Attenzione ad Israele, che con i tempi che corrono potrebbe anche clamorosamente provare a vincere l’Eurofestival undici anni dopo Dana International. La ballata “There must be another way”, cantata dalla grandissima Noa e dalla arabo-israeliana non è niente male.
Non solo. C’è l’appeal di una artista immensa come Noa che accetta di mettersi in gioco e di farlo con una cantante di origine araba, in una canzone che parla di pace e del rapporto delicato che c’è fra israeliani e palestinesi. E’facile immaginare che le reazioni da una parte e dall’altra saranno complicate. Ma questo brano può andare lontano.
Attenzione anche al duetto multietinico dell’Azerbaigian. Alla seconda partecipazione, l’anno scorso al debutto fecero un ottimo ottavo posto con un brano inascoltabile, quest’anno invece puntano forte.
Sapevamo già i cantanti: lei si chiama Aysel Teymursadze ed è una giovane azera che ha studiato canto e pianoforte negli Stati Uniti, dunque ha una formazione occidentale. Lui è Arash, iraniano ormai da tempo trapiantato in Svezia, autore di uno dei tormentoni estivi del nord ed est europa, vale a dire “Suddenly” (ne avevamo parlato). Il brano, scritto dallo stesso Arash è “Always”. Molto bello NOTA A MARGINE: all’Eurofestival avremo un’israeliana, una palestinese ed un iraniano in gara. Notevolissimo
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diciamo che l’anno scorso hanno fatto molto spettacolo gli azeri
Bellissimo il brano israeliano. Non male nemmeno quello azero, che io preferisco alle urla dello scorso anno, sebbene debba ammettere che tutta la messa in scena fosse ben congeniata.
Nella finale russa han Aysel ed Arash han cantato dal vivo e non è che sia stata una gran bella esibizione.