“Game over”, Vitaa ospite di Maitre Gims

Di Vitaa avevamo parlato un pò di tempo fa, in occasione dell’uscita di “Pourquoi tu restes”, singolo che accompagnava l’album “Celle que je vois”. Adesso torniamo a parlare di questa trentenne di Mulhouse, perchè mentre sta preparando il terzo album della sua carriera, torna sulle scene con una collaborazione importante.  “Game over” la vede infatti come ospite di Maitre Gims, il rapper francese leader della Sexion d’Assaut che come è noto ha debuttato anche da solista.

Subliminal“, l’album di Maitre Gims ha venduto qualcosa come 250mila copie, cifre buone ma non buonissime per il mercato francese, raggiungendo comunque la vetta ed il disco di platino (per dare un’idea della distanza del mercato italiano: 250mila copie è il minimo in Francia per il platino, che in Italia si prende con appena 60mila) trascinato da precedenti singoli come “J’me tire” e “Bella”, entrambi di enorme successo, pluripremiati e in vetta alle charts. Ora questo bel brano rilancia anche  la cantante, che sull’onda della popolarità di Maitre Gims si prepara a tornare sul mercato per proprio conto entro fine anno.

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Autoesaltazioni, attacchi e liti “mainstream”: la triste deriva dell’hip hop italiano

Tempo fa avevamo parlato qui dell’eplosione del rap italiano nelle classifiche. Artisti hip hop passati dal semi-anonimato al primo posto in classifica sull’onda di quella che purtroppo sembra diventata più una moda che una vera tendenza musicale. E avevamo parlato di quanto, con rare eccezioni, siano mediocri e banali i testi che accompagnano i beat degli artisti hip hop nostrani.

Ora torniamo a parlarne perché dopo l’autoreferenzialità, caratteristica tipica dell’hip hop nostrano, adesso la nuova terribile deriva sembra essere quella dell’autocelebrazione e dell’autoesaltazione. In pochi anni s’è passati dalle innocue “Applausi per Fibra” (che pure è uno che non si sottrae alla banalità, ma almeno su questo fronte specifico  non si distingue più di tanto) e “Click” di Entics, che è più un ringraziamento (peraltro simpatico)  alle fan che altro, a brani pieni di esaltazione personale e di attacchi al resto del mondo del rap.

LE INUTILI DIATRIBE FRA RAPPER – E quel ch’è peggio è che una volta le liti fra rapper (i cosiddetti “dissing”)  erano confinate nei mixtape che giravano fuori dall’ambiente mainstream, adesso invece diventano i singoli di lancio degli album. In questo senso, il testo di “Musica commerciale” di Jake La Furia, per esempio, nel quale c’è un chiaro attacco ai colleghi che avevano accusato lui e i Club Dogo di essersi piegati alle esigenze del mainstream, è emblematico. Autoesaltazioni da “self made rapper” e liti stantie che in fondo a chi ascolta la musica poco dovrebbero interessare  e che magari invece preferirebbe un testo sociale (come molti rapper sanno bene fare) o anche solo una roba più leggera, per divertirsi.

Che poi il testo, nelle parti in cui si difende dalle accuse sia condivisibile (e lo è), c’entra poco. Non si capisce il perché una canzone come questa invece di essere, per esempio, la anonima traccia 7 di un album, ne sia addirittura la titletrack. Soprattutto quando si sconfina in raffinate licenze poetiche come “Fate cagare” e “andate affanculo”. E si passa dall’autodifesa all’autocelebrazione.  Per carità, non è il primo, a mettere in piazza tutto il proprio orgoglio attaccando i colleghi. L’anno scorso l’aveva fatto Marracash, che celebrandosi come il “King del rap” se n’era uscito con “simpatiche espressioni” rivolte ai colleghi come “Questo non è un dissing è un pissing perchè vi piscio”. In mezzo a tre minuti di autolaudi da far impallidire Narciso e a cose come “non c’ho manco un parente ricco”: chiaro il riferimento a Jake La Furia, figlio del pubblicitario milanese Giampietro Vigorelli. Curioso che ora i due collaborino insieme proprio per l’esordio da solista del componente dei Club Dogo.

 Prima ancora, a mettere in piazza (ma su un circuito meno commerciale) la propria rabbia fu Missa, già Miss Simpatia ed ex fidanzata di Fabri Fibra (quella che a Sanremosocial 2011 presentò la gustosa Ninna Nanna Rap per il figlio in grembo e alle audizioni rischiò di svenire mentre cantava all’ottavo mese di gravidanza): “Ciao Fibra” però la metteva sul piano “amoroso”, anche qui scendendo parecchio sul pesante, attaccando l’artista sul piano “fisico”.

“IO SO’ IO” – Poi invece ci sono quelli che arrivati ad un certo punto della loro carriera nata dal nulla, ci tengono a far sapere che loro sono i migliori. “Moreno è la novità, Moreno è la novità”, rappato da Fibra nella sua partecipazione al brano di Moreno, sembrava il fondo del barile “Ascoltarvi è stata una punizione, come trony no paragoni se invento suoni più veloci di Sonic al Nintendo“, rappa Moreno e giù attacchi, come da tendenza attuale) e invece, guardandosi attorno, quasi impallidisce, risultando poco più che un innocuo spot promozionale per il genovese fresco vincitore di Amici. In giro c’è molto di peggio, nei dischi e sul palco.

Ad Orvieto, lo scorso 23 agosto, Fedez era in concerto nell’ambito di Umbria Folk Festival nella stessa sera in cui cantavano anche i Koza Mostra, band greca nota in tutta Europa per la partecipazione all’Eurovision Song Contest e di recente sullo stesso palco dei Gogol Bordello. Fedez avrebbe dovuto cantare prima e i Koza Mostra subito dopo. Ma il milanese, pare, abbia chiesto ed ottenuto di cantare per ultimo. E poi c’è Emis Killa. Che già ne “Il peggiore” si difendeva dagli attacchi autoesaltandosi e che nell’ultimo singolo “Wow” si autocelebra a tal punto da paragonarsi quasi  a Cristo, facendo sfoggio dell’acquisita ricchezza. Il testo è qui, merita una lettura. Della serie: come siamo caduti in basso

Moreno, Coez, Clementino e gli altri: è l’estate dell’hip hop

L’Italia si sa, va a mode. Anche nella musica. Poco importa se non esportiamo un disco nemmeno sotto prezzo a parte pochi big ormai consolidati su cui le case discografiche investono. La nuova moda è quella del rap e dell’hip hop. Attenzione però, niente a che vedere con l’hip hop di qualità che c’è in Europa.  In gran parte di tratta di prodotti di basso livello, soprattutto nei testi.

Da Fabri Fibra, suo fratello Nesli, Marracash, capostipiti padroni del genere (sul primo la nostra opinione è notoria, ma va indubbiamente citato se non altro come  best selling), come Emis KillaClub Dogo e i Gemelli Diversi a nomi completamente sconosciuti, lanciati dai talent show, come Moreno Donadoni, oppure spuntati dal nulla e finiti ai vertici della classifica. Quella Fimi, ufficiale, non quella di ITunes. Qualcuno merita anche, come Coez, il cui album “Non erano fiori” è trainato da “Siamo morti insieme“. Ma anche “Hangover” merita un ascolto. Incide per la Carosello, la stessa etichetta di Nesli.

Oppure come Clementino, lanciato un paio d’anni fa nel mainstream da una collaborazione con Fibra, per la cui etichetta, distribuita da Universal, incide: “O’ Vient” è uno dei pochi testi che parlano di qualcosa di serio. Napoli e i suoi problemi, in modo non banale. Oppure Mondo Marcio, uno che sta nel giro da tempo, si autoproduce le cose e parla di cose sensate. L’ultimo suo lavoro è “Cose dell’altro mondo“.

L’etichetta di Guè Pequeno dei Club Dogo, aveva lanciato Fedez, ma c’è voluto il passaggio alla Sony per proiettarlo direttamente dal niente in testa alla classifica. “Alfonso Signorini (Eroe Nazionale)”, tratto da “Sig. Brainwash, ovvero l’arte di accontentare”. E nei giorni scorsi si è manifestato all’improvviso dal niente, senza altri riscontri discografici Rocco Hunt col suo album “Poeta urbano”: Pane e rap” è auroferenziale. Ovvero, il lato più noioso di questo genere. E il primo posto, ma su I Tunes, dal nulla ha toccato anche il romano Gemitaiz, qui in “Fuori di qua”, anche lui prodotto da Pequenò.

Nomi famosi, anzi, cognomi famosi. PicoRama, già Pico, di cognome fa Ruggeri ed è il figlio di Enrico. Fresco di questi giorni il suo debutto per una piccola etichetta, con l’album “Il secchio e il mare” trainato dal singolo “Cani bionici“, che vede la partecipazione di Dargen D’Amico, un altro piuttosto noto nel panorama rap. PicoRama è fra i pochi che si stagliano dalla media.

Poi ci sono quelli che cantano di quanto è bello il rap. Come Rise Beatbox in “Senti come suona”, primo esperimento di rap e beatbox insieme, senza musica ovviamente. Almeno qui c’è questa originalità. Nomi in giro da tempo ma saliti solo quest’anno, nell’estate dei rapper, in testa alle charts. Come Salmo, che è stato anche primo in classifica (anche lui quella Fimi) con l’album “Midnite”, altro prodotto di Guè Pequeno. “Russel Crowe” è il singolo di lancio, come tanti attacca la Chiesa, la religione con frasi fatte, senza motivazioni, quasi da vilipendio. Un altro gioco vincente, quello dello sparare nel mucchio. Non lo fanno tutti, ma quelli che lo fanno hanno più successo. O come Ensi, della stessa etichetta, già al quarto album: “Oro e argento”, vede la partecipazione di Samuel Umberto Romano dei Subsonica.

Senza dimenticare i giovanissimi, come Neks, quelli che hanno fatto canzoncine autoreferenziali sul mondo dell’hip hop ma hanno talmente azzeccato la melodia da farselo perdonare, come Entics e la sua “Click“, prodotto da Fabri Fibra, tormentone assoluto del 2012 o i Boombdabash, che portano avanti come il citato Clementino la difficile strada dell’hip hop impegnato in dialetto, mescolandolo però con l’inglese.

QUELLI DEI TALENT SHOW – E no, naturalmente non ci siamo dimenticati del fenomeno (immeritato) dell’anno, ovvero Moreno Donadoni, col suo album “Stecca“, pieno di citazioni di vecchi pezzi, roba scontata e pezzi banali. Il vincitore di Amici si giova di una certa orecchiabilità, ma solo di quella: “Che confusione” è la hit dell’anno (e non si capisce il perchè), “Sapore d’estate” vorrebbe fare la parodia delle canzoni estiva, ma è solo la parodia di una canzone.

Quasi scontato dire che Moreno è la risposta Mediaset al fenomeno lanciato da X Factor, quello Ics che si è dimostrato assai molto più poliedrico, ma che con molta meno promozione, ha visto sfumare molto presto il successo iniziale del suo inedito “Autostima di prima mattina” o de I Moderni l’anno prima. Perchè poi l’altra moda è questa, giocare a rincorrersi, a prescindere dalla qualità.

HIP HOP AL FEMMINILE  – Forse perchè sono di meno, le rapper donne si fanno valere. Baby K, prodotta da Tiziano Ferro, non è esattamente un nome nuovissimo, ma almeno porta una ventata di freschezza. “Non cambierò mai” ma anche “Killer“, cantato insieme col suo mentore, sono buone cose. E Sanremosocial di due anni mostrò il cuore di mamma di Missa, che si presentò alle finali incinta di 8 mesi, rischiò di non finire la canzone e suscitò grande tenerezza. “A te che verrai” era una ninna nanna hip hop, dedicata al figlio in grembo, ora nato. Missa (ex Miss Simpatia), per chi non se la ricorda, era l’ex fidanzata di Fibra e dopo la fine della relazione si sfogò con questo brano fuori dai denti.

IRONIA – E infine, lasciati per ultimo perchè ne abbiamo parlato spesso, l’ironia a fiumi di personaggi come Flaminio Maphia, di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi o di Piotta, cresciuto molto dai tempi di Supercafone, ma che rappresenta sempre un punto di riferimento per chi fa hip hop parlando di temi sociali senza disdegnare l’ironia. Come nel caso di “Piotta è morto“, dove si prende in giro, ma non troppo. E  non lo fa solo con sè stesso.

RAPPER DA SAN MARINO – Anche la piccola Repubblica di San Marino non è da meno. Recentemente è salito agli onori delle cronache Irol, alias Lorenzo Salvatori, 20 anni. Pure lui come al solito autoreferenziale, qui canta delle “Cose più importanti” e passato dalla grande vetrina di Geometrie Sonore, dove quest’anno è stato ospite un altro rapper del Titano, il 17enne Paco Zafferani, in arte Take One.

“Allagrande (Praticamente in mutande)”, la crisi secondo i Flaminio Maphia

Radio Globo fa ancora centro. Dopo aver fatto le cose in proprio, con la produzione di tormentoni cantati dai protagonisti della radio e con la ripresa da una vecchia filastrocca brasiliana  del Pulcino Pio, la cui voce peraltro è di un’altra speaker della radio, Morgana Giovannetti, arrivato al disco di platino e poi sbarcato nel resto d’Europa, adesso la grande radio romana è diventata produttrice di altri artisti.

Così all’interno del programma “Chiamata a carico” ha lanciato “Allagrande (Praticamente in mutande”), nuovo singolo dei Flaminio Maphia, duo romano sulle scene da quasi vent’anni nel panorama hip hop e il cui leader G-Max ha esordito anche come attore nella serie “R.I.S”. “Allagrande” è una metafora, in chiave ironica, del momento di crisi che stiamo vivendo, una “critica” al consumismo superfluo e inutile che ci attanaglia pur vivendo in un momento di ristrettezze economiche.

Un pezzo bello e attuale, ironico senza essere volgare, come è nello stile dei Flaminio Maphia. Recentemente, ne ha parlato anche il Tg di una emittente nazionale Ma ne ha parlato come di un “nuovo fenomeno” e come se G-Max, il frontman, fosse lui solo “Flaminio Maphia”. Della serie, parliamone senza sapere. Una tendenza molto negativa, che si va sempre più diffondendo.

“Tänään lähtee” degli Elokuu, movimento dalla Finlandia

Se siete amati del genere hip hop crossover che sconfina un pò in tutti in genere, questo è un disco da sentire. Loro si chiamano Elokuu e sono una novità nel panorama musicale finlandese. Due album di buon successo ma soprattutto una grande capacità di mescolare suoni, ritmi e generi canori. ““Tänään lähtee”  è il singolo che accompagna l’album “Pöytä on katettu” ed è un bel mix di jazz e hip hop in salsa pop.

Ma anche altri singoli, dal lavoro precedente mostrano come si possa trasformare un genere pur bello e con una dignità propria in un qualcosa che raccoglie molto di più. Ascoltate per esempio: “Saatilla” estratto da “Hääväki saapuu”. Il fatto che cantino nella loro lingua sicuramente penalizza noi che non la conosciamo (ma oggi esistono i traduttori automatici), ma è un valore aggiunto per questo genere di musica.

“J’me tire”, l’esordio da solista di Maitre Gims

Tempo fa avevamo parlato della Sexion D’Assaut, la crew hip hop assoluta dominatrice delle chart francesi e che ha vinto praticamente tutto quello che c’era da vincere agli NRJ Awards, gli Oscar musicali francesi organizzati dall’emittente radiofonica NRJ. Ebbene, il primato radiofonico e nelle chart di riflesso si estende anche a Maitre Gims, il franco-congolese che è uno dei componenti della crew.

Subliminal” segna il suo esordio da solista (anche se nel 2006 aveva dato alle stampe un maxi singolo), e da questo album è estratto “J’me tire”. Che ha conquistato la vetta delle classifiche in Francia, nella parte francofona del Belgio ed è andato benissimo in Svizzera. Primato meritato, perchè questo modo di fare hip hop crossover è davvero coinvolgente. Si può fare dell’ottimo hip hop anche in maniera più soft. In questi giorni poi, sta girando anche “Bella”, pure questa ai vertici della chart nazionali. Gradevolissima anche questa.

Lo sportello di Dove c’è Musica: Radiopulp

APRIAMO OGGI UNO SPAZIO DEDICATO ALLE VOSTRE SEGNALAZIONI. PUBBLICHEREMO VIDEO DI ARTISTI E GRUPPI CHE VORRANO PROMUOVERSI E RITERREMO VALIDI. SCRIVETECI.

I primi ospiti di questo spazio sono i Radiopulp, trio hip hop napoletano. Due singoli all’attivo ed un album, quello d’esordio a breve fuori. Dj Jad (ex Articolo 31), Paura (Videomind), sono solo alcune delle collaborazioni del loro primo lavoro. Nel luglio 2012 vincono il web contest Atellana festival X edizione, portando per la prima volta l’Hip Hop ad una manifestazione Rock così importante. Testi impegnati, come si addice al genere. Vi facciamo ascoltare “Paura” e “We don’t like you

Nesli primo partecipante ufficiale di Sanremo 2013 (e Gino Paoli…)

L’annuncio l’ha dato Luca Dondoni, prestigiosa firma musicale de La Stampa e conduttore del programma di RTL 102.5 “Pop around the clock“: Nesli sarà uno dei 14 Campioni in gara al Festival di Sanremo 2013.  Il rapper di Senigallia, 33 anni, all’anagrafe fa Francesco Tarducci ed è il fratello di un altro grande esponente del genere rap/hip hop, Fabri Fibra. Ma da lui è diversissimo: nei testi (tanto belli quelli di Nesli quanto inutili e scialbi quelli di Fibra) e anche nel pensiero sul festival, cui Nesli già l’anno scorso aveva detto di voler andare e dove invece Fibra non vuole mettere piede.

Con Nesli tavrà un posto al Festival una storica etichetta italiana, la Carosello, del gruppo Curci: due anni fa entrò di rincorsa mettendo sotto contratto i BTwins, arrivato però a Sanremo senza etichetta, mentre Patty Pravo l’anno scorso firmò per l’etichetta proprio in coincidenza del Festival. Il rap dunque ci riprova, sull’onda del successo dell’album di Nesli “Nesliving vol. 3 Voglio” , già primo in classifica e dei singoli “Perdo via” e “Ti sposerò”. Canzoni che però ovviamente non potranno essere presentate all’Ariston, dove Nesli come gli altri dovrà portare due motivi inediti, come da regolamento.

L’ultimo rap sanremese è stato “Rivoluzione” di Frankie Hi NRG   finalista nel 2008, ma andando in dietro col tempo si ricorda per esempio Piotta, in gara nel 2004 con “Ladro di te” . Si preannuncia dunque un Sanremo assai vario visto che nei giorni scorsi Gino Paoli aveva annunciato la sua presenza al Festival su esplicito invito del conduttore Fabio Fazio, circostanza confermata durante la presentazione del regolamento dallo stesso Fazio. E sempre Paoli pare abbia posto come condizione per esserci la possibilità di farsi accompagnare sul palco dal grande pianista jazz italiano Danilo Rea, con cui sta condividendo un tour nei teatri.

Anche la presenza di uomini di jazz non è una novità. Raphael Gualazzi  (vincitore dei Giovani 2011 e poi secondo all’Eurofestival) a parte, si ricordano in gara in tempi recenti anche Mario Rosini (terzo nel 2004), Sergio Cammariere (2003 e 2008) oltre a Nicky Nicolai con e senza il marito Stefano Di Battista (2005, 2008 e 2009), sino al grandissimo Nicola Arigliano (2005, accompagnato nei duetti da diversi mostri sacri del settore) e come “guest stars” Fabrizio Bosso (col citato Gualazzi) e Stefano Bollani (duetto con Johnny Dorelli nel 2007).

“Poses Xiliades Kalokairia”, Demy conquista la Grecia

A volte i sogni si avverano. Quello di Dimitra Papadea, 21 anni, in arte  Demy è diventato realtà all’improvviso. E per giunta, senza nemmeno una grande casa discografica alle spalle. Anzi, è proprio questa peculiarità ad averle spalancato le porte del successo. Il suo primo Ep “Mono Mbrosta” le vale tre premi ai Mad Awards, gli oscar della musica greci nel 2012 (il lavoro è del 2011): in particolare il duetto con Midenistis  Mia zografa” vince come miglio video assoluto e urban e lei è miglior esordiente.

E’ qui il grande pubblico la conosce, ma il meglio deve ancora venire. Dopo “Fallin”, il duetto con Playmen (molto interessante) esce il secondo ep “Poses Xiliades Kalokairia” (Quante migliaia di notti) trainato dal singolo omonimo. Da quando è uscito, vale a dire lo scorso giugno, si è issato in testa alla classifica dei brani greci e non ne è più sceso. Un vero fenomeno. E chissà che la Grecia non decida di cavalcare questa onda, per lanciarla a livello internazionale, visto anche il sound poco etnico. Nel nuovo Ep, oltre a vari remix della titletrack, c’è anche il brano “Love Light”.

Stasera via ai Giochi Olimpici 2012: la canzone ufficiale e quella… di Sky

La grande festa dello sport è arrivata. Noi siamo un blog di musica, ma siamo soprattutto un blog europeo e allora non possiamo non dedicare un post ai Giochi Olimpici di Londra che cominciano ufficialmente stasera (dopo i due giorno di prologo calcistico) con la cerimonia di apertura a Stratford. (ore 21 diretta Sky e Rai Uno). Un vento da 4 milioni di telespettatori la cui direzione è affidata a Danny Boyle, premio Oscar,  celebre regista di film come Trainspotting e The Millionaire.

Ci sarà ovviamente grande spazio per la musica e alla fine dovrebbe arrivare anche sir Paul Mc Cartney come degna conclusione dell’evento, prima dell’accensione ufficiale del braciere olimpico. Abbiamo già parlato su questo blog dell’inno ufficiale, “Survival”, scritto da Matthew Bellamy, leader dei Muse e appunto cantato dalla band, uno dei gruppi più popolari d’Europa.

Più modestamente, anche l’Italia avrà una sua canzone – per così dire – olimpica, è “L’estate si balla” de I Moderni, secondi classificati all’ultimo X Factor, il primo targato Sky. La canzone dell’ensemble torinese, ovviamente NON E’ l’inno italiano dei Giochi, ma in pratica sarà usato da Sky come sigla di Social Games, il programma di approfondimento sui Giochi con le notizie che arrivano dal web. E ovviamente sta girando da tempo sull’emittente satellitare.