X Factor 2, nona puntata, stavolta niente danni. Escono i Farias. Verrebbe da dire finalmente, anche se come abbiamo detto, il giudizio su di loro è puramente emozionale e non tecnico: sono usciti quelli che sinora avevano convinto meno sotto questo aspetto.
Era da un po’ di tempo che viaggiavano sul filo, il ballottaggio con Enrico era una partita persa in partenza per loro. Adesso come hanno fatto per Ambramarie, meriterebbero una esibizione extra strumenti alla mano. Se non altro per premiare gli sforzi. Sotto, i nostri giudizi.
OVER 25
MATTEO BECUCCI
“Il cielo” di Renato Zero di e “Arthur’s theme” di Christopher Cross
Su Renato Zero tira fuori una versione molto d’atmosfera, ben cantata, su un brano dal testo non semplice. Arriva al cuore, è uno dei pochi che ci riesce quasi sempre. Soprattutto non si lega all’interpretazione di Zero ma riesce a renderla comunque bella, ed è un merito. L’altra è una canzone da inguaribili romantici scritta dal Maestro Burt Bacharach. Matteo conferma di saper cantare tutto al meglio. Ha ragione Morgan quando dice che il segreto del vero cantante è far ballare la gente. C’è riuscito. Se prosegue su questi livelli è tra i candidati alla vittoria finale
NOEMI
“Knock on wood” di Ike e Tina Turner e “Altrove” di Morgan
Sul brano blues viaggia facile perché è roba per le sue corde. Infatti la canta con la giusta leggerezza e si sente, perché scivola via senza fare fatica. Del resto la prova vera era quella dopo. Non è mica facile cantare una canzone di Morgan, perché lui non è uno da canzonette e nemmeno uno troppo commerciale. Bisognava dargli un tono, che smorzasse anche la seriosità del pezzo e rendesse digeribile il testo difficilissimo. Lei sdrammatizza ma allo stesso tempo dimostra di avere doti canore anche per interpretare brani molto più soft. Nettamente la migliore della serata, per i progressi che ha fatto merita la finale. Parentesi: lei è proprio bella
ENRICO NORDIO
“Tutti i miei sbagli” dei Subsonica e “Through the barricades” degli Spandau Ballet
Sul brano dei Subsonica è andato bene però va detta una cosa: i Subsonica sono quanto di meno commerciale esista. Quel brano a Sanremo fece un vero miracolo arrivando undicesimo e non ultimo come si prevedeva alla vigilia. Con un pezzo del genere era dura far presa sul pubblico perché sembri sempre disimpegnato (oltretutto nella versione originale la voce è distorta metallicamente e questo aiuta un po’). Va al ballottaggio e sceglie di affidarsi al cavallo di battaglia invece di cantare il secondo brano che era “Shout” dei Tears for Fears e poi “Questa lunga storia d’amore” di Gino Paoli. La Ventura lo salva, sarebbe stato terribile il contrario, davvero.
16-24 ANNI
DANIELE MAGRO
“Come foglie” di Malika Ayane e “Honesty” di Billy Joel
Operazione recupero, missione fallita. Gli resta solo il televoto. Troppo sicuro di sé e dei suoi mezzi, si prende troppo sul serio e invece dovrebbe ancora lavorare molto. Sul primo brano. Malika batte Daniele 100-0. Malika a Sanremo ci ha fatto sognare, l’interpretazione di Daniele era quella di uno davanti al “Canta tu”. E’la peggiore esibizione di tutte quelle di X Factor, proprio brutta. Sul brano di Joel. A noi non è piaciuto, per lo stesso concetto espresso su Enrico: con brani come questi dovresti poter fare ballare le coppie. Invece c’è sembrato voler fare il compitino senza grinta, perché non si sente di cantare brani del genere o perché si sente scosso dalle critiche. E’ bravissimo tecnicamente, ma è incredibile come non emozioni mai, ma proprio mai. Il vestito? Cameriere, una birra al tavolo cinque!
YURI MAGLIOLO
Sua versione italiana di “Beautiful” di Christina Aguilera e”Goodbye stranger” dei Supertramp
Il testo in italiano è un po’ così. Normalmente diremmo che è brutto e arruffato, ma siccome non è facile scriverlo in due giorni rispettando totalmente il senso del brano e rispettando la metrica, va apprezzato lo sforzo. Magari con più tempo andava meglio. L’interpretazione è straordinaria, di grande atmosfera. Il brano dei Supertramp è abbastanza nelle sue corde, nel suo modo di fare musica, quindi se la cava in maniera egregia. Nel complesso due brani americani, anche se uno tradotto in italiano. Aspettiamo ancora di sentirlo su qualche cosa di italiano doc. La musica sarà ben diversa e allora capiremo se merita il posto in finale che per adesso non dovrebbe toglierli nessuno, se non altro perché è uno dei pochi compositori e parolieri veri là dentro.
GRUPPI VOCALI
FARIAS
“Africa” dei Toto e “Samarcanda” di Roberto Vecchioni
Brano di una meraviglia senza pari che loro interpretano molto bene, forse sciorinando una delle migliori esibizioni da quando sono dentro, senz’altro la migliore in inglese. Purtroppo, vanno peggio sul brano dopo. Complessivamente, sulla loro linea. Ovvero. Bravi, bravissimi. Ma completamente svuotati senza l’ausilio degli strumenti (chitarre in mano danno decine di punti a tutti). Dunque assolutamente privi di X Factor, la loro interpretazione va via come l’acqua corrente. Vanno fuori. Inevitabile, sorry. Lo dicevamo da diverse puntate, prima o poi doveva succedere. Al ballottaggio cantano di nuovo “Quando nasce un amore” e poi un brano della Patagonia. E se la cavano, ma ormai è tardi.
THE BASTARD SONS OF DIONISO
“Ticket to ride” dei Beatles e”Contessa” dei Decibel
Superano agevolmente lo scoglio Beatles, semplici da cantare ma anche da sbagliare (e in quel caso l’errore pesa di più). Entrano bene nel brano e lo interpretano con la necessaria attenzione ma anche con la dovuta leggerezza. Il brano forse era sbagliato, quello si. La versione “emo” del brano punkrock di Ruggeri e dei suoi Decibel invece non c’è piaciuta proprio: brutta, troppo punteggiata, ha perso parecchio del suo fascino (il testo secondo alcuni avrebbe un doppio senso, quello letterale (la meretrice) e quello “nascosto” 1980: si dice che la “Contessa” con i suoi atteggiamenti da Diva fosse in realtà Renato Zero. Solo leggende metropolitane?) . Loro bravi, come al solito, ma stavolta l’arrangiamento non li ha aiutati (l’unica cosa originale era il triangolo), quindi bravi il doppio.
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