I corsi e ricorsi insegnano che i vincitori di ritorno, all’Eurovision Song Contest, funzionano poco. L’anno scorso Niamh Kavanagh, assoldata per riportare l’Irlanda in finale dopo anni, portò a termine la missione ma poi finì in fondo al gruppo, quest’anno, Dana International ha fatto peggio. Israele fuori dalla finale, era del tutto fuori pronostico. Perché la Diva ha ormai un suo pubblico consolidato. Un nome, un personaggio e una canzone un po’ così, della serie “Ti piace vincere facile”. E invece no. “Ding Dong” piaceva di più nella versione con scampanata che aveva vinto in carrozza la selezione nazionale, il remix invece dance è andato a fondo, lasciando il suo paese fuori dalla porta per la prima volta dal 2008. “Portate canzoni migliori”, ammoniva nel2007 inconferenza stampa Marija Serifovic, la serba che aveva appena vinto la rassegna, lasciando capire come non sempre basti rappresentare un paese forte o avere un nome importante. I Blue, venuti per vincere, facciano pure gli scongiuri, perché la loro “I can” è un pezzo medio.
GRANDI VOCI – In compenso, la seconda semifinale restituisce al concorso un paese che lungamente, negli anni, l’aveva contestato: l’Austria. La ballata american style, noiosissima ma interpretata in maniera superba da Nadine Beiler, la voce migliore in concorso, segnala ancora una volta che all’Eurovision Song Contest i talenti, quelli veri, fanno comunque strada. Non a caso passa il turno agilmente anche l’altra grande voce della serata, Maja Keuc, in possesso di una ballata appena più grintosa, autrice di una performance vocale notevolissima. Non ce la fanno, invece è un peccato, i belgi Witloof Bay, superbi artisti acappella ma forse titolari di un “esercizio di stile” troppo raffinato e troppo poco orecchiabile per una contesto del genere
LA SCONFITTA DEL POP – Il pop, inteso come quello più radiofonico, esce battuto. Martedì sera non ce l’ha fatta Senit, ieri sera lo stesso destino è toccato agli olandesi 3JS, cui non è bastato il mestiere per avere ragione delle giurie: uno dei paesi migliori dal punto di vista musicale, l’Olanda, non trova più la via per la finale. L’accoppiata Romania-Moldavia, sorteggiate nella stessa semifinale, era già in partenza un biglietto per la finale per entrambe e se per gli Hotel Fm e la loro “Change” il passaggio del turno era cosa fatta prima di cantare, senza l’abbinamento coi “cugini”, probabilmente, il destino della canzone-mosaico degli Zdob si Zdub sarebbe stato diverso.
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