Altro fine settimana all’insegna dei galà finali per i paesi che partecipano all’Eurofestival (fra questi, vale ricordarlo, non c’è l’Italia, perché la Rai si è autoesclusa dal 1998). Anzitutto, la Polonia, che l’anno scorso ha fallito l’obiettivo arrivando in finale ma chiudendo in coda: a Mosca salirà Lidia Kopania con il brano “I don’t wanna leave“. Bella vittoria in un paese che solitamente ospita finalisti da tutta Europa, canzone molto dolce e delicata, ma in un festival che si sta spostando molto su suoni più ritmati, potrebbe fare la fine di Isis Gee, anche perché non è un brano non convenzionale che non entra subito nelle orecchie.
L’Islanda ha invece scelto Johanna Gudrun Jonsdottir con la canzone “It’s true”, che dunque succede agli Euroband, il duo dance che l’anno scorso riscosse buon successo fra il pubblico dell’arena di Belgrado, un po’ meno fra quello a casa. Da notare che ha vinto nuovamente una canzone in inglese, mentre al secondo posto è arrivato un brano nella lingua locale. Suoni completamente diversi per la canzone di quest’anno: bella voce, ottima presenza scenica e una spolverata di violini. Un classico brano pop per una canzone d’amore che scivola via lieve. Potrebbe anche piacere.
La Moldavia ha scelto Nelly Ciobanu, con una canzone etnica dal sapore patriottico dal titolo “Hora Din Moldova“. Grandi trombe, vocalizzi gorgheggi, un’allegria assolutamente trascinante. Siamo su suoni rumeni, ma del resto l’affinità linguistica e culturale fra i due paesi è nota. L’anno scorso il jazz di Geta Burlacu andò fuori subito ma ci vece venire la pelle d’oca dalla bellezza. Anche quest’anno l’eliminazione al primo turno è praticamente certa, ma sicuramente balleremo tantissimo quando si esibirà
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