“Donna Ginevra”, Ginevra Di Marco esplora i suoni del mondo

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Voci del genere fa sempre piacere ascoltarle. Anche se sono ” fuori” dal grande giro commericale e se non sempre in rete si trova qualcosa. Ginevra Di Marco, fiorentina, era la voce dei CCCP di Giovanni Lindo Ferretti e ormai da diverso tempo ha intrapreso una brillante carriera solista.

E’uscito in questi giorni “Donna Ginevra”, album che segue il fortunato  Stazioni Lunari prende terra a Puerto Libre“. Un lavoro che come il precedente, va ad esplorare suoni e musiche da tutto il mondo, folk, tradizionali e classiche, riadattandole ai tempi moderni.

Si parte dai suoni bretoni di “Au bord de la  fontaine”, anno 1842, a quelli dei roma macedoni in “Usti usti baba”, a quelli albanesi in “Ali Pasha”. Per poi passare attraverso i paesi e le città della nostra Italia, con una ideale macchina del tempo.

E se la crisi delle banche è sempre attuale, visto “Il crak delle banche” è un brano di fine ottocento sullo scandalo della Banca di Roma, non mancano le curiosità. Come la traduzione in dialetto fiorentino di “Le figliole”, canto cilentano del 1700 e la macchietta napoletana “M’aggi’a curà”.

E poi la Toscana, la sua terra d’origine., che ritroviamo in”La Malcontenta”, ninnananna dal sapore amaro raccolta da Caterina Bueno nelle terre di Siena e “In Maremma” spaccato della Toscana contadina del Novecento che “emigrava” per faticare nei campi.

Infine, la grande musica d’autore italiana. “Io sì” di Luigi Tenco  e “Terra mia”, omaggio al Pino Daniele che cantava il suo profondo legame con la tradizione napoletana e il senso di libertà che ne scaturiva, fino ad arrivare a Cuba con “La Maza”, canzone scritta da Silvio Rodriguez che parla del senso della vita. Sopra, Ginevra Di Marco al Premio Tenco 2007, con “Les Tziganes” di Leo Ferrè.

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