Periodo di intenso lavoro per Valentina Monetta, la 38enne italo-sammarinese resa celebre dalla doppia partecipazione all’Eurovision Song Contest. Mentre si prepara a fare tris il prossimo maggio alla BK Hallerne di Copenaghen e dunque a diventare la quarta artista in assoluto (dopo Lys Assia, Corry Brokken e Udo Jurgens, tutti vincitori) ad aver rappresentato per tre volte di fila il proprio paese, prosegue la sua attività lungo vari binari.
Valentina Monetta (foto Betiula)
E’ di ieri sera la presentazione del video de “L’amore verrà”, scritto e composto dalla stessa Monetta e contenuto nel suo EP del 2012 “Il mio gioco preferito” ed inserito successivamente anche ne “La storia di Valentina Monetta”, l’album uscito pochi mesi fa dopo la sua partecipazione numero due all’ESC. lL video è stato girato a Rimini e a San Marino, prodotto da San Marino RTV, è diretto dal sammarinese Michele Massari con la direzione artistica di Fabrizio Raggi, già direttore anche della performance eurovisiva dello scorso maggio in terra svedese. Un brano che ovviamente, essendo del primo periodo della Monetta, ne mostra appieno la sua vera anima, quella jazz.
E intanto nei giorni scorsi, come riferito nei dettagli dal nostro blog partner Eurofestival NEWS, è stato annunciato che il nuovo album interamente di inediti della Monetta (il primo completo dopo un EP e una sorta di album “vetrina” con pezzi vecchi e nuovi) uscirà a Gennaio 2014 e conterrà pezzi suoi ma anche del suo mentore e produttore Ralph Siegel. Da lì uscirà anche la canzone che porterà in concorso alla rassegna europea, che si svolgerà dal 6 al 10 maggio prossimi.
Tutto questo, ovviamente mentre prosegue ad esibirsi live in giro per l’Europa, come nell’ultima estate, passata tra le coste del Mar Mediterraneo e del Mar Baltico (Stockholm Pride e Eurovision Cruise da Helsinki a Tallinn incontrando i suoi fans internazionali), e continuando nel frattempo. regolarmente i concerti nei jazz club in Italia. E chissà che stavolta la piccola orgogliosa Repubblica di San Marino non possa festeggiare finalmente l’ingresso in finale.
Si è già messa in moto la macchina organizzativa dell’Eurovision Song Contest 2014 che si terrà come è noto in Danimarca dopo la vittoria di Emmelie De Forest con “Only teardrops” lo scorso maggio. Decise già le date: 6, 8 e 10 maggio, molto prima rispetto al solito ma è una scelta che DR, la tv danese ha fatto per venire incontro alle tre città ancora in corsa per l’evento ovvero Copenaghen, Horsens e Herning.
Sno già 21 i paesi iscritti, come riferisce il nostro blog partner Eurofestival News: fra questi c’è San Marino. Il direttore di SMtv Carlo Romeo aveva formalmente invitato Valentina Monetta, che negli ultimi due anni, pur non centrando la finale aveva sempre battuto ogni record del paese nel concorso, a prendervi parte per la terza volta e così sarà, con ogni probabilità di nuovo con un progetto di Ralph Siegel, diventando così la prima interprete donna a presentarsi tre volte in gara con lo stesso autore ed eguagliando nel numero di partecipazioni di fila Corry Brokken, Lys Assia e Udo Jurgens.
L’Italia resta in attesa. Il cambio alla direzione relazioni internazionali che sin qui ha avuto la sovrintendenza sulle partecipazioni azzurre non dovrebbe pregiudicare la presenza azzurra, ma come d’abitudine, se ne parlerà ad autunno inoltrato. Chi invece come al solito si è mossa per tempo è la Svizzera, che ha già lanciato il bando: saranno 9 le canzoni finaliste, e come l’anno scorso ci sarà una serata televisiva, il 1.febbraio, in diretta da Kreuzligen, durante la quale sarà scelta la canzone che rappresenterà la Confederazione in Danimarca.
C’è infine grande attesa per capire che ne sarà della Grecia. Come è noto ERT non c’è più, chiusa per decreto dal Governo, ma nei giorni scorsi il parlamento greco ha gettato le basi per la realizzazione di NERIT, la nuova tv pubblica nazionale, più snella, con meno personale e meno budget. Ora si tratterà di capire quando l’emittente sarà in grado di debuttare con le trasmissioni e poi ovviamente dovrà rifare tutte le procedure per l’iscrizione all’EBU. Ammesso che ne abbiano voglia (ma visti gli ascolti “bulgari” è probabile che di sì), sembra difficile che riescano a chiudere le pratiche entro fine anno per eventualmente prendere iscriversi all’ESC 2014. A meno che l’EBU non conceda deroghe: potrebbe anche non essere impossibile visto l’aiuto che sin qui ha dato ai greci per non smettere mai di trasmettere e ripartire.
All’Eurovision Song Contest non hanno raccolto quanto sperato, finendo nelle posizioni di retroguardia (appena ventunesimi), ma la carriera dei Cascada non ne è uscita intaccata, tutt’altro. Il proscenio europeo è stata per loro una grande vetrina che ha consentito di farli conoscere ancora in più paesi d’Europa. Così il progetto eurodance più famoso al mondo, con oltre 25 milioni di dischi all’attivo e 10 dischi di platino vinti, adesso sforna un best of dei primi 10 anni di carriera.
“The world is in my hands” è il singolo che lancia la raccolta, che ovviamente contiene “Glorious“, il loro brano eurovisivo (in versione completa e non ridotta e in una seconda traccia anche in versione acustica), ma anche tutti i loro maggiori successi. Diciassette tracce tutte da ascoltare e ballare, perfette per l’estate. E l’occasione buona, per chi non concosce Natalie Horler, Yanou e Manian, di immergersi nel loro mondo.
E riascoltare pezzi che hanno segnato la loro carriera, facendogli vincere riconoscimenti in giro per il mondo come “Evacuate the dancefloor”, il loro primo successo internazionale “Everytime we touch“, il tormentone estivo 2012 “The summer of love” o ancora pezzi datati ma sempre interessanti come “Miracle (Boy meet girl)” e tanti altri. E c’è da scommettere che è in arrivo un altro trionfo di vendite.
Dall’ultimo Eurovision Song Contest, si muovono i protagonisti della rassegna con nuove canzoni. La vincitrice Emmelie De Forest, mentre è ancora in classifica da più parti (e anche nella chart europea) “Only teardrops”, il singolo campione, ha rilasciato un nuovo brano, sempre estratto dall’album che porta lo stesso titolo della canzone eurovisiva. Si tratta di “Hunter & Prey”, dallo stile diverso, meno folk rispetto al precedente.
L’altro grande protagonista delle charts, Gianluca Bezzina, che ha portato Malta nella classifica di tutta Europa con la canzocina “Tomorrow”, si prepara a presentare l’album numero uno della sua carriera da solista. Ma intanto, il 23enne medico maltese, sfodera un altro bel brano, sempre molto fresco ed orecchiabile, dal titolo “I’ll be there”. Il ragazzo meriterebbe un passaggio in Italia.
Le proposte più nuove e sorprendenti, però continuano ad arrivare dall’altro vincitore morale della manifestazione, se non altro per l’enorme riscontro che la sua “Kedvesem (Zoohacker rmx)” ha avuto nelle charts, considerando che è eseguita in lingua ungherese. Il riferimento è ad Alex Marta, in arte ByeAlex, cantautore e giornalista. E’ uscita in questi giorni “Nekemte”, dal sapore elettronico, ma anche un pò indie. Un bel prodotto.
Già negli anni scorsi, Umbria Folk Festival, la manifestazione popolare che si svolge ogni anno in varie location di Orvieto, in provincia di Terni aveva regalato spettacoli di altissimo spessore. Basti citare la presenza di Goran Bregovic l’anno passato. Quest’anno però la rassegna è ancora di più centrata sull’Europa. Cinque giorni di eventi, dal 20 al 24 agosto, con eventi straordinari.
Ci sarà la possibilità di assistere dal vivo al concerto di Koza Mostra, la folk ska band che sta conquistando l’Europa dopo il sesto posto all’Eurovision Song Contest 2013 col brano “Alchohol is free” assieme ad Agathonas Iakovidis (che però non sarà presente). Già vincitori del premio come band esordiente dell’anno nella natìa Grecia, faranno ascoltare, oltre al brano eurovisivo, altri pezzi del loro lavoro d’esordio “Keep up the rhytm”. Si esibiranno il 23 agosto (prima volta in Italia) e sarà un concerto in solitaria (inizialmente sembrava avrebbero dovuto esibirsi prima dei Sud Sound System che invece non ci saranno).
E poi sarà la volta di Imany, l’artista francese originaria delle Isole Comore, il cui album d’esordio “The shape of a broken heart” ha vinto 4 dischi di platino trascinato dalla hit “You will never know” di enorme successo in tutta Europa, compresa l’Italia, dove però arriva anche lei per la prima volta. Per lei appuntamento nella serata finale del 24 agosto in un evento che vedrà protagonisti anche Ambrogio Sparagna e l’Orchestra Giovanile di Musica Popolare, Peppe Servillo e Fausto Mesolella della Piccola Orchestra Avion Travel e Francesco Di Giacomo, storica voce del Banco del Mutuo Soccorso.
L’apertura il 20 agosto sarà con il concerto dei Nomadi, in occasione dei 50 anni di carriera, mentre il 21 sera sarà la volta del contest organizzato dal Mei- Meeting delle Etichette Indipendenti per band folk emergenti e di Ginevra Di Marco, ex voce dei CCCP e oggi protagonista della musica folk e popolare. Il 22 invece, sarà la volta di Vinicio Capossela e la Banda della Posta in Musica per Sposalizi. Tutti gli eventi sono in programma a Piazza del Popolo alle 21.30 (ore 20 per il contest del Mei, a seguire Ginevra Di Marco).
Vecchi successi che ritornano, con grande piacere. Come “Poupèe de cire, poupée de son“, brano con cui France Gall (appunto, francese) vinse l‘Eurovision Song Contest 1965, all’auditorium di Napoli, gareggiando sotto le insegne della tv del Lussemburgo. Forse, in assoluto, uno dei brani più belli della storia eurovisiva, senz’altro uno di quelli che hanno maggiormente venduto (500mila copie, primo brano dell’Esc non in lingua italiana ad entrare nella nostra top 10) e che è stato maggiormente coverizzato.
A rilanciare l’artista e il brano è Jenifer Bartoli, una delle maggiori artiste del pop francese contemporaneo, da anni campionessa di vendite. La sua versione del singolo eurovisivo fa à da preludio all’album “I love France“, che uscirà a giugno e conterrà tutte riedizioni di canzoni di France Gall. Il video, molto simpatico, la vede giocare con la sua immagine e fare la sexy. Soprattutto, questo brano che ha ormai quasi 50 anni, si dimostra ancora incredibilmente attuale. Del resto, porta la firma di Serge Gainsbourg, mica uno qualsiasi. Sotto trovate la versione originale e invece cliccando sul link la versione italiana (“Io si tu no”, che ne fece la stessa Gall).
E dire che France Gall non ha mai amato questo brano, rifiutandosi a tutt’oggi di rieseguirlo in pubblico. Forse perchè, come lasciò intendere lo stesso autore, “la bambola di cera, la bambola che canta” (ma anche “bambola riempita di segatura”, secondo la traduzione letterale che richiama appunto ad un oggetto inanimato controllato da altri) sarebbe proprio la bionda interprete.
In attesa che arrivi il ciclone eurovisivo, il secondo brano dell’ESC 2013 ad issarsi in testa alle classifiche (il primo era stato “You” in Svezia): si tratta di “Birds” dell’olandese Anouk che conquista la classifica nazionale e si avvia a salire in testa anche nel resto del Continente. Segnaliamo con piacere, in tema di ex eurovisivi, l’arrivo in vetta in Svizzera di Anna Rossinelli, della quale riparleremo. Sotto, i numeri uno, sopra “Birds“.
SINGOLI
AUSTRIA: Rosana – Wax
BELGIO: Get lucky – Daft punk ft Pharrell Williams (Fiandre) /Get lucky – Daft puntk ft Pharrell Williams (Vallonia)
BULGARIA: Waiting all night – Rudimental ft Ella Eyre
CROAZIA: Get lucky – Daft puntk ft Pharrell Williams
DANIMARCA:Get lucky – Daft punk ft Pharrell Williams
FINLANDIA: Sini sabotage – Levikset Reppee ft Villegalle
FRANCIA: Get lucky – Daft punk ft Pharrell Williams
GERMANIA: Safe and sound- Capital cities
GRAN BRETAGNA: Get lucky- Daft punk ft Pharrell Williams
GRECIA: Walking on air – Anise K ft Snoop Dogg & Bella Blue
IRLANDA: Blurred lines – Robin Thickle ft T.I+ Pharrell
ISLANDA: Get lucky – Daft punk ft Pharrell Williams
ITALIA: Get lucky – Daft punk ft Pharrell Williams
LUSSEMBURGO: Get lucky – Daft punk ft Pharrell Williams
NORVEGIA: Let her go- Passenger
OLANDA: Birds- Anouk
POLONIA: One way or another – One direction
PORTOGALLO: Just give me a reason- Pink ft Nate Ruess
REPUBBLICA CECA: Just give me a reason- Pink ft Nate Ruess
ROMANIA: Ecou – Elena Gheorghe ft Glance
RUSSIA: Here comes the sun – Movetown ft Ray Horton
SLOVACCHIA: Just give me a reason- Pink ft Nate Ruess
SLOVENIA: Nor sigurno ne – Big foot mama (nazionali) / Get lucky – Daft punk ft Pharrell Williams (internazionali)
SPAGNA: Quien – Pablo Alboran
SVEZIA: Cant’ Hold us – Macklemore & Ryan Lewis ft Ray Dalton
SVIZZERA: Get lucky – Daft punk ft Pharrell Williams
UNGHERIA: I could be the one – Avicii vs Nicky Romero
ALBUM:
AUSTRIA: Dann Mach’ s gut – Reinhard Mey
BELGIO: Stay Gold – Ozark Henry (Fiandre)/Quelques mots d’amour – Franck Michael (Vallonia)
DANIMARCA: Jowt – Allan Olsen
FINLANDIA: Onnen vuodet – Joanne Aaron
FRANCIA:Bad Cowboy – Gueko Seth
GERMANIA: Dann Mach’ s gut – Reinhard Mey
GRAN BRETAGNA: Time – Rod Stewart
IRLANDA: Absolute zero – Little green cars
ISLANDA: Stormurinn – Bubbi Morthens
ITALIA: L’album biango- Elio e le storie tese
NORVEGIA: Collection 1973-2013- Bruce Springsteen
OLANDA: The schocking miss Emerald – Carlo Emerald
POLONIA: Zlota Kolekcja Bal U Posejdonia-Anna German
Dopo l’incredibile successo della diretta di Rai 5 della prima semifinale (raddoppiati gli ascolti della rete) e dopo l’ottimo commento di Smtv per la seconda semifinale, stasera è arrivato il grande momento. Alle ore 21, va in onda dalla Malmo Arena la finale dell’Eurovision Song Contest 2013. Marco Mengoni, rappresentante italiano, canterà la sua “L’essenziale” avvolto in un abito verde pavone di Ferragamo, in posizione 23 su 26, dunque abbastanza vicino alle votazioni.
Il tutto sarà stasera in diretta su diretta Rai 2, commento Marco Ardemagni, Filippo Solibello e Natasha Lusenti; oppure in diretta su Sm TV San Marino (73 tivùsat e DTT solo in Emilia, 520 Sky e su Hotbird (frequenza 12149 27500 ¾ polarizzazione verticale), commento Lia Fiorio e Gigi Restivo. Per l’Italia, ad annunciare i voti sarà Federica Gentile, già voce della prima semifinale, mentre San Marino si avvarrà di John Kennedy O’Connor, giornalista inglese e biografo ufficiale della rassegna.
Come sempre, il voto sarà per metà tramite giurie nazionali (che hanno votato ieri), per metà tramite televoto. Ricordiamo che il regolamento della rassegna prevede che NON si possa votare il cantante del proprio paese, pertanto NON POTETE VOTARE MENGONI, ma uno degli altri 25 artisti in concorso. Due le modalità di voto abilitate dal nostro Paese:
via SMS al numero 4770772
tramite App per smartphone e tablet Android o Apple
Televoto via SMS. Ogni utenza telefonica potrà inviare massimo 5 voti/SMS per serata al numero 4770772. Le utenze abilitate sono quelle degli operatori di telefonia mobile TIM, Wind, Vodafone, 3 e PosteMobile. Il costo di ogni singolo SMS/voto inviato è pari a 1 euro iva inclusa per TIM, Wind, Vodafone e Postemobile, mentre di 1.01 euro iva inclusa per quelli inviati da utenze 3 Italia. Ricordiamo che quest’anno non sarà possibile votare tramite telefonia fissa.
Di seguito l’ordine d’esecuzione completo:
Francia – Amandine Bourgeois – “L’enfer et moi”
Lituania – Andrius Pojavis – “Something”
Moldavia – Aliona Moon – “O mie”
Finlandia – Krista Siegfrids – “Marry me”
Spagna – El sueno de Morfeo – “Contigo hasta el final”
Belgio – Roberto Bellarosa – “Love kills”
Estonia – Birgit – “Et uus saks alguse”
Bielorussia – Alyona Lanskaya – “Solayoh”
Malta – Gianluca – “Tomorrow”
Russia – Dina Garipova – “What if”
Germania – Cascada – “Glorious”
Armenia – Dorians – “Lonely planet”
Paesi Bassi – Anouk- “Birds”
Romania – Cezar – “It’s my life”
Regno Unito – Bonnie Tyler – “Believe in me”
Svezia – Robin Stjernberg – “You”
Ungheria – ByeAlex- “Kedvesem”
Danimarca – Emmelie de Forest – “Only teardrops”
Islanda – Eithor Ingi – “Eg a lif”
Azerbaigian – Farid Mammadov – “Hold me”
Grecia – Koza Mostra ft Agathonas – “Alchohol is free”
Una cosa è certa. Se le nuove regole imposte dall‘Ebu (classificazione di tutti i brani della serata per formare poi la top ten) erano pensate per rendere più agevole la vittoria o la qualificazione a tutti e per limitare il block vote, non hanno funzionato. Le due semifinali hanno portato ad un parterre di finalisti che non si vedeva dal 1985, senza paesi del mondo slavo. Non solo, sarà una finale con tutte e sei le scandinave e otto ex sovietiche su nove (eliminata solo la Lettonia).
Spiace soprattutto per San Marino, che credeva molto nel progetto “Crisalide” e che forse è rimasto incastrato proprio in questo meccanismo perverso che da canzone preferita dai fan l’ha trasformata, con ogni probabilità nella vittima sacrificale. E proprio nel momento in cui la convenzione con la Rai sta per essere firmata (giusto nei giorni scorsi c’è stato l’incontro fra il governo sammarinese e la presidente Tarantola), una serata come quella di ieri mette tanti cattivi pensieri in testa per il futuro. L’Eurovision per il Titano è una vetrina, come lo è per tante piccole realtà, eppure sembra che non ci sia spazio per chi ha tanta voglia di mettersi in mostra, ha pochi soldi eppure lavora con serietà e professionalità come -e tavolta anche meglio- di chi può contare su fiumi di denaro.
Non è una questione di qualità. Di belle canzoni, di prodotti di buon livello, in finale ce ne sono diversi, anche fra le canzoni che hanno passato il turno ieri sera. Nè è una questione di sound, perchè il brano di Valentina Monetta non era meno vintage di quanto non fossero quelli di Georgia e Azerbaigian o di quanto non lo fossero martedì sera quelli di Estonia, Irlanda o Russia. Il ridimensionamento della rassegna voluto dall’Ebu non può che dare buoni frutti, ma se la si vuole davvero rendere alla portata di tutti, bisognerebbe mettere in condizione i piccoli paesi di giocare se non alla pari con gli altri, almeno in condizioni di non sentirsi svantaggiati in partenza.
Poi è chiaro che un ruolo importante lo giocano il brano, l’artista e la performance (oltre alla fortuna: l’essere stati lontano dalla semifinale italiana, sicuramente ha influito sulla mancata qualificazione biancoceleste e i risultati che usciranno sabato notte diranno quanto), ma la sensazione che da qualche parte ci sia un corto circuito che non si riesce a riparare è palpabile. Per esempio, senza che la cosa venga presa male dagli amici rumeni: possibile che anche col nuovo regolamento basti solo la massiccia presenza dei connazionali sparsi per l’Europa per far passare un progetto che scarterebbero anche nelle peggiori balere di periferia come quello di Cezar? Sarà interessante,anche in questo caso, capire qual è stato il peso delle giurie. Ieri notte, intanto, Mengoni è stato posizionato al numero 23 (su 26) della finale: almeno la Rai sarà contenta, terrà i telespettatori incollati alla tv per un bel pezzo.
SOLONI E GIUDIZI SOMMARI– Quello che invece è già ben chiaro è che ciò che continua a marcare la distanza fra l’Eurovision e la possibilità che questo prenda definitivamente piede in Italia è lo stantìo provincialismo italocentrico che accompagna fruitori e destinatari della musica a tutti i livelli. Una storia vecchia, che c’era già negli anni 60, quando ad esempio, durante l’edizione di Napoli 1965 i nostri cronisti scrivevano di come “Poupée de cire, poupée de son” (poi successo mondiale) fosse “la peggior canzone in concorso” stupendosi poi della sua vittoria e facendo notare “l’abisso che c’è fra i motivi in concorso e i brani presentati da Del Monaco” (chiamato a premiare il vincitore ndr)” O come quando nel 1970 si scriveva di ESC paragonandolo a rassegne “ben più valide ed importanti come il nostro festival di Sanremo” o quando nel 1971 un quotidiano scrisse dei brani eurovisivi come “canzonette da quattro soldi, omicidi musicali” e del contesto come “Uno zoo canoro fatto di animali spelacchiati e zoppicanti”
A distanza di anni, sono cambiati i mezzi, non i modi. Si accende uno streaming, si apre un social network e si commenta. Senza nemmeno informarsi. Gli stessi che scrivono di “feticismo per le farfalline” solo perchè le cartoline sono accompagnate da quello che in realtà è il simbolo della rassegna sono gli stessi che elogiavano la farfallina (una sola) di Sanremo. Che non era trash. Ma le canzoni dell’Eurovision si. Tutte. Solo perchè uno invece di stare impalato davanti a un microfono, ci mette un balletto. O una scenografia che non è quella standard. O un abito glitterato.
Gli stessi che esaltano le produzioni fatte in serie che escono da certi programmi e le loro canzoni che non varcano i confini nazionali e poi si permettono di apostrofare come “imitazioni da poracci” artisti che se non avranno tutti il successo discografico, sicuramente hanno tutti avuto una platea di cento milioni di persone. E le cui messe in scena, in molti casi, sono costate fiori di soldi. Poco importa che magari l’artista sia bravo, che abbia voce o abbia un pezzo radiofonico. E’lontano dai gusti italiani, quindi è trash, a prescindere.
Perchè il metro di paragone è sempre l’Italia. Sei primo in classifica su I Tunes in Italia? Sei il migliore che c’è, altrochè. E se in Europa non sfondi, è l’Europa che non ti capisce, perchè se sei in testa nella “patria della musica” (?!?) hai già una consacrazione assoluta. Dire la propria. Senza informarsi, senza sforzarsi di capire, di sapere e di ascoltare. Come quello che subito dopo la vittoria di “Euphoria”, col brano già in testa alle classifiche di tutto il continente commento: “è più facile che oggi i ragazzi di Roma, Parigi, Berlino o Madrid, abbiano nel loro Ipod i brani di Lady Gaga, o Beyoncè, piuttosto che la canzone di questa sconosciuta svedese“. Chissà se poi gli hanno spiegato che la canzone è arrivata in vetta in 21 paesi, vincendo 12 dischi di platino.
La classifica della prima semifinale, che sarà pubblicata a fine concorso insieme a quella della seconda, ci dirà sicuramente qualcosa in più ma una cosa è certa: se qualcuno ieri sera ha scommesso due soldi sulla qualificazione del Belgio, ne ha ricavato un gruzzoletto. Sembrava quasi spacciato, Roberto Bellarosa, schiacciato fra performance live fino a quel punto tutt’altro che esaltanti e parecchie canzoni in grado di giocarsela. E invece tre anni dopo Tom Dice, il Belgio riporta una sua canzone in finale. Per RTBF, poi, la tv francofona, è una primizia assoluta: mai da quando esistono le semifinali, un artista selezionato dall’emittente ce l’aveva fatta.
Così per la prima volta dopo dieci edizioni, Belgio e Olanda piazzano entrambi una canzone in finale con Anouk che adesso si candida seriamente ad un posto importante. Sin qui è soprattutto un festival delle ballad: se è uscita quella mid 70′ di Cipro, passano il turno quella che sembra uscita da un festival di Sanremo di metà anni 90 di Birgit e quella molto classica ma assai ben eseguita della russa Dina Garipova. E anche la power ballad di Aliona Moon, la rappresentante della Moldavia: era dal 1998 che all’Eurovision non si sentiva un brano interamente in lingua rumena, l’ultimo fu “Eu cred” di Malina Olinescu (Romania, 22. posto).
Ed è anche un festival che sin qui sta rimettendo indietro le lancette del tempo musicale, visto che anche “Only love survives” di Ryan Dolan e “Something” di Andrius Pojavis strizzano l’occhio al vintage. Alla ex Jugoslavia è rimasta soltanto la Macedonia, che domani va a caccia di una difficilissima qualificazione che eviterebbe la disfatta totale dei paesi ex confederati, ma in ogni caso già da adesso è certo che la lotta per le posizioni di vertice, è nelle mani dei giurati e dei televoti di oltre Adriatico. Con uno (più probabilmente senza nessuno) paese in finale, i loro sms saranno pesantissimi.
Se ne gioverà Marco Mengoni sabato sera? E’ una possibilità concreta, visto che nessuno dei paesi già in finale o in campo domani, a parte la Macedonia, è vicino musicalmente al mondo slavo. Ma per avere una idea più chiara bisognerà attendere la composizione della griglia dei finalisti, che domani sera non è del tutto così scontata, a parte forse le qualificazioni di Norvegia, Georgia e Azerbaigian, paesi che hanno brani ad alto gradimento del pubblico e che per diversi motivi potrebbero piacere alle giurie.
Ieri pomeriggio, intanto, dopo le seconde prove, i big 5 hanno estratto la pallina che li colloca in una delle due metà della finale: è andata decisamente bene a Marco Mengoni, che, costretto dalla sorte a pescare per ultimo, ha avuto in dote l’agognata seconda metà finale, così come Bonnie Tyler, relegando i Cascada, fra i favoriti per la vittoria, nella prima parte insieme ad Amandine Bourgeois, il cui sofisticato pezzo stile Winehouse appare ora segnato e agli spagnoli El sueño de Morfeo. Tedeschi e spagnoli devono ora sperare che l’Ebu e la Svt li piazzino il più lontano possibile dall’inizio serata (dunque fra il decimo e il tredicesimo posto).
Mentre in casa Rai adesso si incrociano le dita. L’obiettivo è chiaro: sperare che Mengoni canti il più tardi possibile. Sia per tenere più a lungo incollati i telespettatori, sia perchè ovviamente, con le votazioni aperte soltanto alla fine di tutte e 26 le esibizioni, chi canta in fondo è ovviamente avvantaggiato per un fatto di memoria. La grande favorita Emmelie De Forest, ieri sera, ha pescato pure lei la seconda parte, come Zlata Ognevich dell’Ucraina. Se domani, come probabile, passerà il turno anche Margaret Berger, diventerà fondamentale la sua pallina, per capire in quanti si giocheranno il titolo.
In tutto questo, da cronista, ma anche e soprattutto da appassionato di musica, la delusione maggiore è aver visto passare in finale un modesto brano da spiaggia come “Solayoh” a scapito dell’innovativo (per la rassegna) hip hop intriso di dubstep dei montenegrini Who See ft Nina Zizic: un segnale che purtroppo, certe sonorità fanno ancora fatica a farsi largo nella rassegna.
Sostiene la partecipazione di Italia e San Marino all'Eurovision Song Contest. Sempre e comunque.
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