Settima puntata del programma, trasformata da Morgan in un omaggio ai Beatles visto che ha assegnato a tutti i suoi artisti canzoni dei Fab Four, due in versione originale e due nelle cover italiani già canatate da altri artisti. Il tutto per onorare i quarant’anni dall’uscita dell’album Abbey Road. Claudia Mori sclera di nuovo, insulta il pubblico che a suo dire “non capisce niente” perchè ha sbagliato a mandare i due al ballottaggio.
Non siamo d’accordo sulla sua valutazione, pur rispettandola. Ma oggettivamente i suoi modi sono troppo burberi. Giustissima la bordata di fischi. E’già la seconda volta che va fuori di testa. La speranza è che per lei non ci sia un altro X Factor, perchè così non va bene proprio. Esce Cristiana Soriano, decisione già chiara al momento della fine delle esecuzioni. Nella terza ed ultima sfida tra aspiranti entra Giuliano Rassu, over 25, con Claudia Mori che ora pareggia il conto con Morgan. Ateenzione che questo ragazzo sardo è molto interessante.
Nota a margine: l’interpretazione di Whitney Houston è stata imbarazzante. Per quelli come noi che hanno in “All at once” il pezzo straniero preferito proprio per le grandi doti canore dell’artista, la Houston che sta tentando di ripartire dopo i tanti problemi, non è nemmeno la brutta copia della precedente. A parte la bruttezza del pezzo, la differenza fra le due Houston è veramente notevole. Eppure ha preso il disco d’oro. Proprio vero: in Italia divoriamo di tutto.
GRUPPI VOCALI
YAVANNA (Dancing di Elisa) – Dovevano cantare “I migliori anni della nostra vita” di Renato Zero ma il brano non calzava loro in prova così hanno proposto questo pezzo. Sbagliando. Perchè le loro voci erano troppo ridondanti. Sono tornate quelle delle prime uscite, tutte voci e tecnica, zero passione. Tutto troppo complicato per un pubblico pop. Prova negativa. Si salvano per le loro voci (e forse perchè sono l’unico gruppo rimasto).
16-24 ANNI
CHIARA RANIERI (Eleanor Rigby dei Beatles nella versione italiana con testo di Morgan) – La versione originale è questa. Canzone lineare, sin troppo per una come lei, ma al solito riesce a metterci l’anima, persino in un testo un pò arrabattato come quello elaborato in poco tempo da Morgan. Non è la sua migliore esibizione, ma ci è piaciuta. Confermiamo quanto detto nelle puntate precendenti: ha una voce cristallina, melodiosa e non ridondante. E tiene il palco con una sicurezza incredibile per i suoi vent’anni.
MARCO MENGONI (Helter skelter dei Beatles) – Nell’insolito pezzo heavy metal dei Beatles fa come al solito un figurone. E’ una sorta di androide che assimila i pezzi e li riproduce sempre con grande grinta, padronanza vocale e del palco. Si avvia a sfidare Chiara per la vittoria finale. Rispetto a lei è meno bravo a livello di malleabilità vocale ma è forse è l’artista più sinceramente pop fra tutti quelli in gara. Non a caso lui e Chiara sono gli unici le cui cover stanno vendendo benino.
SILVER (Drive my car dei Beatles) – Per chi non la ricordasse, è questa qui. Il pezzo gli piace, perchè lui è un Beatles-fan, con tanto di tessera del fan club che mostra nella clip. Dunque la canta con voglia, passione e grinta. Si muove bene, è molto a suo agio. Il problema è che stona. E non è nemmeno la prima volta. Arrivati alla settima puntata, è una situazione assolutamente non tollerabile. Meritava il ballottaggio.
CRISTIANA SORIANO (And I love her dei Beatles in versione italiana con testo di Morgan e “My house is empty now di Burt Bacharach e Elvis Costello) – Questo pezzone qui…Non riusciva a cantare la versione di Patty Pravo (quella del link), così il pezzo è stato riscritto prima dalla stessa Cristiana poi da Morgan. Grande voce, grandissima telegenia, emozione che passa così così. Emozione di Cristiana, invece, altissima, a scapito dell’esecuzione. Infatti finisce in ballottaggio. Dove su un pezzo di Elvis Costello (quello del suo ingresso) viaggia tranquillamente a livello di esecuzione, ma continuando a non piacere granchè. Il confronto a cappella con Damiano invece lo vince 5-0. Purtroppo per lei, non basta.
OVER 25
DAMIANO FIORELLA (Non è per sempre degli Afterhours e Redempion Song di Bob Marley) – La cui versione originale sta qui. Ha ragione Morgan, paga il fatto che il pezzo è troppo alternativo per un programma del genere, pure se trattasi di brano bellissimo e cantato con grinta ed emozione, in una delle sue migliori esibizioni da quando è nel programma. Bene al ballottaggio, che del resto era sul suo pezzo migliore di tutto X Factor. A cappella però non è straordinario. Mara lo salva, col giusto ragionamento che non avrà una seconda chance, a 31 anni.
SOFIA (You get what you give dei New Radicals) – Questa è la versione originale del brano. Come volevasi dimostrare, su pezzi rock, viaggia molto meglio che su brani melodici, anche se i New Radicals erano molto particolari. Però ci è piaciuta. Parecchio. Grinta, ottima tenuta di palco, bella interpretazione. E infatti il pubblico la premia col passaggio del turno. La sua mentore Claudia Mori invece l’affossa, dicendo che meritava di uscire. In bocca al lupo per il futuro.
ASPIRANTI CONCORRENTI
GIULIANO RASSU (Over 25, “Warwick avenue” di Duffy) – Gran bella interpretazione su un pezzo difficilissimo come quello di Duffy. Un timbro vocale interessantissimo e soprattutto, non si sente assolutamente l’accento sardo che invece ha quando parla (capito Marco Carta? E’possibile cantare senza inflessione dialettale!). Istintivamente, al primo ascolto, è piaciuto parecchio. Entra nel programma, se lo merita.
GABRIELLA MARTINELLI (16-24 anni, “Happiness is a worm gun” dei Beatles)- Pezzo di una difficoltà enorme, forse il più difficile in assoluto fra tutti quelli di questa edizione, uno dei brani “oscuri” dei Beatles. Lei lo canta benissimo – con un inserto in italiano – non accusando assolutamente la complicazione, senza la benchè minima sbavatura. E’molto brava, sui livelli di Giuliano. Non entra nel programma, onestamente era una bella lotta con l’artista di Claudia Mori. Penalizzata dal fatto che non passata la banda col televoto durante l’esecuzione, è la seconda gaffe della produzione.
FADING MEMORIES (Gruppo Vocali, “To lose my life” degli White Lies) – Hanno un trucco sugli occhi a metà fra i Sonohra, Mario Spada e i Tokyo Hotel e dunque sono lievemente irritanti. Però la coraggiossissima scelta di portare gli White Lies merita almeno un plauso. I gemelli sono bravi, tengono bene il palco e sono molto a loro agio sul pezzo rockeggiante, sono dei bei personaggi. Giuliano però è stato migliore, purtroppo per loro sono capitati in un girone di ferro.
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