Sanremo 2009, vince Marco Carta con “La forza mia”

Si potrebbe quasi dire: “era tutto previsto”. Marco Carta con “La forza mia” vince il Festival di Sanremo. Superati gli ostacoli delle giurie demoscopiche e di quella tecnica, le uniche che avrebbero potuto defenestrarlo, si era capito subito che la sua strada sarebbe stata spianata. Senza rivali al televoto, dopo che l’ultimo round aveva visto sconfitto anche Al Bano, l’unico in grado di calamitare i voti telefonici quanto lui.

VALLETTA” POCO CASUALE – Sul podio Sal Da Vinci (terzo) e Povia (secondo), non certo le tre migliori canzoni del lotto (tutt’altro) anche se almeno va detto che ha vinto uno dei pochi brani che riascolteremo in radio. Ha vinto Carta nella serata nella quale CASUALMENTE c’era sul palco Maria De Filippi. Come non pensare che solo la sua presenza abbia portato in dote i voti di coloro che solitamente guardano “Amici”? 

RIDATECI LA MUSICA – La musica italiana, intesa come prodotto esportabile anche in Europa, esce sconfitta. Marco Carta ha il successo assicurato in tema di vendite, ma ha un traino importante che arriva dalla sua precedente esperienza nel talent show. Non è il solo in Europa, intendiamoci. Praticamente dovunque ormai i primi posti delle classifiche europee sono monopolio di giovani usciti dai vari “X factor” e “Star Academy“, “Pop star” e simili.

Solo che in Europa, questi vanno di pari passo con il prodotto locale che esce normalmente dalle varie esperienze: ci sono gli artisti dei talent, ma anche tutto il resto del pianeta musicale ha i suoi spazi. Le tv europee fanno molta più musica e nei festival europei l’età media dei partecipanti è bassissima. Da noi girano sempre gli stessi nomi – che intanto invecchiano- e soprattutto si continua a votare in base a criteri variegati fra i quali il valore musicale è sempre l’ultimo. E i talent show sono praticamente l’unica fonte di rinnovamento della nostra musica.

Non ci confrontiamo con l’Europa – intesa come Eurofestival – da 10 anni, preferendo il nostro ghetto: se lo facessimo sapremmo quanto siamo lontani dal concetto di musica contemporanea e quanto lo è Sanremo, che ha eliminato uno dopo l’altro gli artisti più radiofonici. Almeno una cosa, quindi, a Marco Carta (ma anche ad Arisa, se è per questo), dobbiamo rendergliela, per onestà intellettuale: è un nome nuovo e amato dalle radio.

L’ultimo vincitore del genere fu Elisa, nel 2001. Come dire: dei tre arrivati in finale ha vinto il meno peggiore: se avessero vinto gli altri due, o Al Bano, per esempio, sarebbe stato probabilmente il funerale.  Magra consolazione, ma è bene non cullarsi sugli allori: è stato un buon festival complessivamente, ma che ha finito per relegare i brani “veri” fuori dalla porta. Manca sempre un passo per segnare la svolta. Perchè questa è l’Italia.

QUELLI CHE NON HANNO ETA’Marco Carta ha 23 anni, tre in meno di Arisa che ha vinto nella sezione Giovani. Per riprendere un concetto del mio amico Eddy Anselmi di Festivaldisanremo.com: Carta (25 anni), Povia (36) e Sal Da Vinci (40) erano i tre più giovani in gara fra i campioni. In gara c’erano sei artisti over 60. Nel 1973 i tre vincitori furono i più vecchi in gara e il più anziano di anni ne aveva 33. Meditate gente.

PRIVILEGIO – Marco Carta è il primo artista uscito dai talent show che abbia gareggiato nella ex categoria Campioni. Niente di male, ma allora, seguendo lo stesso criterio, perchè Karima e Silvia Aprile (e in passato Antonello, Maria Pia Pizzolla e i Pquadro) erano fra i Giovani e addirittura Emanuele Dabbono, 4Sound, Antonio Marino addirittura al contest on line?  E che dire per esempio di una come Iskra, da 20 anni corista di Lucio Dalla, che ha cantato in tutto il mondo ricevendo i complimenti anche di Eric Clapton? Lei fra le Nuove Proposte. Questo festival è stato bellissimo, ma aveva alcune cose davvero assurde.

LA SCONFITTA DEL TELEVOTO – Lo abbiamo detto anche in passato: il televoto “droga” questi concorsi. Almeno il televoto come lo si fa in Italia, tenendolo aperto per giorni e giorni, senza controllo. Favorisce inevitabilmente gli artisti che a prescindere da canzoni e/o talento, hanno un maggiore appeal fra il pubblico. Fateci caso: oltre al Marco Carta, sono arrivati in finale Sal Da Vinci, ovvero l’unico napoletano in gara (e tradizionalmente gli amici napoletani sono giustamente calorosi con i loro rappresentanti) e Povia, autotrascinatosi grazie all’operazione mediatica fatta dentro e fuori dal palco per sostenere la sua mediocre canzone (al di là del testo) e probabilmente spinto verso l’alto dall’efetto boomerang dell’intervento di Grillini dell’Arcigay dopo la sua prima esecuzione (peraltro Povia è comunque uno che già di suo ha un discreto appeal, vedasi “Vorrei avere il becco” del 2006 e “I bambini fanno oh..”)

MEGLIO L’EUROPA – Il televoto è diffuso anche in Europa. Ma lo usano meglio. All’Eurofestival, il concorso europeo della canzone, cui l’Italia non partecipa per scelta della Rai (possono gareggiare solo le tv pubbliche associate all’Eurovisione) dal 1998, si vota soltanto alla fine di tutte le esibizioni e per soli 15 minuti. Questo metodo ovviamente non mette al riparo dal fatto che si possano favorire gli artisiti più mediatici, ma senz’altro garantisce equità di condizioni. La miglior soluzione sarebbe probabilmente far votare solo le radio, tanto sono loro che poi passano i dischi.

 FESTIVAL TALENT – A suo modo  Carta segna una svolta storica perchè per la prima volta un cantante uscito da un talent-show (ammesso che “Amici” si possa definire tale) vince il Festival di Sanremo. E’un segnale importante, dopo che quest’anno un altro artista uscito dai talent (X-Factor, quello si che lo è), vale a dire Giusy Ferreri ha dominato le classifiche restando prima per tre mesi consecutivi. Un segnale che dovrebbe far riflettere su quanto poco spazio abbia la musica nella tv italiana.

DIRETTRICE D’ORCHESTRA VINCENTE – La vera vincitrice del Festival di Sanremo è Federica Fornabaio, la bellissima direttrice d’orchestra che era sul palco dell’Ariston. Lei ha diretto sia il brano di Marco Carta che il brano di Arisa. Anche questo è un piccolo successo.

ARISA PIGLIATUTTO – L’altra grande vincitrice è Arisa, in arte Rosalba Pippa, che ha vinto tutti i premi in palio (li vediamo sotto) per la sua categoria. E ieri sera, all’inizio della serata finale del Festival di Sanremo, il suo brano “Sincerità” era in testa anche alle classifiche di vendita di I-Tunes. Davanti a Marco Carta.

 PREMI COLLATERALI

PREMIO DELLA CRITICA “Mia Martini” sezione Giovani: ARISA
PREMIO DELLA CRITICA “Mia Martini” sezione Artisti: AFTERHOURS
PREMIO SALA STAMPA RADIO TV sezione Giovani: ARISA
PREMIO SALA STAMPA RADIO TV sezione Artisti: POVIA
PREMIO SIAE: Anja (Sanremofestival.59)
PREMIO CITTA’ DI SANREMO: alla memoria di MINO REITANO

I NOSTRI SONDAGGI: CARTA TRIONFA, MASINI ALLA GRANDE – Marco Carta è il trionfatore anche nei nostri sondaggi il 38% aveva previsto la sua vittoria, mentre per il 22% il favorito era Povia. “La forza mia” è la miglior canzone del Festival, categoria Artisti per il 28% di voi. Le altre posizioni: “L’Italia” (Marco Masini) 11%, “L’amore è sempre amore” (Al Bano) 9%; “Luca era gay” (Povia) 7%; “Il mio amore unico” (Dolcenera”) 6%; “Non riesco a farti innamorare” (Sal Da Vinci) 6%, “E io verrò un giorno là” (Patty Pravo) 5%. Seguono gli altri. Per quanto riguarda i giovani invece solo il 26% aveva previsto la vittoria di Arisa contro il 38% che pensava al successo di Karima.

Sanremo 2009: la serata finale

logo_sanremo4Pronti? Via. Alle 210,45 dunque mezzora prima del previsto, si assegna il cinquantanovesimo trofeo riservato al vincitore del Festival di Sanremo. Sarà una serata lunga e complicata, nel quale i dieci Artisti rimasti in gara si contenderanno il trofeo a colpi di televoto, ma anche attraverso una terza giuria demoscopica (differente dalle prime due), sempre presente in sala.

Attraverso un meccanismo ad eliminazione, si arriverà a stabilire la gradutoria ed a trovare i primi tre, che si giocheranno, a quel punto sempre con doppia votazione, la vittoria del Festival di Sanremo. Da notare che i tre finalisti RICANTERANNO la canzone e il voto ripartirà da zero.

Il lotto dei dieci finalisti (che trovate sotto), comprende parecchi artisti che hanno proprio nel televoto la loro principale (se non unica) arma. Dunque sarà determinante, con buona probabilità il giudizio dei 300 uomini in bianco dentro l’Ariston, che nelle prime due sere ha fatto fuori vittime illustri. Difficile però che escano fuori sorprese, anche se in passato Sanremo ha insegnato come chi ne è entrato Papa, ha finito per uscirne Cardinale.

Le quotazioni danno in rampa di lancio Marco Carta, Alexia, Patty Pravo, Marco Masini e il solito Povia. Ma attenzione ad Al Bano e Sal Da Vinci, pronti a sbancare al televoto. Fausto Leali di rincorsa, perchè dopo aver superato tre serate potrebbe anche entrare nei primi cinque posti. Ecco i dieci finalisti, vi facciamo notare che a parte Marco Carta e forse la canzone di Alexia, non c’è una canzone che passeranno le radio. Ancora una volta dunque esce sconfitto il mondo giovanile, che poi è quello che compra i dischi. Complimenti a tutti davvero.

AL BANO -L’amore è sempre amore
ALEXIA ft MARIO LAVEZZI – Biancaneve
MARCO CARTA – La forza mia
SAL DA VINCI – Non riesco a farti innamorare
FAUSTO LEALI – Una piccola parte di me
MARCO MASINI – L’Italia
PATTY PRAVO – E io verò un giorno là
POVIA -Luca era gay
PUPO-PAOLO BELLI-YOUSSOU N’DOUR -L’opportunità
FRANCESCO RENGA – L’uomo senza età

Si esibiranno sul palco anche, che ha trionfato nella sezione Nuove Proposte con il brano e Anja, la vincitrice del contest “Sanremofestival.59″, col brano “Buongiorno gente”. Il brano, come al solito lo trovate qui perchè non ci esiste in rete una fonte diversa dalla quale attingere.

Il contest, nonostante le polemiche per il voto presunto drogato (se ne parla da anni del fatto che il televoto si può manipolare, nessuno fa niente perchè porta soldi), ha comunque mandato in finale dieci brani di ottimo livello, molto rispondenti ai gusti musicali giovanili e al target radiofonico. Buona l’idea, meno il sistema di voto. Buona serata finale

DIRETTA SCRITTA DELLA SERATA FINALE DEL FESTIVAL DI SANREMO SUL SITO WWW.FESTIVALDISANREMO.COM DELLL’AMICO E COLLEGA EDDY ANSELMI, CHE SI TROVA NELLA CITTA’ DEI FIORI E CON IL QUALE COLLABORIAMO.

Sanremo 2009, terza serata. Ripescati Al Bano e Sal Da Vinci. Anja vince Sanremofestival.59

sanremo2009_2002Serata duetti per i Giovani e passerella televoto per i big finiti nel girone dei (con)dannati. La terza serata del Festival di Sanremo non ha deluso le attese anche se gli accoppiamenti con i grandi della musica italiana in qualche occasione non hanno reso come dovevano o hanno conferito un effetto strano alla canzone. Per fortuna dei dieci giovani in gara, per loro la votazione era sospesa in attesa della giuria mista (50% televoto, 25% radio, 25% giornalisti) di stasera. Ma ieri è stata anche giornata di verdetti.

ARTISTI – Per quanto riguarda i sei Artisti al televoto (Nicky Nicolai & Stefano Di Battista, Sal Da Vinci Iva Zanicchi, Al Bano, Afterhours, Tricarico) va detto che hanno cantato alla fine delle Nuove Proposte (la prima, Nicky Nicolai, alle 0.20). Il televoto si è aperto però su degli estratti video dei loro brani attorno alle 22. Vista l’ora tarda, possiamo dire che le loro esibizioni sono state praticamente ininfluenti sull’esito finale. Tricarico per esempio, che ha cantato per ultimo, alle 0.45, è andato infinitamente meglio della prima sera. Ma quanti avranno votato sentendo quella esibizione e non quella stonatella di martedì? In pochi. Perché non si fa come all’Eurofestival? Televoto SOLO ALLA FINE DI TUTTE LE ESIBIZIONI, un quarto d’ora e via… Tutti alla pari.

Il televoto fa sempre danni ma soprattutto conferma quello che era ampiamente nelle previsioni. Rientrano dalla finestra Al Bano e Sal Da Vinci. Esce la canzone più bella fra le 16 dagli Artisti, quella di Nicky Nicolai. Tricarico e la Zanicchi partivano dietro. E lì sono rimasti. Gli Afterhours erano più che altro un nostro desiderio. Dunque amici, non fatevi illusioni, non avremo un podio innovativo domani sera. Avremo i soliti noti. La canzone italiana è altrove, come sempre. Chi vince? Visto come è andato il televoto, un’idea ce l’abbiamo. Sabato al fianco di Bonolis ci sarà Maria De Filippi…

SANREMOFESTIVAL.59 – Si è concluso il contest web che era cominciato il 14 gennaio. Sanremofestival.59, la vera categoria esordienti di questo festival ha premiato la bella Anja con il brano “Buongiorno gente”, che potete ascoltare cliccando qui (il video non si può postare, sorry…). La sentiremo cantare (il brano merita) domani sera.

DUETTI NUOVE PROPOSTE- Riccardo Cocciante e Filippo Perbellini, uno di fronte all’altro, pianoforte contro pianoforte, con la stessa pettinatura, sembrano padre e figlio. La canzone è cocciantesca anziché no, la mano del cantante italo-vietnamita c’è tutta ed è sempre bellissima e molto radiofonica, con la spruzzata d’archi che la impreziosisce. Colpisce soprattutto la musica, maestosa ed ariosa, come nello stile musical dell’ultimo Cocciante. Il neo? L’originale ed il clone cantano praticamente alla stessa maniera e questo non depone a favore del giovane veronese. Il brano però è proprio bello e la gente in sala applaude meritatamente.

Silvia Aprile canta, Pino Daniele suona la chitarra. Stesso effetto soporifero della prima esecuzione, il brano scivola via come acqua corrente, lei è bravissima ma non sarà ricordata certo per questo pezzo, troppo soft per colpire davvero. Ritenta, sarai più fortunata.

Karima, Mario Biondi e Burt Bacharach, qui l’attesa era alta, sul brano arrangiato dal Maestro americano. Bella fusione di voci, già rodata (Karima ha cantato ai concerti del catanese). Lei è diventata un figurino e le sta bene proprio tutto. L’esecuzione è notevole davvero, il brano anche, leggero e soave, di atmosfera. Ma perché diamine Mario Biondi che è siciliano deve cantare sempre in inglese? Segue “Raindrops keep fallin’ on my head” con il Maestro al piano. Soavissimo.

Irene Fornaciari e illustre padre con amici al seguito (Dodi Battaglia, Maurizio Vandelli, Fio Zanotti). Lei è brava e ha due metri di gambe, la canzone continua a convincerci soltanto in parte, forzatamente giovanile e molto simile a tratti allo stile paterno. Babbo fa il cotrocanto, dev’essere una bella soddisfazione. Poi vai col megamix, facciamo baracca.

Chiara “sfondatimpani” Canzian e Roberto Vecchioni. Ribadiamo il concetto dell’altra sera. Lei è brava, a noi piace. Nella prima sera ha stonato in parte, stavota è andata così così. Vecchioni non si cala nella canzone, non è roba per lui. S’impegna, ci dà dentro, ma il brano è su tonalità da donna. Difficile che vinca, è un brano molto cantautorale, troppo complicato per l’architettura elementare di Sanremo e delle radio.

Iskra, il coro polifonico di Bologna e Lucio Dalla. L’artista che accompagna la sua corista storica. Tutto molto rodato, tutto molto affiatato, brano bellissimo. Ma non c’entra nulla con una gara che deve lanciare giovani emergenti, è solo un grande spot. Un premio al lavoro della corista, mettiamola così.  Sei esecuzioni, nessuna variazione sulla melodia, salvo l’inciso in inglese di Biondi sul pezzo di Karima. Non era questo il senso della serata duetti.

Alla settima canzone arriva la variazione sul tema. Simona Molinari, il suo vestito appena appoggiato e Ornella Vanoni. Orchestra quasi azzerata, tromba e jazz ancora più spinto sullo già swingatissimo brano. Bella accoppiata di voci, molto diverse e complementari, ma meglio la versione originale, qui invece siamo su fini intenditori di jazz, non è il nostro caso. La Vanoni canta di tutto, ma non è una sorpresa.

Arisa vestita ancora peggio della prima sera (due bretelloni a reggere la salopette) e Lelio Luttazzi, con annesso contrabbasso, senza orchestra. Versione jazz dell’allegro motivetto che molto probabilmente si avvierà a stravincere la sezione Nuove Proposte ed a trapanarci benignamente le orecchie per i prossimi mesi. “Sincerità” rende di più con l’orchestra, ma lei ha una voce talmente bella e modulabile che si adatta a tutto. Infatti anche in considerazione del fatto che c’è una versione diversa dall’originale questo è il miglior duetto della serata. Stiamo ancora fischiettando la melodia, qualcuno ci fermi. Segue Luttazzi al piano, giù il cappello.

La scosciatissima Barbara Gilbo e Massimo Ranieri. Fa impressione sentire Ranieri cantare su ritmi rock e infatti il duetto non è che sia straordinario. L’arrangiamento è in parte cambiato ed è nettamente più confusionario della prima esecuzione, che ci era piaciuta molto di più. Jolly giocato malissimo, diremmo.

Chiude Malika Ayane con Gino Paoli. Il brano è sempre lo stesso, grande atmosfera e voce di velluto della ragazza italo-marocchina. Classe ed eleganza, con Paoli che si appoggia con garbo sulla melodia di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro e poi invita la Ayane a duettare con lei ne “Il cielo in una stanza”. Tutto molto bello anche qui.

Dopo due esecuzioni, se non ci saranno sorprese, sarà probabilmente corsa a due Arisa-Malika Ayane (con la prima favoritissima) che poi è anche il nostro gusto. Nella nostra personale classifica seguono, nell’ordine: Filippo Perbellini, Karima, Simona Molinari, Irene, Iskra, Chiara Canzian, Barbara Gilbo, Silvia Aprile. Vedremo. Restano aperti i nostri sondaggi, votate cliccando qui. IN FONDO, VOTATE INVECE CHI SECONDO VOI VINCERA’ LA SEZIONE PROPOSTE.