“Siamo ancora qui”, tornano i Jalisse e raccontano la loro storia

Divisi dalla critica, amati solo da una parte di pubblico. A noi comunque piace parlare del rientro sulle scene dei Jalisse, il duo veneto che nel 1997 sbancò a sorpresa Sanremo con il tormentone “Fiumi di parole” e che con la stessa canzone ha sfiorato il podio all’Eurofestival, (qui la performance a Dublino). Il motivo è  tuttora l’ultimo brano in concorso sotto bandiera italiana  alla rassegna continentale prima del lungo inspiegabile silenzio di mamma Rai.

Siamo ancora qui”, brano presentato nella trasmissione “Millevoci”, in onda su un circuito di reti private nazionali, è il singolo 2009 estratto dall’album “Siedi e ascolta” (del 2006),  che dovrebbe fare da preludio al nuovo album, in lavorazione, che prevede la collaborazione del poeta iracheno Youness Tawfik. Il singolo – come un pò fece Little Tony a Sanremo nel 2008 – è una sorta di annuncio al pubblico del loro ritorno, con un testo che ripercorre, su una melodia delicata e più matura, le tappe della loro carriera, citando proprio Sanremo, l’Eurofestival e il Festival di Vina del Mar, cui parteciparono poco dopo, sino alle tappe recenti del loro rientro sui palchi italiani.

In realtà questo è il loro rientro discografico ufficiale, ma nel 2008 tentarono di nuovo la scalata all’Eurofestival, partecipando alle selezioni per San Marino, con il brano “Tra rose e cielo“, anche questa ispirata dal poeta iracheno, non raccogliendo però il favore della giuria (il brano fu distribuito on line). I Jalisse sono tornati, con stile e garbo, passando dalla porta di servizio, sperando di rientrare in quella principale.  Forse a suo tempo la critica li penalizzò troppo, non saranno campioni della nostra musica, ma fanno delle buone cose. E poi lei è sempre bellissima (oltrechè brava).

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“Last forever”, dalla Germania il pop adolescenziale di Kim Petras (con sorpresa)

Facciamo un gioco. Adesso leggete questa recensione fino al salto, poi prima di andare avanti ascoltate il brano. Solo DOPO leggete quello che c’è dopo il salto. Resterete stupiti. Da dove cominciamo? Ah, si, dall’artista. Kim Petras ha compiuto 16 anni a fine 2008 ed in poco tempo è divenuto uno dei fenomeni del pop tedesco.

“Last forever”, che trovate in alto, è il nuovo singolo. Un successo su Itunes ed in generale in rete, anche a dire il vero non è che il brano presenti punte di livello eccelso. Però la ragazza, oltrechè molto fotogenica ed estremamente “moderna” ha stoffa. Sa cantare, insomma, non è come tanti adolescenti sbucati fuori di recente (avete presente i Tokyo Hotel?).

Non è nemmeno questo il punto. Kim Petras può migliorare. Ha tempo e stoffa. I suoi due precedenti singoli, “Fade Away” e “Time”, dimostrano che la base c’è.  Se n’è accorto anche Fabian Görg, produttore che un giorno del 2007  ha visto su Youtube lei che cantava e l’ha fatta mettere sotto contratto da una etichetta indipendente.

Che oltretutto un inglese così fluente a sedici anni, alcuni dei nostri studenti se lo sognano. Il punto però è che Kim Petras rischia di restare schiacciata dentro al suo personaggio. E chissà se un giorno qualcuno si ricorderà di lei come cantante. Volete sapere perchè? Allora tornate in alto e ascoltate il pezzo. Poi tornate qui e cliccate dopo il salto.

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