Se pensate che Arisa sia un fenomeno da baraccone, che ce la dimenticheremo presto una volta svanito l’effetto sanremese, vi sbagliate di grosso. Arisa è una brava. Ma parecchio brava. Al di là dell’immagine da fumetto, ha una voce straordinaria ed un altrettanto eccelsa capacità interepretativa. E tante storie diverse da raccontare in musica.
L’album d’esordio, che si chiama come la canzone di Sanremo,“Sincerità” è un piccolo gioiello. Si spazia dal pop pià classico a quello più sofisticato, al jazz, al blues (in parecchie canzoni). La testimonianza che gente di talento in Italia c’è. Mancano gli spazi.
Suoni non stereotipati freschi, magari con qualche assonanza “antica” (anni’60) e una voce che accompagna dolcemente, come poche artiste sanno fare (l’ultima con questa capacità di cantastorie che ricordiamo è Grazia Di Michele).
Sopra trovate “Come è facile”, un brano che strizza l’occhio al jazz, ma ascoltate anche l’originalissima “Pensa così”, che simula cavalli al trotto. In “Te lo volevo dire” si parla d’amore lontano dai tradizionali canoni, col solito stile cantereccio. Dolce e sofisticata invece “La mia strana verità”.
Sempre in tema d’amore, un fil rouge che attraversa tutto l’album, niente male anche il ritmo di “L’uomo che non c’è“, mentre in “Io sono”, la giovane lucana racconta sè stessa: i sogni di una ragazza normale, coi valori sani che al Sud sono ancora più profondi.
A concludere vi proponiamo “Abbi cura di te”, “Piccola Rosa” (dichiarazione d’amore dolcissima) e “Buona notte”. E ovviamente c’è anche il brano di Sanremo, che nel cd è la prima traccia. Tutto molto bello, un debutto da applausi.
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