Eurovision 2012/Le canzoni: “I’m a joker” di Anri Jokhadze (Georgia)

  • Artista: Anri Jokhadze
  • Canzone: “I’m a joker”  (Rusudan Chikaidze, Bibi Kvachadze)
  • Esibizione: Seconda Semifinale (12)

GEORGIA, ARE YOU JOKING?

Anri Jokhadze e la sua “I’m a joker” passeranno alla storia dell’Esc. Lui perchè è il primo cantante uomo solista a rappresentare il suo paese ed anche il primo a cantare sul palco europeo una strofa della canzone (l’intro) in lingua georgiana. La canzone perchè è una delle più brutte mai ascoltate negli ultimi 10 anni sul palco europeo, tanto che anche se nell’ordine di esibizione viene dopo la Svezia, ve la proponiamo prima: non è esattamente una bella promozione dell’evento. 

E si fa fatica a credere che oltre che dal pubblico possa essere stata votata anche da una giuria. Ma è così. “I’m a joker”ha vinto il concorso di selezione della tv georgiana, forse soprattutto grazie alla popolarità dell’artista che nonostante abbia un solo album ed un Ep all’attivo è un nome parecchio conosciuto in patria. La Georgia è arrivata sempre in finale nelle quattro edizioni cui ha preso parte, il massimo risultato è stato ottenuto nelle ultime due con altrettanti noni posti. Stavolta è durissima. Ma all’Esc non si sa mai.

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“Secret simphony”, il grande ritorno di Katie Melua

Torna sulle scene una delle giovani cantautrici più raffinate ed apprezzate del panorama europeo, Ketevan “Katie” Melua. Nata in Georgia, figlia di un medico e cresciuta nel Regno Unito, è un’artista che in questi ultimi anni si è fatta apprezzare per lavori di grandissima intensità trainati da singoli di atmosfera e spessore come “If you were a sailboat”, “9 Million Bycicles” e The Flood”. Adesso, dopo 22 dischi di platino vinti in mezza Europa e oltre 10 milioni di copie vendute con soli 4 album (che ne hanno fatto anche una delle artiste più ricche del Regno Unito), ci riprova.

Esce “Secret Simphony“, un album di rara bellezza, come gran parte delle sue produzioni e i due singoli che sono usciti ne sono la prova. Sopra trovate “The bit that I don’t get” mentre qui sotto potete ascoltare “Better than a dream”. Prima ancora era uscita “Gold in them Hills”. Un prodotto di grande spessore. Musica soft e di qualità, un artista che meriterebbe più spazio anche da noi, visto che in Europa l’album va già benissimo.

Eurovision Song Contest 2011- I protagonisti/10: Emmy (Armenia), Ell & Nikki (Azerbaigian), Eldrine (Georgia)

Decimo  appuntamento con gli artisti che prenderanno parte al prossimo Eurovision Song Contest, in programma dal 10 al 14 maggio prossimi a Dusseldorf in Germania. Tocca ad Armenia, Azerbaigian e Georgia.

Armenia – Emmy “Boom Boom” (lingua: inglese)

Una selezione con quattro canzoni per scegliere quella che avrebbe cantato Emma Benayan, in arte  Emmy, designata a suo tempo internamente. Così l’Armenia ha scelto il suo brano, portando in concorso questo tormentone che divide molto il pubblico europeo. La cantante e produttrice armena, molto popolare in patria,  ha anche una ottima carriera in tutti gli stati ex sovietici e in generale nell’est europeo.

Cinque partecipazioni e sempre ottimi riscontri per l’Armenia, con l’apice del quarto posto del 2008 con “Qele qele” di Sirusho, la più popolare cantante del paese caucasico. Mai sotto il decimo posto, l’anno scorso ha chiuso settima con la delicata ballata etnica “Apricot stone” di Eva Rivas.

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“The flood “, Katie Melua si prepara a conquistare di nuovo l’Europa.

Dopo 7 milioni e mezzo di dischi venduti nel mondo, Katie Melua, a soli 25 anni è già una stella di primissima grandezza della musica europea. Nata nella Georgia ex sovietica e naturalizzata inglese, la ragazza ha conquistato tutti con la delicatezza e la dolcezza della sua musica. Tanto che “If you were a sailboat” è diventato un successo planetario, al pari dell’album “Pictures“. E già prima s’era fatta conoscere con “Nine million bycycles“.

Il prossimo 24 maggio arriva “The house”, il quarto album da studio e se le premesse sono quelle di “The flood“, il singolo che l’anticipa, il successo è garantito. Suoni moderni, sperimentazione mista al pop, grande orecchiabilità delle melodie, che nello stesso tempo danno grande sensazione di libertà. E poi la voce bellissima di lei.  Ne parlammo a suo tempo, colpiti da quella straordinaria melodia d’amore non banale che era appunto “If you were a sailboat“. Sono passati tre anni, ma la sensazione è la stessa. Ascoltandola, si resta estasiati.

C’è un italiano all’Eurofestival 2010 è Christian Leuzzi, autore della canzone della Georgia ed ha vinto 2 Grammy!

Ce l’abbiamo fatta. La segnalazione che ci avevano inviato era giusta. Anche quest’anno c’è un italiano all’ Eurofestival. Si tratta di Christian Leuzzi. Romano, classe 1977, musicista e produttore, compare fra gli autori di parole e musica di “Shine”, la ballata che Sopho Nizharadze presenterà sotto la bandiera della Georgia. Dopo gli studi si è trasferito a New york per provare a vivere di musica. E ce l’ha fatta.

E non è un nome piccolo: poligliotta (parla inglese, francese e spagnolo) oltre a collaboare con gente come Céline Dion (la cantante canadese ha inciso nel suo ultimo album “Taking Chances” la canzone di Christian Leuzzi “The reason I go on“) c’è la sua mano su moltissimi artisti spagnoli del momento come David Bisbal, Alejandro Fernandez,  Bustamante, tutti gli artisti che escono da “Spanish Idol” ma anche gli svizzeri Kandelbaum e tantissimi artisti svedesei e scandinavi.

Leuzzi, soprannominato “The Melody Man“,  ha scritto anche diverse canzoni per David Bisbal, fresco di Latin Grammy e il cuo album ha vinto il premio Disco dell’Anno in Spagna: “Premonicion“, scritta appunto per Bisbal ha venduto 2 milioni di copie nella sola Spagna. Numerose anche le collaborazioni negli Stati Uniti, dove ha scritto canzoni per i protagonisti di American Idol ed ha lavorato con  diversi nomi di peso del circuito degli States.

Non solo, ha vinto anche due grammy, il primo nel 2001 con l’album di Gladys Knight, il secondo nel 2003 con “Corazon Latino” di David Bisbal come Latin Grammy. Ed ha ricevuto altre tre nomination. Adesso prova l’avventura Eurofestival. Capito Italia? Ecco dove vanno a lavorare i nostri migliori artisti, se non hanno visibilità. Noi facciamo il tifo per Leuzzi “The melody man”. E chissà che non ci scappi la sorpresa.

Eurofestival 2010, le scelte di Lettonia, Bulgaria e Slovacchia, le canzoni di Georgia e Turchia. Un italiano in finale in Russia: è Antonello Carozza (ex Amici)

Ieri sera si sono svolte altre due selezioni per l ‘Eurofestival 2010, in programma ad Oslo, in Norvegia, dal 27 al 29 maggio prossimi. La bionda in alto si chiama Aisha (Aija Andrijeva) ed ha vinto la Erodzsiesma, selezione della Lettonia co “What for? (Only Mr God Knows)”. Un bel pezzo, minimalista, ricorda un pò le sonorita dell’altra baltica (ma estone) Kerli. E soprattutto, con un battimani trascinante. Sicuramente un pezzo fuori dagli schemi, molto originale.

La Slovacchia, che l’anno scorso ritornò dopo 11 anni (loro lo hanno fatto!) con una ballata troppo oscura, quest’anno migliorano un pò anche se “Hohreronie” di Kristina, che ha vinto, non pare in grado di dar fastidio a paesi più quotati. Il brano è in lingua slovacca. A noi piace il fatto che si canti nella lingua d’origine ma con un regolamento che non lo impone più obbligatoriamente, se non si ha un pezzo più che bello, le lingue più ostiche sono un pò penalizzate. La Bulgaria, con Miro, ha scelto invece in una apposita trasmissione il pezzo che è il pop “Angel si ti” (you are an angel). Niente di speciale, diremmo.

Altri due paesi hanno invece reso nota la canzone dopo aver selezionato internamente l’artista. Fra sei canzoni tutte cantante dalla prescelta Sopho Nizharadze, la Georgia ha scelto la deliziosa “Shine“, una ballata pop che sicuramente mette in risalto la grande voce dell’artista. Per il paese caucasico, dunque, un bel ritorno. Ascoltati tutti e sei i pezzi georgiani va detto che non c’era il brano “ammazzafestival”, ma erano tutti molto gradevoli. Forse qualcuno era più aderente di questo al pop europeo attuale, ma tant’è.

C’è grande attesa invece per conoscere come sarà “We could be the same” dei MaNga, la band turca fresca di vittoria come miglior band d’Europa agli MTV Awards scelta da TRT per riportare sul Bosforo il concorso. Sarà in inglese, questo è certo. E se si inserirà nel loro stile rock, come è probabile, sarà bene cominciare a puntare tutto sui turchi, che già normalmente hanno un grosso bacino di voti, ma coi favori del grande pubblico (che i MaNga hanno) rischiano pure di andarsene col bottino.

ANTONELO CAROZZA (EX AMICI) NELLA FINALE RUSSA – Se l’Italia non va all’Eurofestival, ci vanno però gli italiani. Antonello Carozza, 25 anni, di Campobasso, è in gara nella finale russa che sabato prossimo assegna un posto all’Eurofestival. Già protagonista ad “Amici 2004”, nel 2006 fu in gara a Sanremo, sezione Nuove Proposte con il brabo “Capirò, crescerai” e recentemente – ha ritentato anche la via di Sanremo quest’anno, senza che il suo pezoz venisse selezionato ha acquisito grande popolarità  – in Russia e nel mondo ex sovietico col secondo posto al concorso per giovani “New Wave a Jurmala. Ora potrebbe clamorosamente farcela ad andare all’Euroefestival, con un pezzo in italiano. E noi tifiamoper lui.

Cliccando sul link “Eurofestival 2010” nella home page trovate l’aggiornamento sulla situazione cantanti e canzoni in vista della rassegna di Oslo, con relativi link ai brani, dove già sono noti.

Eurofestival 2009, le canzoni in anteprima: “Be my Valentine” di Svetlana Loboda (Ucraina) e “Let’ T Mou” di Miculcik e Pociskova (Slovacchia). Le Georgia si ritira

UFFICIALE, LA GEORGIA SI RITIRA DALL’EUROFESTIVAL. La decisione è stata presa dalla tv georgiana che ha detto no alla richiesta dell’Eurovisione di cambiare le parole della loro canzone “We don’t wanna put in” o di proporne una diversa, perchè il brano viola il regolamento parlando di politica.

I georgiani hanno preferito uscire di scena non senza accusare il governo russo di aver fatto pressione per la loro esclusione (il titolo del brano si leggerebbe “Noi non vogliamo Putin”). Brutta storia, quando la politica si mescola alla musica. Per fortuna la macchina va avanti lo stesso.

 

Dopo il secondo posto dell’anno scorso, torna alla carica l’Ucraina. Un pò di energia per la bella Svetlana Loboda (ma perchè l‘Ucraina manda sempre belle figliole?) che porterà sul palco dell‘Eurofestival la canzone “Be my Valentine”, con cui ha vinto le selezioni del suo paese.  Sempre nelle zone alte della classifica negli ultimi anni, difficile che possa ripetere la performance quest’anno.

Il brano è di buon livello, con sonorità diverse rispetto al tunz tunz dell’anno scorso che valse il podio e quasi la vittoria e anche dal casino della drag queen di due anni fa. E’più canzone, sicuramente e forse per questo potrebbe piacere meno in generale al pubblico. Però avrà la sua fetta di voti amici come le altre nazioni ex Urss. Le giurie potrebbero invece anche premiarla se arriva in finale.

Ma che bella sorpresa la Slovacchia. Da quelle parti si fa buona musica, ma lo sanno in pochi. Le selezioni slovacche ed  il brano che dopo 11 anni riporta in gara la nazionale (loro si, a volte ritornano, l’Italia invece…) è davvero interessante. Kamil Mikulčík e Nela Pocisková canteranno “Leť Tmou”.

Alcuni paesi e la Slovacchia è fra questi hanno il pregio, di preferire il canto nella propria lingua, ma in alcuni casi questo penalizza. Soprattutto se hai pochi alleati linguistici. Però da parte nostra preferiamo sempre la babele linguistica alla standardizzazione anglofona. Se hai una bella canzone, si valorizza lo stesso:  Marija Serifovic, che vinse col brano in serbo due anni fa da questo punto di vista è un esempio chiaro.

Eurofestival 2009, le canzoni in anteprima: “Cipela” di Marko Kon e Milan Nikolic (Serbia) e “Randajad” degli Urban Simphony (Estonia). Squalificata la Georgia

Scelta etnica per la Serbia che porterà all‘Eurofestival una canzone che a tratti fa il verso a quella croata dell’anno scorso. Tango, fisarmoniche, suoni molto balcanici misti a ritmi più contemporanei. A cantarla saranno Marko Kon e  Milan Nikolic. Il motvo si intitola “Cipela” e se non altro ci metterà allegria.

Attenzione invece alla proposta dell‘Estonia. Hanno già vinto una volta, con Tanel Padar e potrebbe piazzarsi di nuovo bene. “Randajad“, degli Urban Simphony, che ha vinto la selezione locale è assai gradevole.

Unisce il suono del violino agli strumenti elettrici ed è molto delicato e di classe. Che è l’altra caratteristica che piace agli Eurofans, in alternativa ai pezzi dance. Poi soprattutto è un motivo originale rispetto alla media delle canzoni che si sentono.

GEORGIA SQUALIFICATA – Contrariamente a quanto si pensava, la canzone georgiana “We dont’ wanna put in” (che trovate sopra) è stata squalificata. Il gruppo Stephane & 3G che ha regolamente vinto le selezioni non potrà eseguirla a Mosca.

Non solo il titolo rimanda a Putin, ma anche alcune parti del testo e questo viola l’articolo del regolamentto che dice che nessuna parte del testo possa fare riferimento a fatti, persone o eventi politici.

Che succederà ora? L’Eurovisione ha concesso alla Georgia un tempo bonus per mandare un’altra canzone (eventualmente anche cantata dagli stessi artisti) che risponda ai regolamenti, ma il paese, che inizialmente si era ritirato per protesta dopo la guerra in Ossezia e infine si era convinto a tornare, potrebbe ora nuovamente ritirarsi. Ma a questo punto pagherebbe una carissima penale, perchè il tempo è scaduto.

Eurofestival 2009, le canzoni in anteprima: “We don’t wanna put in” di Stephane & 3 G (Georgia) e “Et s’il fallait le faire” di Patricia Kaas (Francia)

Finita la passerella sanremese, rituffiamoci in Europa. L’Eurofestival sta ormai riempendo tutte le caselle. Una delle ultime in ordine di tempo è quella della Georgia, che dopo aver accettato all’ultimo tuffo di partecipare, ha selezionato un brano di buona qualità.

Suoni anni’70 per Stephane & 3G, la band che ha vinto le selezioni del paese caucasico, alla terza partecipazione. Il brano si chiama “We don’t wanna put in”. Due anni fa fu il Belgio, senza grossa fortuna a portare sonorità del genere, ma visto che la Georgia non può e non vuole vincere (non avrà mai i soldi per organizzare…) va bene così.

La Francia è una delle “big four”, i paesi con maggiore tradizione dell’Eurovisione e dunque non deve conquistarsi il posto in finale, che ha già in tasca. Ergo, può permettersi di puntare sulla qualità. E lo ha fatto in tutto e per tutto.

Patricia Kaas, della quale avevamo già parlato, è la più grande cantante di lingua francese al mondo. Già il fatto che sia sul palco una come lei, che ha venduto milioni di dischi nel mondo, sia sul palco di una gara, è qualcosa di grandissimo.

“Et s’il fallait le faire”, singolo tratto dall’ultimo album “Kabaret” si inserisce appieno nel solco della canzone francese, della quale lei è una massima esponente. Il brano è bellissimo. Ma se conosciamo i canoni di voto dell’Eurofestival, la Francia rischia di essere di nuovo ultima. O quasi. Un peccato, merita davvero.

Suoni d’Europa: Georgia, Armenia, Azerbaigian

Il nostro viaggio all’interno della musica dei vari paesi europei si chiude sul Caucaso, con Georgia, Armenia e Azerbaigian. Sotto, la copertina, poi cliccate dove previsto per ascoltare i brani.

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Copertina d’obbligo per la più bella voce georgiana. Lei si chiama Katie Melua e da tempo vive in Gran Bretagna anche se non rinnega le sue origini georgiane: “If you were a sailboat” accompagna l’album “Pictures” che ha avuto grande successo in tutta Europa. Vi invito a sentire anche la bellissima “Nine million bycicles“.

Ma il vero fenomeno potrebbe diventare in breve Tusia Beridze, faccia d’angelo e grande atmosfera: ascoltate qui “Wound” e “Size and tears“, Se amate invece il rock vi invito ad andare sul myspace dei Post Industrial Boys ed a sentire “Think”. La voce di Leila Tsurtsumia è invece famosa anche negli States (qui “Mimd Gimgero Isev“).

Capitolo Eurofestival. La Georgia è entrata in gara solo nel 2007, quando debutto con la sofisticatissima “Visionary dream” di Sopho Kalvashi. L’anno scorso invece toccò le corde dell’emozione con il canto di pace di Diana Gurtskaya, non vedente e la sua “Peace will comes” (qui trovate invece una sua versione di “Solo noi in duetto conToto Cutugno).

Il punto di contatto fra Azerbaigian e Georgia è Manana, nata in Georgia ma divenuta azera. La sua “Senden Ayri” è molto interessante.  Fra le stelle del pop azero va senz’altro annoverata Roya (qui “Ayrilq Olmayaidy“), ma ha buon successo anche Brilliant Dadashova (qui l’ultima “Aklin sende Kaldi“). E occhio all’attrice e modella Aygun Kazimova (qui “Yene tek“)

Quanto all’Eurofestival, la tv azera ha debuttato nel 2008 con uno scoppiettante numero, costato parecchi soldi, che ha fruttato un ottavo posto. Elnur e Samir, cantavano “Day after day”, del quale potete ammirare la performance a Belgrado.

La musica armena prende invece varie strade. Contestatissimi sono i System of a down, band armeno-americana di alternative metal, che sono impegnati nella lotta per far riconoscere il genocidio armeno da parte del Governo Usa e di quello turco. Qui c’è il brano “Hypnotize“.

Ancora più impegnato il solista del gruppo Serj Tankian che nel video di “Empty walls“, che accompagnava l’album “Elect the dead” si vedono bambini che giocando ricostruiscono le scene della caduta delle Torri Gemelle, delle torture di Abu Grahib e il video si chiude con il passaggio di un feretro coperto da una bandiera americana. Ne riparleremo.

Molto più leggera la musica di Sofi Mkheian (qui “Vortex Gntem“), di Silva Hakobyan con la bella “I like” (premiata agli armenian awards), di Christine Pepelyan., della quale ascoltiamo “Kes Hamar” e degli Armenchik (qui “Havatem te che“)

L’Armenia è legata all’Azerbaigian dal fatto che l’artista che rappresentò la repubblica caucasica nella prima apparizione all’Eurofestival, datata 2006 era proprio azero. Si chiamava Andrè e portò “Without your love“. Visti i rapporti fra armeni ed azeri, anche per la vicenda del Nagorno Karabakh, non fu facile da digerire.

Nel 2007 toccò alla ballata di Hayko, “Anytime you need“. L’anno scorso invece, sfiorò il podio, che avrebbe meritato, con la bella Sirusho che cantava la multietnica “Qele qele“, che trovate sotto e con la quale vi lascio.

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