Il mashup “Of the night” anticipa l’album-raccolta dei Bastille

Con malcelato orgoglio possiamo dire di essere stati tra i primi in Italia a parlare dei Bastille, quando ancora il loro successo internazionale era di là da venire. Fu in occasione della prima ondata di airplay per “Pompeii”, il singolo che li ha fatti conoscere nel mondo e anche da noi e che ha fatto da traino al successo del gruppo londinese, pronto ad essere probabilmente premiato come rivelazione dell’anno agli MTV European Awards di Amsterdam del prossimo novembre.

In quella occasione proponemmo anche alcuni ascolti da “Bad Blood”, il loro album di esordio che seguiva tre EP e due mixtape. E intanto usciva in Europa anche il singolo “Laura Palmer“, nome che i più assoceranno alla protagonista – benchè defunta – della famosa serie X Files, mentre l’album arrivava al disco di platino (e alla posizione 11 negli Usa) e il singolo più famoso ne vinceva 4 più due d’oro in giro per il mondo.

Ebbene, ora, sul mercato italiano sta per uscire “All this Bad Blood”, una sorta di mega raccolta che contiene nella prima parte tracce da “Bad Blood”, e altre tracce che la band ha registrato nel corso degli anni e nella seconda, una selezione delle tracce dei 2 mixtape della band, “Other Peoples Heartache Parts 1 and 2″, più due tracce inedite registrate nelle ultime settimane. Il singolo di lancio è “Of the night”, mashup di un mitico progetto italiano, “Rhytm of the night” dei Corona (anno 1993 con la cantante brasiliana Olga De Souza che in realtà muoveva solo la bocca mentre la voce era quella di Jenny B) e “Rhytm” is a dancer”, progetto italo- tedesco degli Snap (1992).

Dice Dan Smith, leader della band: “La prima parte ci ha permesso di far uscire in modo appropriato le tracce che amiamo e che suoniamo dal vivo tutto il tempo, ma che non ci stavano nell’album di debutto. La seconda parte è il riassunto dei mixtape, con l’aggiunta di un paio di brani nuovi che mostrano le nuove direzioni che prenderemo per il prossimo album: in una comanda la chitarra e l’altra è più elettronica“.

Il singolo è in uscita il 25 ottobre, l’album il 26 novembre, ma i fan italiani avranno anche una grande possibilità per vederli dal vivo:  il loro tour mondiale  farà tappa il 23 novembre all’Alcatraz di Milano  (tutto già sold out). E poi, dopo gli States, stanno anche per sbarcare in Sudafrica, all’inizio del prossimo anno.

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“Applaus, applaus”, l’indie rock degli Sporfreunde Stiller (quelli che il calcio e Dino Zoff…)

Rock e calcio. Un legame strettissimo per gli Sportfreunde Stiller. Nome che ai più dice poco, ma che in realtà sono una molto apprezzata band indie rock bavarese. Attiva dal 1996, con ottimo riscontro di vendite. Dopo il successo degli ultimi quattro album, ma soprattutto di “La Bum”, arriva “New York, Rio, Rosenheim”  e la loro musica è tornata in auge: l’album è partito con un secondo posto e nelle radio sta girando “Applaus, applaus“, il nuovo singolo. Parecchio orecchiabile e radiofonico

Il calcio nella musica, la musica nel calcio. Perchè due di loro hanno giocato  nelle serie regionali tedesche e perchè hanno messo il nome di Hans Stiller, il loro allenatore, in quello della band.  E perchè il loro album si intitolava “So wie einst Real Madrid”, in omaggio alle merengues spagnole. E cosa c’è di meglio, per una band che ama il calcio che finire in un videogame calcistico? E’ successo anche questo, agli Sporfreunde Stiller, quando “International”, tratto da  “Die gute seite” finì nella colonna sonora di Fifa 2003. Ovviamente, un brano dal sapore sportivo.

E che dire di quando volevano portare bene al “Nationalmannschaft“, la nazionale di calcio, allora guidata da Jurgen Klinsmann? Furono loro a scrivere: “54, 70, 90, 2006”, in omaggio alle tre vittorie tedesche ai mondiali”, sperando appunto nella quarta, quella del 2006. Come andò a finire, lo sappiamo bene. A loro andò meglio, perchè il brano vendette 300mila copie, issandosi in testa alle charts: quattro anni dopo cambiarono 2006 con 2010, ma il risultato sportivo fu lo stesso.

Finito il legame con lo sport? Nemmeno per idea. Ovviamente da bavaresi sono tifosi, alcuni del Bayern Monaco altri del Monaco 1860. E per non farsi mancare niente, nel 2004 chiamarono un calciatore del Bayern, il paraguayano Roque Santacruz a cantare con loro “Ich Roque” contenuta nell’album “Burli“, dove si trova anche un brano dedicato a Benjamin Lauth, attaccante del Monaco 1860, “Lauth Anhoren” e  anche un brano dedicato ad un cestista, il pivot della nazionel Dirk Nowitzki, “Dirk, wie ist die Luft da oben?“.

Ovviamente, c’è dell’altro. “You have to win the zweinkampf“, titolo del loro quarto album è la traduzione di un detto pronunciato dal calciatore francese Bixente Lizarazu. E poi c’è qualcosa che riguarda anche l’Italia. Perchè a volte, nelle loro tournée in giro per la Germania, soprattutto quando la loro notorietà non era ancora così grande (dal 2005, quando avevano toccato il secondo posto con “Burli”) si sono esibiti sotto falso nome. Per esempio, The Kaltz Mannis. Chi era Manfred “Manni” Kaltz? Un calciatore ovviamente, campione europeo e vice campione del Mondo nel 1982 con la Germania. Oppure The Dinozoffs, come il portiere della Juventus e della Nazionale che quel Mondiale mitico lo vinse. Insomma, davvero una band nel pallone

“Teresa Rampell”, il furore catalano dei Manel

Riecco una della band a cui siamo più affezionati. Forse perchè non sono tante le produzioni di livello importante in lingua catalana. I Manel però sono andati oltre, riuscendo a conquistare il cuore di tutti gli spagnoli, tanto che i loro lavori trovano sempre spazio nelle charts nazionali.

Il nuovo album, “Atletes, baixin del escenari” uscirà il 16 aprile, ma intanto si è già issato ai primi posti delle classifiche il singolo “Teresa Rampell“, dedicata ad una donna che irretisce gli uomini ai tavoli di un night club con le sue movenze sensuali.

Un brano che dei Manel ha la verbosità nei testi e la lunghezza, forse meno il sound, sicuramente più radiofonic0  e meno indie-cantautorale rispetto alle altre cose cui avevano abituato il pubblico (e di cui avevamo riferito), ottimo biglietto da visita per un lavoro che ha come traguardo naturale da raggiungere, eguagliare e migliorare il primo posto del precedente “10 milles per veure una bona armadura”.

“High Hopes”, alla scoperta degli irlandesi Kodaline

Chi ama la scena indie li conosce come 21 Demands. Ma dal 2011 hanno cambiato nome in Kodaline. Il sound però è sempre molto interessante e adesso, a distanza di sei anni dall’ultima volta, per la prima col nuovo nome, tornano in testa alla classifica: “High Hopes” è il nuovo singolo del quartetto irlandese, che ha subito conquistato la vetta in patria e si appresta a sbarcare anche nel Regno Unito.

Il singolo fa parte di un EP con lo stesso titolo che precede l’uscita di “In a perfect world”, il primo album della band di Dublino in uscita a Giugno. Nel 2012 era anche uscito un EP che portava il loro nome. Recentemente erano saliti agli onori della cronaca proprio con un brano dell’Ep eponimo, dal titolo “All I want” ascoltato anche in una puntata della serie Grey’s Anatomy. E sono stati anche nominati come Brand New per gli MTV Awards.

“Agata brioches”, l’indie pop de L’Officina della Camomilla

Quando uno li ascolta per la prima volta, spiazzano. Perchè sicuramente  il loro modo di intendere il pop non è quello che passa comunemente per le radio. E anche i loro testi, apparentemente ermetici, nascondono invece messaggi importanti. “Agata Brioches” è il singolo numero due dell’album “Senontipiacefalostesso Uno” de L’Officina della Camomilla, giovane gruppo milanese al debutto discografico con un album completo (prima c’era stato un Ep).

In realtà in singolo è il primo che li vede da soli: il lancio era stato in duetto con un gruppo bolognese, Lo Stato Sociale, che incide per la stessa etichetta, la Garrincha Dischi, ne “La tua ragazza non ascolta i Beat Happening” (una storica indie pop band). C’è che tutto è molto bello, molto ben suonato, lontano dal sound tradizionale, molto avvolgente, con sfumature elettroniche che rendono il progetto ancora più interessante.

Alla scoperta dell’indie rock dei Bastille

A sentirli si direbbe che hanno tutte le carte in regola per essere fra i prossimi protagonisti della scena musicale europea. Sono i londinesi Bastille, che in nemmeno due anni, con due EP e un album in uscita il prossimo 4 marzo (“Bad Blood”) hanno rapidamente scalato gli indici di gradimento delle radio britanniche. Un pò meno quelli delle charts, ma del resto la musica indie paga sempre un pò dazio su questo fronte.

“Pompeii” è il singolo che in questi giorni sta girando in anteprima nelle radio e che uscirà il 24 febbraio prossimo. Un prodotto di spessore, che unisce sonorità elettroniche al pop non convenzionale. L’Europa li ha conosciuti all’I Tunes Festival di Londra e i consensi sono stati innumerevoli, sopratutto per l’originalità del loro sound e per la musica molto “avvolgente”: la tracktitle dell’album è un altro pezzo di spessore, ma anche “Overjoyed”, il primo pezzo uscito sotto etichetta Emi, non è da meno. Ma merita un ascolto anche “Flaws” . Ne risentiremo parlare presto anche da noi. Sicuro.

Delilah, la Gran Bretagna sforna un altro talento

Paloma Ayana Stoecker è cittadina del mondo. Inglese nata in Francia da famiglia di origini cubane, nigeriane e spagnole.   E in questi giorni sta spopolando nelle radio e nelle charts inglesi grazie alle sue sonorità “scure”, così lontane dal pop tradizionale. Lanciata dalla collaborazione con artisti molto popolari sulla scena inglese come Chase& Status e Maverick Sabre, sta raccogliendo ottimi consensi col suo album d’esordio “From the roots up”.

“Inside my love” ha  atmosfere delicate e lounge ma anche le altre canzoni dell’album uscite come singolo non sono di minor livello: “Go” è il singolo di maggior successo e quello che l’ha fatta conoscere al grande pubblico anche grazie all’esibizione sul BBC1 XtraLive Stage, nel quale ha proposto anche “Love you so”. Live che hanno contribuito ulteriormente a far crescere i consensi per lei.

Prima dell’album che l’ha definitivamente consacrata, sono arrivati tre mixtape con produzione inedite, incisioni di vario genere e remix dei suoi primi brani e poi un duetto con Emelì Sandè agli MTV Brand New 2012. “From the roots up” porta al suo interno firme eccellenti: oltre all’artista scozzese, anche  Sia,  Salaam Remi, Guy Chambers, Dan Carey, Sam Dixon, Rick Nowels e Ben Drew dei Plan B.. Ascoltate ancheBreathe”, merita.

Missincat, l’Italiana che ha conquistato la Germania (oltre agli Usa e all’Australia)

Sembra una storia da favola ma è tutto vero. Caterina Barbieri, in arte Missincat canta e suona il basso a Milano nel gruppo Le Vertigini. Canta e compone anche per sè ma le sue canzoni non trovano il giusto spazio, come capita a tanti artisti. Nel 2007 si trasferisce a Berlino ed è lì che facendo la spola con la sua città riesce a dar vita al primo album. E’ il 2009 e lei ha 29 quando esce “Back on my feet”. Un’artista italiana. Di più, una cantautrice italiana, dal sound raffinato (voce e chitarra acustica e poco altro) in uno dei templi della musica pop.

Eppure è così. La Title track dell’album, uscito solo in Germania per una piccola etichetta indie che aveva ascoltato i brani sul suo my space, resta per mesi in rotazione nelle radio tedesche ed ai vertici delle charts indie e lei comincia a girare tutti i programmi delle tv nazionali pubbliche e private e ad avere copertine sui settimanali. La canzone diventa anche il jingle di una nota marca di consolle per videogames. Nel 2011 esce in Germania e in Europa “Wow“, prodotto dallo svedese Sonny Boy Gustafsson.

E adesso, a distanza di mesi, la 32enne milanese si prepara a sbarcare in Italia col secondo album e per l’occasione sfodera un duetto con Giuseppe Peveri, in arte Dente, uno dei nomi più interessanti della scena indie italiana. “Capita” è un gran bel pezzo, apprezzato anche dai tedeschi, come si può vedere sopra. E in Australia e negli States, dove è andata in tour più volte .Ma anche il singolo precedente “I wish you could allow” è decisamente interessante. Occhio a questa artista. Merita molto.

“Aniversari” e altre canzoni: l’indie pop dei catalani Manel

Sono forse il miglior prodotto in lingua catalana che abbia sfornato la Spagna negli ultimi anni. Per loro parlano i numeri: ogni volta che esce un loro disco, sbancano le classifiche, diventando quasi subito il più venduto nell’intero paese. Dal 2007 i Manel hanno portato una ventata di novità nella scena indie pop spagnola. Vincitori di un concorso giovanile, il primo album “Els millors professors europeus” è incoronato come miglior prodotto del 2008.

L’album seguente sta andando ancora meglio. Si chiama “10 milles per veure una bona armadura” e presenta una serie di ottime tracce che mescolano il pop al folk. “Aniversari”, che trovate sopra, è accompagnato da un video bellissimo. Ma ci sono altre tracce interessanti come ad esempio “Benvolgut” o “La cancò del soldadet”. Sonorità molto raffinate, delicate, a volte anche piuttosto lunghe, accompagnate da testi decisamente non banali.  Ancora qualche assaggio dell’album, per esempio “Boomerang” e “El Miguel i l’Olga tornen”. Bravissimi davvero.

“What you want”, l’elettropop retrò dei Two Door Cinema Club

Elegantemente retrò eppure assolutamente al passo coi tempi. Se li guardi, i Two Door Cinema Club sembrano emuli dei Beatles, con quella loro acconciatura molto anni’60. Ma la loro musica è quanto di più contemporaneo ci sia. Lanciata da my space, questa band nordirlandese (di Bangor, per la precisione) è diventata una sorta di fenomeno mondiale ed ora è conosciuta un pò dappertutto (ovviamente Italia esclusa), avendo tenuto concerti anche negli Stati Uniti, in Australia, Giappone, Corea e Hong Kong

“What you know” è il singolo estratto dall’album “Tourist History” e sebbene discograficamente non abbia avuto grosso riscontro, nell’ambiente indie il brano è apprezzatissimo. Certamente il loro sound è molto particolare, va gustato e riascoltato più volte per essere goduto. Come anche “Something good can work”, il primo dei quattro singoli estratti oppure “I can talk”. Fusioni interessanti di pop, rock e musica elettronica.