Eduardo Lo Conte, 24 anni, di Ariano Irpino, vince l’edizione 2009 di Castrocaro, il concorso di Voci nuove della musica leggera. Supera in finale, grazie al televoto il romagnolo Massimo Montanari, 17 anni e il molisano Antonio Raffone, in arte Raif. Una vittoria che gli consentirà di rappresentare fra l’altro l’Italia al festival di Sarajevo, con il quale la rassegna romagnola è gemellata. La giuria di qualità, presieduta da Lucio Dalla ha assegnato a dei premi speciali fra i 28 semifinalisti.
I premiati sono: Federico Martello (premiato dal direttore artistico Pecchini), Dalila Martinelli, Caroline Koch, Angelica De Lucia e lo stesso Edoardo Lo Conte, indubbiamente uno dei migliori del lotto, voce funky e buona grinta. Ecco, parliamone, della rassegna. Livello basso, parecchio. Appena migliore di quello dell’anno scorso, con qualche punta verso il basso e i migliori che sono stati eliminati al primo giro (il televoto italiano continua ad essere strano…). E’il caso di Matteo Valli, di Andrea Manchiero e di Noemi Baiocchi.
Anche la seconda edizione griffata Giuliano Casarini-Gianluca Pecchini va in archivio con un voto che non supera il 4. Cantanti stonati (con rare eccezioni, fra cui il vincitore), scarsamente originali, quasi tutti emuli di altri artisti, insulti e grida in giuria, con commenti squlibrati (troppo buonisti la Ricciarelli e Bartoletti, forse troppo duro – benchè a volte condivisibile Klaus Davi). Un modestissimo karaoke, diremmo. Probabilmente ha ragione Marinella Venegoni, nessuno di questi farà successo in tempi brevi perchè tutti devono studiare. Brava, la critica della Stampa, la migliore come sempre. Tagliente ma genuina. Aggiungiamo noi: lontano dai reality, se il talento è ancora da coltivare, si sente.
Posto che cantare le cover non aiuta, soprattutto cover che non vengono scelte bensì assegnate e che per i più giovani l’emozione ha pesato, i limiti tecnici di tutti erano evidenti. Se questi erano i migliori fra i 220 all’avvio delle selezioni, siamo messi maluccio. E in più tutti pagano grande dazio alla televisione: tengono bene il palco ma quasi nessuno è sè stesso, quasi tutti si rifanno a “modelli” (peraltro non musicali ma televisivi): il paradosso è Angelica De Lucia, che canta il pop vestita e truccata da Madama Butterfly.
Una deriva terribile, quella imboccata dalla manifestazione, imbottita di prodotti della generazione dei reality stile “Amici“, preoccupati più di uscire “bene” che di cantare come si deve. Non è un caso se durante il programma la giuria ha chiamato in causa Lola Ponce (ingeneroso: lei è indubbiamente “personaggio”, ma non canta male) e Marco Carta, l’ultimo osannato prodotto di Sanremo e prima ancora di “Amici”, che canta con un marcato accento regionale ma piace tanto per quella sua faccia pulita.
Nota a margine. Il concorso deve premiare “Voci”, dunque a questo si deve la scelta delle cover. Tuttavia, visto che quasi tutti hanno almeno un abbozzo di carriera alle spalle, non sarebbe male sentirli almeno in un pezzo inedito o edito ma tutto “loro” (fossero anche soltanto interpreti). Probabilmente si potrebbe trovare qualcosa di meglio e magari li troveremmo più sciolti, meno concentrati sul contorno e più sul pezzo. Forse. O forse no. Quanto al futuro, i tempi in cui Castrocaro lanciava talenti veri, sembrano lontani secoli: la vincitrice dell’anno scorso Simona Galeandro si è già dissolta. Fate voi.
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