Prima serata del Festival di Sanremo 2012 all’insegna del caos. Un guasto al computer al momento della seconda canzone fa annullare le votazioni della giuria demoscopica. Domani sera ricantano tutti e 14, in una serata che considerando anche gli 8 big, si preannuncia interminabile, poi 4 andranno a casa. Il problema è che domani la giuria demoscopica che vota è diversa. Che fine faranno i voti odierni?
Sorvolando sull’inutile e irrispettoso sermone di Celentano, va detto che è un Festival noioso, lunghissimo, con pochi pezzi che spiccano. La storia d’amore finito interpretata con stile e passione da Arisa, la migliore proposta in assoluto, l’incontro fra una meretrice ed un giovane vergine di Carone e Dalla, le atmosfere della Mina d’antan di Nina Zilli e un pò il pezzo di Emma, l’unico vero brano pop in una rassegna complessivamente mediocre.
DOLCENERA – Ci vediamo a casa: L’anima rock di Dolcenera su un pezzo che vorrebbe decollare ma non ci riesce del tutto. Il ritornello si canticchia, ma insomma. La Dolcenera di una volta era migliore. VOTO 7
SAMUELE BERSANI – Un pallone: Porta Lionel Messi, il più grande calciatore del mondo sul palco di Sanremo, anche questo è un record. La decadenza della società dal punto vista di una sfera che rotola. Geniale. Non voleva venirci, a questo festival. Per fortuna ci ha ripensato. VOTO 8.5
NOEMI- Sono solo parole: Il Fabrizio Moro melodico e riflessivo dei primi anni, che periodicamente riaffiora. Come spesso succede, il brano del secondo Festival è peggiore del primo. Esattamente quello che è capitato a Noemi. VOTO 6.
FRANCESCO RENGA – La tua bellezza: Renga è così. Magari i pezzi non ti fanno strappare i capelli però lo senti cantare, con quel suo modo particolare di interpretare le canzoni e poi va a finire che il brano ti piace. In un festival non proprio eccezionale, può essere la grande sorpresa. VOTO 7
CHIARA CIVELLO- Al posto del mondo: Occasione persa. Se andate sul sito della Civello si ascolta per intero tutto l’ultimo album. Che è sei spanne sopra questo pezzo qui. Orecchiabile quanto volete, ma che sembra scritto vent’anni fa. L’arrangiamento cambiato, per modificarlo rispetto alla versione messa in rete due anni fa, lo ha anche peggiorato. VOTO 6.5 (per la stima immensa per l’artista)
IRENE FORNACIARI- Grande mistero: …come il perchè Davide Van de Sfroos, che è cantautore raffinato, le abbia rifilato questo scarto. Tre festival per la figlia di Zucchero, sempre con brani in calando. Peccato. VOTO 5
EMMA – Non è l’inferno: Perde il confronto col brano dell’anno scorso, il che è tutto dire. Ma è il pezzo più autenticamente pop e radiofonico fra quelli della categoria Artisti. E potrebbe bastarle per passare all’incasso, soprattutto in un Festival così scarso. VOTO 8
MARLENE KUNTZ – Canzone per un figlio: Rock autentico, genuino. Merce rara sul palco dell’Ariston. Per giunta interpretato con classe. Meriterebbero un bel piazzamento, se non altro per la grande voglia di mettersi in gioco. Ma Sanremo a certe cose è sempre ostile. VOTO 7
EUGENIO FINARDI- E tu lo chiami Dio: L’esperienza e la classe di Finardi in versione solo interprete a sostegno di un pezzo molto armonico ma altrettanto debole. Meglio da cantautore, nettamente. Certo che “Amami Lara” era tutta un’altra cosa. VOTO 5.5
GIGI D’ALESSIO E LOREDANA BERTE’ – Respirare: Qualsiasi cosa canti la Loredana Bertè degli ultimi tempi, la distrugge. Il brano sanremese non fa eccezione. E dire che sarebbe molto “D’Alessiano”, esattamente quello che ti aspetteresti da uno come lui. Con in più assonanze anni 70. VOTO 6
NINA ZILLI – Per sempre: Un bel pezzo, verso fine serata. Strizza l’occhio alla Mina dei bei tempi, svela l’anima soft e romantica di Nina Zilli sin qui piuttosto nascosta. Leggera, stilosa, con classe. VOTO 8.5
PIERDAVIDE CARONE con LUCIO DALLA – Nanì: Sul finale, le cose migliori. Una ballata delicata, con un testo importante, cantato col giusto rispetto. E dire che è lo stesso che due anni fa scriveva per Scanu cose come: “A far l’amore in tutti i luoghi, in tutti laghi, in tutto il mondo…”. VOTO 9
ARISA – La notte: La scommessa vinta di Arisa. Liberata dagli orpelli c’è solo la sua voce meravigliosa su un pezzo bellissimo, intenso, che racconta una storia d’amore finita. L’unico meritevole di vincere. Ma in questo festival pieno di Amici sarà durissima. VOTO 9.5
MATIA BAZAR – Sei tu: Benvenuti a Sanremo 1990. Ma del resto sono anni che fanno sempre la stessa canzone. Orecchiabile, cantabile. Ma sempre uguale. Peccato. VOTO 5.5
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Unica roba decente… Arisa. Dietro, in lontananza… Emma, Dolcenera, Noemi, Nina Zilli, Finardi… ma dietro dietro eh…
Quest’anno giovani battono big 3-1
Arisa e Carone su tutti, segno che semplicità e autenticità ripagano anche quando arrivano da due artisti che nessuno si aspetterebbe. Terzo Renga che svolge ottimamente il compitino sanremese con sobrietà ed essendo rassicurante come sempre. Dopodiché direi Emma che peró ha un pezzo meno forte dello scorso anno, Noemi che peró dovrebbe crederci un po’ di più e Finardi che da Lara Croft a Dio ha fatto un bel salto di qualità… Bersani ha un bel testo ma musicalmente l’ho trovato molto poco convincente, rischiava di andare a casa questa sera. Fighissimo il look. I Marlene Kuntz mah… Strani… Fuori contesto. La delusione più grande è Nina Zilli che torna invecchiata stilisticamente e anche in tutto il resto, avevo aspettative più alte su di lei, noiosetta. Inconsistente e confusa la Fornaciari, è brava ma deve ancora decidere cosa vuol fare. Bertè e D’Alessio datatissimi e con un pezzo che mi ricorda “In alto mare”. Tutto fumo e niente arrosto. I brani peggiori della serata quelli di Civello e Matia Bazar… Che tra parentesi sembravano scritti dallo stesso autore… Fuori tempo massimo se si pensa che siamo nel 2012. Resta Dolcenera… Che finisce nel mezzo… “Il mio amore unico” era infinitamente più moderna e accattivante… Il pezzo di quest’anno sembra un compromesso tutto sanremese che proprio perché compromesso non convince a pieno e dubito lo farà nei prossimi ascolti… Buonanotte a tutti!
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