Un solo singolo ed è diventato un fenomeno assoluto. Bastian Baker (vero cognome Kaltenbacher), 21 anni appena, originario di Losanna, è arrivato al successo per caso, ma ha tutta l’intenzione di goderselo appieno. E’appena uscito il primo album “Tomorrow may not be better”, trainato dal nuovo singolo “I’d sing for you” ma l’eco di “Lucky”, la canzone che a fine 2011 l’ha lanciato è ancora molto forte, tanto che in Svizzera (dove ha vinto il premio come miglior novità), in Germania e Francia è presenza costante nelle radio e sui giornali.
Cresciuto ascoltando i R.E.M, ex giocatore di hockey, da quando ha scelto di dedicarsi soltanto alla composizione di brani musicali questo ragazzo svizzero non sbaglia un colpo. Intanto ha già cantato alla sezione Off del prestigioso Montreux Jazz Festival, al Caprice Festival o al Blueballs di Lucerna. E adesso si avvia a conquistare l’Europa. Con pieno merito, si direbbe. Perchè il suo è un album bellissimo.
Cinque anni di composizioni che hanno portato ad un progetto straordinario. Tracce tutte molto internazionali nel sound, avvolgenti, ben suonate e ben cantate. Non ce n’è una brutta. A cominciare dalla tracktitle. Di seguito ascoltate “Smile“, “Song about a priest”, “Love machine“, “I don’t still realize”, “Planet earth”, con una grande armonia, l’orecchiabilissima “Colorful hospital”, “Having fun“. E ancora “With you gone“, “You’re the one for me”, anche questa molto radiofonica per concludere con “Nobody should die alone“.
E infine, una curiosità. Il ragazzo continua a vivere di musica e di sport. Così dopo essere stato atleta a sua volta, ha unito le due passioni al servizio di una delle discipline nelle quali la Svizzera eccelle, ovvero il tennis. Ha infatti inciso “We’ll follow you”, l’inno ufficiale della nazionale elvetica di Coppa Davis, il massimo trofeo internazionale a squadre di tennis. Un altro bel pezzo, decisamente orecchiabile e fischiettabile.
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