Signori, la Germania ce l’ha fatta: 28 anni dopo l’ultima volta, riporta a casa l’Eurofestival. “Satellite” di Lena Meyer Landrut a vincere la rassegna, con 246 punti sui turchi Manga “We could be the same” (Turchia, 170) e sulla coppia rumena Paula Seling & Ovi, terza con “Playing with fire” (162).E’ Un successo che bissa idealmente quello del nostro contest virtuale, che peraltro aveva visto ottimamente piazzata (quarta) anche la Romania. Un trionfo atteso dal 1982: Amburgo o Berlino prossima sede il 17, 19 e 21 maggio 2011.
Sul podio le tre canzoni più moderne fra quelle rimaste in gara (insieme al Belgio), che rispondono anche ai canoni della musica attuale. I turchi Manga infatti sono freschi vincitori degli MTV Awards come miglior band d’Europa e Paula Seling ha vinto lo stesso trofeo nel 2002, e peraltro la musica rumena è attualment fra le migliori del continente (per fare un esempio, “Stereo love”, il brano dance che sentite nelle nostre discoteche ed a Striscia la Notizia è del rumeno Edward Maya, già all’Eurofestival 2006 concome autore di “Tornerò”).
Tornando a Lena Meyer Landrut, la 19enne nipote dell’ex ambasciatore della Germania Ovest in Unione Sovietica passa dall’essere una perfetta sconosciuta al trionfo continentale. E il suo brano, dopo aver vinto il talent show creato apposta per selezionare il pezzo per l’Eurofestival, “Unser star fur Oslo”, aver superato le 5 milioni di visualizzazioni su Youtube, essere stato al primo posto in quattro paesi ed aver vinto in patria un disco di platino e tre dischi d’oro, si avvia a sbancare anche il resto d’Europa.
E adesso che il suo album appena uscito “My cassette player” è già in testa, sta per uscire nel resto d’Europa (in Germania c’è già), anche il singolo estivo “Bee” (canzone della finale tedesca), altro possibile tormentone (ne parlammo qui). Meno che in Italia, dove l’Eurofestival non va in onda perché la Rai non vuole più partecipare. E mentre 125 milioni di persone guardavano Lena vincere, da noi c’erano i bambini di Antonella Clerici con Gianni Morandi ospite. Il vero vincitore, comunque, è ancora una volta Stefan Raab, produttore della canzone e supervisore dello show da cui è uscita: fu sempre lui, nel 1998 a risollevare le sorti tedesche all’Eurofestival nel 1998, con un brano scritto da lui (e cantato da Guildo Horn) che arrivò settimo posto dopo tanti anni di magra. Poi lui stesso cantò nel 2000 arrivando quinto. Ora dietro a Lena c’è ancora la sua mano.
La Germania è la prima big four che vince dal 1999. Ottima figura, in generale, per le grandi. I francesi avrebbero pagato, alla vigilia per il dodicesimo posto dopo aver mandato il “ripiego” Jessy Matador; più che dignitoso il quindicesimo posto di Daniel Diges e “Algo pequenito”, miglior risultato spagnolo degli ultimi cinque anni, probabilmente anche favorito un po’ dall’aver potuto rieseguire il brano in coda a tutti dopo che la sua prima esecuzione era stata disturbata dall’ingresso sul palco di un “decerebrato” (sono parole del commentatore della tv spagnola Josè Luis Uribarri).
Quanto agli inglesi, l’ultimo posto è la giusta punizione per aver scelto un pezzo come quello: perdere anche dagli irlandesi e perfino dal gallese in corsa per Cipro è una discreta umiliazione. Ma forse avranno capito la lezione. E forse l’avranno capita anche gli azeri: dopo aver speso milioni di dollari per regalare a Safura un vestito pieno di lampadine, ingaggiato il corografo di Rihanna e il regista di “History” di Micheal Jackson, sono arrivati solo quinti, peggio del duo dell’anno scorso. Per il capodelegazione di Baku è pronta una piattaforma di trivellazione nel mar Caspio. La classifica completa è qui sotto.
1. GERMANIA, “Satellite”, Lena Meyer Landrut 246 2. TURCHIA, “We could be the same”, MaNga 170 3. ROMANIA, “Playing with fire”, Paula Seling & Ovi 162 4. DANIMARCA, “In a moment like this”, Chanée & N’Evergreen 149 5. AZERBAIGIAN, “Drip drop”, Safura, 145 6. BELGIO, “Me and my guitar”, Tom Dice 143 7. ARMENIA, “Apricot stone”, Eva Rivas 141 8. GRECIA, “Opa”, Giorgos Alkaios & Friends 140 9. GEORGIA, “Shine”, Sopho Nizharadze, 136 10. UCRAINA, “Sweet people”, Alyosha 108 11. RUSSIA, “Lost and forgotten”, Peter Nalitch & Band 90 12. FRANCIA, “Allez Ola Olè”, Jessy Matador 82 13. SERBIA, “Ovo je Balkan”, Milan Stankovic 72 14. ISRAELE, “Millim”, Harel Skaat 71 15. SPAGNA, “Algo pequenito”, Daniel Diges 68 16. ALBANIA, “It’s only about you”, Juliana Pasha 62 17. BOSNIA ERZEGOVINA, “Thunders and lightining” 51 18. PORTOGALLO, “Ha dias assim”, Filipa Azevedo 43 19. ISLANDA, “Je ne sais quoi”, Hera Bjork 41 20. NORVEGIA, “My heart is yours”, Didrik Solli Tangen 35 21. CIPRO, “Life looks better in spring”, Jon Lilygreen & The Islanders 27 22. MOLDAVIA, “Run away”, Sun Stroke Project ft Olia Tira 27 23. IRLANDA, “It’s for you”, Niamh Kavanagh 25 24. BIELORUSSIA, “Butterflies”, 3+2 18 25. GRAN BRETAGNA, “That sounds good to me”, Josh Dubovie 10Rese note le classifiche delle due semifinali, vinte da Belgio (davanti a Grecia ed Islanda) e Turchia (davanti ad Azerbaigian e Georgia). Qualche numero clamoroso: soltanto due punti (veramente ingeneroso!) per la Svizzera, peggior risultato della storia recente elvetica, battuta anche dall’Olanda e dalla Slovenia. In questo link trovate tutti i risultati completi delle due semifinali.
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anche stavolta soundsblog nn si è smentito:
http://www.soundsblog.it/post/11158/eurovision-song-contest-2010-la-germania-vince-con-satellite-di-lena-meyer-landrut
Ho molto apprezzato il brano georgiano, non tanto per la coreografia (erano veramente poche quelle discrete) ma per l’interpretazione e per la musica. La cantante mi pare molto brava. La vittoria mi pare giusta almeno per il tipo di musica apprezzato all’eurofestival di solito. Molti gli artisti bravi ed anche originali. Sper che i paesi assenti (come purtroppo il nostro) partecipino la prossima volta e trasmettano l’evento. Quest’anno l’ho visto sulla emittente romena e devo farle i complimenti più sinseri. Corrado
Per qualche secondo ho sperato che il miracolo del 1994, quando la meravigliosa Rock ‘n’ Roll Kids si impose alla grande, si potesse ripetere… ho sperato che la purezza e la semplicità della chitarra di Tom Dice potessero prevalere… così non è stato, peccato.
[…] è noto, la Germania ospita la rassegna dopo la vittoria di Lena Mayer Landrut l’anno scorso (qui il nostro post) e a meno di sorprese sarà sempre la giovanissima nipote dell’ex ambasciatore della Germania […]