamo con colpevolissimo ritardo, e ce ne scusiamo, non è nel costume di questo blog,. Ma travolti dal ciclone Sanremo, adesso recuperiamo un pò terreno. Dopo gli oscar spagnoli e quelli francesi (non ufficiali) c’era grande attesa per i Brit Awards, gli Oscar della musica inglese, che solitamente tastano un pò il polso alle produzioni internazionali.

Trionfo per la gallese Duffy, che si porta a casa tre premi, battendo i Coldplay, cui non basta il successo del loro album “Viva la vida or death and all his friends“: sono rimasti a secco. Si segnala il successo delle Girls Aloud, girl band popolarissima in Gran Bretagna e che fa delle ottime cose e che tuttavia fa fatica a varcare i confini britannini. Sopra, vi proponiamo “The promise”, eletto singolo inglese dell’anno dai lettori del Sun e dalle radio. Sotto, nel dettaglio, tutti i vincitori.

MIGLIOR ARTISTA UOMO SOLISTA: Paul Weller
MIGLIOR ARTISA DONNA SOLISTA: Duffy
NOVITA’ INGLESE (votata dagli ascoltatori di BBC Radio 1): Duffy
MIGLIOR GRUPPO BRITANNICO: The Elbow
MIGLIOR ESECUZIONE LIVE BRITANNICA (votata dal pubblico di BBC Radio 2 e dal pubblico tramite il sito del premio): IRON MAIDEN
MIGLIOR SINGOLO BRITANNICO (votato dai lettori del Sun e dl pubblico delle radio locali): “The Promise” delle Girls Aloud
MIGLIOR ALBUM: “Rockferry” di Duffy
MIGLIOR ARTISTA SOLISTA INTERNAZIONALE UOMO: Kanye West
MIGLIOR ARTISTA SOLISTA INTERNAZIONALE DONNA: Katy Perry
MIGLIOR GRUPPO INTERNAZIONALE: Kings of Leon
PREMIO DELLA CRITICA: Florence & The Machine
PREMIO SPECIALE PER IL CONTRIBUTO ALLA MUSICA: Pet Shop Boys
PREMIO AI PRODUTTORI: Bernard Butler per “Rockferry” di Duffy

Eurofestival 2009, le canzoni in anteprima: “This is our night” di Sakis Rouvas e “Illusion” di Krassmir Avramov (Bulgaria)

La Grecia è stato il primo paese a designare il cantante per l’Eurofestival. Sakis Rouvas, stella del pop greco, già sul podio nel 2004 e conduttore dell’edizione svoltasi nel Pireo nel 2006 dopo la vittoria di Helena Paparizou, ha una sola missione: riportare la manifestazione sul Mar Egeo. E il brano che porta, “This is our night” si inserisce nel solco della musica internazionale.

Niente suoni balcanici, solo ritmo, energia e tnta grinta. C’è chi snobba la manifestazione, come l’Italia e chi manda il meglio: è come se noi portassimo un campione di vendite e delle classifiche, per fare un paragone. Sakis Rouvas è da podio, attenzione. Se non arriva almeno terzo quando torna in Grecia rischia l’impalazione, un pò come Dima Bilan per la Russia l’anno scorso, dato che la tv greca l’ha spedito a Mosca di forza. Ma già Kalomira nel 2008 è arrivata terza, stavolta vogliono di più. Può farcela, ha i mezzi.

Di nuovo pista dance per la Bulgaria, ma stavolta, rispetto all’anno scorso siamo su sonorità più contemporanee. L’anno scorso all’Eurofestival portarono Deep Zone Project & Dj Balthazar, con l’ipnotica “Dj take me away”, su melodie anni ’80, che piacquero ai critici meno al televoto europeo, che negò loro l’accesso in finale in favore di canzoni molto peggiori.

Stavolta le selezioni bulgare sono state vinte da Krassimir Avramov, che porterà sul palco di Mosca “Illusion“. Dance, come si diceva, ma in questo caso il pubblico che vota (che è molto più giovane di quello che vota a Sanremo) dovrebbe gradire meglio. A noi piace meno, era meglio quella dell’anno scorso, ma la nostra passionaccia per gli anni’80 ci condiziona.

“La forza mia” di Marco Carta è già disco di platino (vi regaliamo un brano)

Possiamo avere opinioni più o meno positive su un cantante o su una canzone, ma le notizie, quando sono belle, vanno comunque celebrate. Allora eccovi un regalo. Sopra trovate “Vorrei tenerti qui”, tratto da “La forza mia” l’album di Marco Carta, vincitore dell’ultimo Festival di Sanremo.

Il motivo del regalo è che il giovane sardo ha già vinto il disco di platino (limite che in Italia vale 70mila copie, circa la metà della Germania e 30mila meno della Francia, ma è pur sempre tantissimo) per l’album uscito in coincidenza con Sanremo. Il traguardo è stato raggiunto in soli quattro giorni e il premio è stato consegnato a Carta da Maria De Filippi durante la sua ospitata di mercoledì scorso.

Per Carta è il secondo disco di platino dopo quello vinto da “TI rincontrerò” (che aveva vinto anche quattro dischi d’oro) e dopo il disco d’oro (30mila copie) dell’album live. Era diverso tempo che un vincitore di Sanremo non prendeva il disco di platino per il lavoro seguente alla partecipazione al Festival, ma forse il premio Carta l’avrebbe vinto lo stesso, visto l’ottimo appeal fra i giovani.

 

Eurofestival, le canzoni in anteprima “Fairytale” di Alexander Rybak (Norvegia) e “Et Cetera” di Sinead Mulvey & Black Daisy

Eurofestival 2009, tocca alla Norvegia, che ha visto vincere il proprio concorso di selezione, il Melodi Grand Prix, da un artista straniero. Il che non gioverà probabilmente ad uno stato per tradizione molto forte anche per i suoi ritmi pop.

Fairy tale”, del bielorusso Alexander Rybak, sarà la canzone della Norvegia, un pop infarcito di suoni etnici, nel quale il violino si mescola agli strumenti tradizionali. Bello a sentirsi ma non di grande appeal, almeno all’inizio.

Possiamo invece parlare di risveglio dell’Irlanda. Dopo due anni a fondo che hanno visto il fallimento della deriva celtica con i Dervish (a noi piacevano però) e il fiasco annunciato del progetto che stav dietro al pupazzo di pezza stella della tv irlandese, il tacchino Dustin, tocca finalmente al bel rock energetico di Sinead Mulvey e Black Daisy, con “Et Cetera”. Una bella svolta. L’Irlanda, dominatrice degli anniì’90, così agguerita  mancava da un pò.

Ecco finalmente il video di “Buongiorno gente” di Ania, la vincitrice di Sanremofestival.59

Finalmente eccolo qua. Concluso il contest, è arrivato in rete il video, invero molto artigianale, di Ania, la giovane napoletana che ha vinto Sanremofestival.59. Il brano è “Buongiorno gente”, cantato davvero con buona grinta. Una vittoria che forse – lo mettiamo come inciso vista la ridotta visibilità del concorso, lancerà la carriera di questa ragazza che dal 2006 canta e scrive canzoni.

Un myspace molto vivace, che trovate qui e un sito ufficiale molto ben organizzato, tra i suoi traguardi sinora ci sono diverse esibizioni negli Stati Uniti ed in Germania e le finali del Premio Lunezia 2001, due album dei quali l’ultimo, dal titolo “Nuda” è uscito a metà 2008 e adesso dovrebbe uscire con l’inserimento del brano sanremese.

Bel gesto di Ania che la sera dell’incoronazione sul palco dell’Ariston ha dedicato la vittoria a Valentina Giovagnini, la cantante aretina che partecipò a Sanremo nella sezione giovani e che è scomparsa poche settimane fa all’età di soli 28 anni a seguito di un incidente stradale. Cliccando qui trovate “Nuda”, il singolo che dà anche il titolo all’album. Brava Ania, bella presenza scenica, bella voce, molta grinta.

 

Eurofestival 2009, le canzoni in anteprima: “Highest heights” dei Lovebugs (Svizzera) e “Dance with me” di Adok Zoli (Ungheria)

Punta grosso la Svizzera, che decisamente vuole riportare in terra rossocrociata l’Eurofestival 21 anni dopo la vittoria di Celine Dion. Dopo il fiasco di Meneguzzi l’anno scorso, quest’anno la scelta è caduta sui Lovebugs, gruppo pop dall’esperienza decennale.

“Highest Heights”, si fa ascoltare, è molto radiofonica e potrebbe passare benissimo sulle nostre emittenti. Brano pop tendente al rock, con cui il gruppo proverà ad intercettare il pubblico di tutti i paesi. Ricordiamo che quest’anno gareggia la tv di lingua tedesca.

Meno bello il brano dell’Ungheria, ma bisogna capire i poveri magiari, costretti a cambiare per la terza volta la scelta, prima perchè il motivo designato non rispondeva ai canoni del festival in termini di uscita nei negozi (troppo presto rispetto al massimo designato) e poi perchè la seconda scelta ha prima accettato e poi rifiutato.

Tocca dunque ad Adok Zoli, uno dei protagonisti della musica dance dell’Ungheria, portare sul palco di Mosca un motivo all’insegna del movimentoe del ritmo: “Dance with me” piacerà parecchio agli amanti del tunz tunz, molto meno a noi.

“Non ti aspettavo”, Nevio Passaro duetta con Gabriella Cilmi

Un italiano al cento per centro stabilito da tempo in Germania e una italiana di famiglia nata  e cresciuta in Australia. Nevio (all’anagrafe Nevio Passaro), mamma tedesca e paà campano e Gabriella Cilmi, quella del successo “Sweet about me“.

Due voci interessantissime unite in questo duetto, metà in italiano e metà in inglese, dal titolo “Non ti aspettavo”. Non è il video ufficiale, che purtroppo non ci fanno postare, però tanto basta per godersi la canzone, bellissima, che si trova nell’album “Due” di Nevio, fresco di uscita. Tutto molto bello. Dopo una settimana di parole, spazio alla musica.

X factor 2, settima puntata, esce Andrea. I nostri giudizi

482f6df31efec_normal3X factor 2, settima puntata esce Andrea. Verrebbe da dire era ora. Stavolta il verdetto dei giudici, che fa seguito a quello del pubblico che lo aveva mandato in ballottaggio con Noemi. Impossibile mandare a casa quella ragazza dalla voce potente, soprattutto se messo a paragone col monotematico e stonatissimo amante di Bob Marley, così amante da esibirsi tre volte nella stessa puntata con brani del geniaccio giamaicano.

Nuova sfida fra tre esordienti, entra Chiarastella, se l’è decisamente meritato. Ne parliamo sotto. Nota a margine: per la prima volta gli autori di X Factor fanno ammenda per una eliminazione. Ambramarie, uscita la scorsa settimana canta con James Morrison il brano che solitamente lui esegue con Nelly Furtado. Non era mai successo prima, è probabilmente la consacrazione musicale della ragazza lombarda. Sotto, i nostri giudizi sulle esecuzioni.

OVER 25
MATTEO BECUCCI – “Broken wings” dei Mr Mister

E’magico, non c’è niente da dire. Viene da chiedersi dove fosse stato fino adesso visto che lo scopriamo soltanto a 38 anni. Diremmo che è la voce migliore di X factor, anche più di quella di Daniele perché la sua è molto più larga e modulabile. E’il nostro preferito, perché sinora ha cantato quasi sempre benissimo ogni cosa regalando grandi emozioni. Semplice, leggero, senza sbavature, completo anche come artista.

ANDREA – “I shot the sheriff” di Bob Marley e “Get up stand up” di Bob Marley
Versione funky. Lui storce la bocca, vuole cantare il reggae e solo quello. Andasse a farlo da un’altra parte. Qui si canta quello che ti danno. Possibilmente anche bene, ma lui non vuole capirlo. Esecuzione discreta, senza stonature stavolta. Sopperisce con la teatralità a doti canore modestissime, quasi nulle. Canta finalmente quello che gli pare al ballottaggio e poi Bob Marley pure acappella. Non se ne puo più. Per fortuna, non lo risentiremo, il programma ne guadagna senz’altro.

NOEMI – “Il Paradiso” di Patty Pravo e “I heard it into a grapewine” di Marvin Gaye.
Primo brano nella versione dei Lombroso, band con la quale collabora Morgan. Questa ragazza è brava davvero, pure col rock. Dicevamo agli inizi che non aveva ancora espresso il suo meglio, non ci aveva fatto capire la sua personalità. Adesso sta venendo fuori piano piano. Molta energia, molta grinta. Nelle ultime puntate è quella che è cresciuta maggiormente e dunque buttarla fuori sarebbe stato un delitto. Molto bene anche al ballottaggio sul brano di Marvin Gaye, Zucchero a cappella davvero sublime.

ENRICO NORDIO – “La cura” di Franco Battiato
Ormai non ci sono più parole per definirlo. Con Matteo Becucci è il migliore perché riesce sempre a dare atmosfera ad ogni brano. Dopo “Impressioni di settembre” aveva un’altra prova difficile, l’ha superata davvero alla grande. Un talento davvero.

16-24 ANNI
DANIELE MAGRO – “Black & Gold”di Sam Sparrow

Gli danno sempre gli stessi brani, inteso come lo stesso genere musicale. Non è giusto. Bravo è bravo, l’abbiamo detto. Tecnicamente è il migliore ed anche quello che ha più margini di crescita. Ma così continuano a non metterlo in gioco. Dargli una volta una canzonetta per vedere quello che sa fare no? Della serie: ti piace vincere facile…

YURI MALGIOLO – “Viva la vida” dei Coldplay
E’il più moderno e contemporaneo di quelli che sono dentro al programma, anche un po’ per formazione musicale.e un brano come quello che ha eseguito forse lo avrebbe potuto cantare solo lui. Vorremmo vederlo confrontarsi prima di tutto su un brano italiano e poi su un pezzo più impegnativo: su brani “leggeri” – anche se di spessore – come questo si trova benissimo.

GRUPPI VOCALI
FARIAS – “Diamante” di Zucchero

Molto corale, arricchita perché le quattro voci prendessero il posto dell’interpretazione solista originale. Hanno cantato molto bene perché questo genere di esecuzioni nelle quali le voci si sovrappongono anche in passato li ha valorizzati, facendo guadagnare loro punti rispetto alla media delle loro esibizioni. Però restiamo del nostro parere: sono più da piano bar di alto livello,  il cosiddetto X Factor non ce l’hanno.

THE BASTARD SONS OF DIONISO- “Shiny happy people” dei R.E.M.
Qui siamo all’opposto rispetto a Noemi. Loro sono quelli che sono migliorati di meno. Anzi, non sono migliorati per niente. E nemmeno peggiorati. Sono sempre gli stessi. Cantano bene, non si danno delle arie, sono sinceri, leggeri, umili, tengono bene la scena. Soprattutto non si prendono sul serio. Si impegnano tantissimo, ma probabilmente hanno raggiunto il loro limite. Possono anche restare dentro sino alla fine e in fondo non demeritano perché nonostante quanto detto sopra riescono a farsi piacere: questo è una dote rara.

ASPIRANTI

JOHN FROG – “Paradise City” dei Guns ‘n Roses
Bravi, non c’è che dire, ma la sensazione – della quale non avremo riscontro – è che fossero poco portati per cantare brani diversi dalla loro estrazione. Fanno un genere molto energetico e lo fanno con stile, senza “imitare” nessuno, anche se poi l’ispirarsi a qualcuno viene naturale. Hanno vent’anni e il tempo davanti per rifarsi.

CHIARASTELLA – “Wuthering heights” di Kate Bush
L’abbiamo già sentita a Musicultura nel 2005. E a Musicultura ci vanno quelli bravi. Cantava probabilmente il pezzo più difficile (e più bello) degli ultimi trent’anni nel mondo del pop. Arrivare lassù dove arrivava Kate Bush senza stonare e senza fare fatica è sintomo di talento. Punto.

GIULIA BOSCOLO – Mix fra “Rispetto” e “Fever” di Joe T. Vannelli
Si vabbè. Lodevole il tentativo di far passare in un programma del genere le vocalist della musica dance, ma oggettivamente è una carta complicata da giocarsi per una che deve entrare nel tempio del pop. Molto glamour, molto fashion.  Ma nulla di più.