Ufficiale: Copenaghen ospiterà l’Eurovision Song Contest 2014

ESC-2014-CopenaghenL’annuncio ufficiale è arrivato ieri: sarà Copenaghen, la capitale della Danimarca, ad ospitare l’Eurovision Song Contest 2014, il 6, 8 e 10 maggio prossimi. Ovviamente si sapeva già della nazione ospitante, vista la vittoria di Emmelie De Forest a Malmö, ma non c’era ancora stato l’annuncio della sede, nè della location. L’ESC si sposta dunque come previsto solo di 14 chilometri, dall’altra parte del ponte di Oresund: battute Horsens ed Herning.

La sede effettiva sarà la B&W Hallerne, un ex complesso industriale capace di ospitare 10 mila persone, che per l’occasione verrà aperto e riadattato. Sarà una edizione che strizzerà l’occhio all’ambiente e con alcune novità che sono state annunciate in conferenza stampa e che trovate sul nostro blog partner Eurofestival News. Scelto anche lo slogan della rassegna: “Join us“, che dunque riunirà tutti sotto lo stesso tetto eurovisivo.

Sono già 25 le adesioni pervenute e confermate, con due artisti già sicuri: Valentina Monetta che per la terza volta consecutiva  rappresenterà San Marino, eguagliando Corry Brokken (Paesi Bassi) e Lys Assia (Svizzera), in gara nel 1956, 1957 e 1958 e Udo Jurgens (Austria), in gara nel 1966, 1967 e 1968 e Tijana, che rappresenterà la Macedonia. Quest’ultima è una popolare cantante pop sorella di quella Tamara che fu in gara nel 2008, sempre per il paese della ex Jugoslavia.

Ecco l’elenco aggiornato dei partecipanti: confermati:  Albania, Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Georgia, Irlanda, Islanda, Israele, Lettonia, Lituania, Macedonia, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito, Russia, San Marino, Svezia, Svizzera, Ungheria

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“We write the story”, l’inno eurovisivo unisce due generazioni

Fra le tante cose nuove che si sono viste nell’edizione 2013 dell’Eurovision Song Contest c’è stata anche la passerella che ha visto protagonisti i 26 cantanti della serata finale, che prima delle esibizioni hanno sfilato con una parte della delegazione e con una bandiera in mano.  La musica che li accompagnava era “We write the story”, primo inno ufficiale della storia eurovisiva.

Una canzone quasi regale, che unisce due generazioni, visto che è stata composta da Bjorn Ulvaeus e Benny Andersson, ovvero i due componenti maschili dei mitici Abba, lanciati proprio dall’Eurovision, vinto nel 1974 con “Waterloo” e da Avicii, un dj fra i più in voga attualmente sul territorio continentale. Non solo una passerella davanti a oltre 100 milioni di persone, ma il brano sta anche entrando in classifica dovunque. Meno che da noi, ovviamente.

Emmelie De Forest vince l’Eurovision 2013, Mengoni settimo

La distanza fra l’Eurovision 2013 e quello dell’anno prossimo? Sedici chilometri. Quelli della lunghezza del ponte di Øresund, che separa Malmö da Copenaghen. Emmelie De Forest con “Only teardrops” ha vinto l’Eurovision Song Contest, riportando così in Danimarca il trofeo dopo 13 anni. Una vittoria annunciata sin dalla vigilia e ampiamente pronosticata dai bookmakers, che nemmeno le evidenti stecche in prova hanno evitato, anche grazie al massiccio afflusso di televoti. Emmelie De Forest ha visto con 281 punti, ed aveva già trionfato a 4 votazioni dalla fine. Sul podio si piazzano anche Farid Mammadov (Azerbaigian) con “Hold me” (234) e “Gravity” di Zlata Ognevich (Ucraina) con 214.

E’la terza vittoria danese nella manifestazione, dopo quella del 1963 di Grethe e Jorgen Ingemann con “Dansevise” che a Lussemburgo batterono per due soli punti (ma con un voting diverso) e fra le contestazioni la svizzera Esther Ofarim  e quella totalmente fuori pronostico del 2000, quando sempre in Svezia, ma a Stoccolma, i fratelli Olsen portarono sul tetto d’Europa la loro “Flying on the wings of love”, in barba ai bookmakers che la pagavano 500 a 1.

L’interscambio turistico-commerciale fra Svezia e Danimarca, che è stato alla base del progetto Malmö, con tanti alberghi prenotati nella capitale danese, che del resto è facilmente raggiungibile dalla città sede eurovisiva anche in treno, proseguirà con ogni probabilità anche l’anno prossimo: un altro esempio da mettere sulla scrivania dei soloni che dicono che organizzare l’evento è un salasso a perdere. Dei circa 15 milioni (di cui 6 dall’Ebu e 2 dal Comune della città svedese) sborsati, ne sono ritornati indietro un bel pò e i dati che arriveranno a breve sulla ricaduta economica lo confermeranno.

L’Italia esce a testa alta: Marco Mengoni e la sua “L’essenziale” in versione lievemente  sforbiciata, chiude al   settimo posto con 126 punti, sfoderando una prova convincente dal punto di vista dell’interpretazione. Orgoglioso di aver sventolato la bandiera italiana prima nella passerella che – situazione inedita – ha aperto la rassegna mentre scorrevano le note di “We write the story”, l’inno scritto da Bjorn Ulvaeus e Benny Andersson degli Abba in collaborazione con il dj Avicii. Qui sotto, in questa immagine, la classifica completa.

Voting

LA SERATA – Serata piacevole col commento di Marco Ardemagni, Filippo Solibello e Natasha Lusenti meno brillanti dell’anno scorso e fieramente (e giustamente)  partigiani  (anche se non hanno riconosciuto nella spokesperson tedesca Lena, la cantante vincitrice nel 2010 e diventata stella del pop mondiale grazie all’Eurovision…), che ha regalato uno spettacolo come sempre straordinario tanto che tu twitter anche i neofiti dell’evento sono rimasti sorpresi dalla velocità dello show, così distante dagli impalati ritmi italiani.

VINCITORI E VINTI- Male, malissimo la Spagna. Pur nella partigianeria che sempre un pò accompagna questo blog quando si parla della musica iberica, è innegabile che la prestazione peggiore della serata sia stata nettamente quella degli El Sueño de Morfeo: almeno un paio di stecche colossali di Raquel del Rosario ad affossare un pezzo già deboluccio in partenza: gli 8 punti (di cui 2 dall’Italia) ed il penultimo posto sono il peggior risultato spagnolo dal 1999,  quando Lydia giunse ultima con appena un punto: persino Soraya, che pure lei chiuse penultima nel 2009, raccolse di più, con 23 punti. E fecero meglio (21) anche le Las Ketchup nel 2006. Una disfatta, dunque.

Pessima anche la prova di Bonnie Tyler, sin troppo sottotono su un pezzo anch’esso un pò debole, rialza un pò la classifica, ma certo non il morale dei britannici i quali, a dire il vero, un pò questa situazione se la meritano: almeno capiranno, una volta per tutte, che è il caso di chiudere il filone “Oldies but goldies” e cominciare fare sul serio (se non con l’artista, almeno con la canzone). Grandi sconfitti, sicuramente i tedeschi Cascada, che pure al cospetto di una buona prova, pagano forse un sound un pò abusato ed un brano che pur bello e radiofonico, non era il meglio della loro produzione (la solita vecchia storia: chi è già famoso viene all’ESC con i lati B invece che con pezzi “vetrina”). La Francia ed Amandine Bourgeois, chiudono in posizione 23, ma in questo caso era dura in partenza. E infatti.

Detto dei meritati piazzamenti per Margaret Berger (Norvegia), quarta e Dina Garipova (Russia), quinta va detto che le tre canzoni sul podio non rubano niente. Pur con qualche incertezza vocale (ma meglio nel live della finale che in prova), Emmelie De Forest ha mostrato di saper reggere il palco, il brano è fresco e radiofonico ed estremamente eurovisivo.

Farid Mammadov ha dimostrato di essere un notevole performer, cantando per esempio meglio di tanti artisti con maggiore esperienza e la sua “Hold me”, dal sapore decisamente anni 90 partiva con un ottimo credito si tra i fan che fra alcuni addetti ai lavori: è un pezzo di cui con ogni probabilità ci si dimenticherà presto (il riscontro discografico darà conferme o smentito), ma che indubbiamente in questa rassegna funziona. E che comunque anche in una nostra radio non farebbe una figura peggiore di una traccia 5 di un qualsiasi album di un qualsiasi artista di Amici.

Zlata Ognevich e  “Gravity” erano sin dall’inizio accreditate di un posto sul podio e la prova impeccabile dell’artista ucraina  al servizio di un brano molto eurovisivo è  il suggello al terzo posto. Ecco, con un piccolo sforzo mentale, ci si arriva facilmente. Al di là degli inevitabili blocchi (che hanno inciso, ma non più di tanto: chi è arrivato sul podio ha preso voti un pò dovunque), la differenza fra chi ha vinto e chi ha perso sta qui: Marco Mengoni, Anouk e Amandine Bourgeois a parte, gli artisti con maggiore esperienza sono arrivati pensando di potersela cavare con poco, hanno sciorinato prestazioni mediocri e ancora una volta sono stati puniti.

Chi arriva alla rassegna portando canzoni non abbastanza forti o prendendo sottogamba la manifestazione, resta scottato. I paesi del Nord Europa e quelli dell’Est lavorano mesi interi per arrivare al massimo all’appuntamento eurovisivo, curando tutto nei minimi dettagli: l’artista, la canzone, la performance. E magari facendosi anche un giro dove serve (azeri docet: anche quest’anno la produzione, la stessa da 4 anni, ha lavorato bene).

Ma attenzione: l’ESC non è solo un fatto del Nord o dell’Europa dell’est. E’ un fatto di chi lavora bene. Ne è testimonianza l’onorevolissimo nono posto di Anouk che ha rivitalizzato i Paesi Bassi, i quali non centravano una finale da 10 anni: con un pezzo difficile, una interpretazione intensa (la migliore della sera dopo quella di Mengoni ed insieme a quella dell’islandese Eithor Ingi) e tanta voglia di far bene ha dato nuovo slancio alla propria carriera internazionale e con ogni probabilità ha fatto fare alla tv ascolti da record.

E che dire dei greci Koza Mostra ft Agathonas Iakovidis? Coi tempi che corrono non si può certo dire che la Grecia giocasse per vincere. Il sesto posto (miglior risultato dal 2008)  sta quasi stretto ad una delle migliori proposte in concorso, che senza alcuna pretesa, è cresciuta di gradimento strada facendo. Di pari passo con la volontà  dell’ensemble di voler comunque dire la propria nel concorso anche nella situazione del paese. Per non dire di Malta, che con Gianluca Bezzina è arrivato davanti ad Anouk e ora si appresta forse anche a raccogliere qualche soddisfazione in termini di vendite. Prima o poi il concorso, sbarcherà sull’Isola.

L’Italia può andare fiera del settimo posto di Marco Mengoni: se non tutti apprezzano questo tipo di melodia tipicamente tricolore (qualcuno che sa di musica più di chi scrive per questo blog l’aveva anche detto…), il plauso per la sua voce, per la sua interpretazione è stato generale. Se questa per lui doveva essere un prova per cercare di capire c’è la possibilità di aprirsi nuove porte al di fuori dei confini nazionali, è senz’altro superata. Quanto alla Rai e l’Italia, è da qui che devono adesso ripartire in prospettiva futura. Giocare per vincere si può, basta solo prendere un pò meglio la mira.

 NOTA A MARGINE: A San Marino ieri sera avevano ancora i musi lunghi per l’incredibile mancata qualificazione, ma a fine serata, quando l’Ebu ha pubblicato le classifiche complete delle semifinali alla delegazione è spuntato un sorriso: Valentina Monetta ha chiuso undicesima, con 47 punti: lontana dal decimo posto georgiano (65), ma col miglior risultato assoluto, sia in termini di classifica, che in quelli di punteggio. Che la semina continui, prima o poi si raccoglie.

Eurovision Song Contest 2013: stasera su Rai 2 la finale con Marco Mengoni

ESC2013_butterfly_background_sloganDopo l’incredibile successo della diretta di Rai 5 della prima semifinale (raddoppiati gli ascolti della rete) e dopo l’ottimo commento di Smtv per la seconda semifinale, stasera è arrivato il grande momento. Alle ore 21, va in onda dalla Malmo Arena la finale dell’Eurovision Song Contest 2013. Marco Mengoni, rappresentante italiano, canterà la sua “L’essenziale” avvolto in un abito verde pavone di Ferragamo, in posizione 23 su 26, dunque abbastanza vicino alle votazioni.

Il tutto sarà stasera in diretta su diretta Rai 2, commento Marco Ardemagni, Filippo Solibello e Natasha Lusenti; oppure in diretta su Sm TV San Marino (73 tivùsat e DTT solo in Emilia, 520 Sky e su  Hotbird (frequenza 12149 27500 ¾ polarizzazione verticale),  commento Lia Fiorio e Gigi Restivo. Per l’Italia, ad annunciare i voti sarà Federica Gentile, già voce della prima semifinale, mentre San Marino si avvarrà di John Kennedy O’Connor, giornalista inglese e biografo ufficiale della rassegna.

Come sempre, il voto sarà per metà tramite giurie nazionali (che hanno votato ieri), per metà tramite televoto. Ricordiamo che il regolamento della rassegna prevede che NON si possa votare il cantante del proprio paese, pertanto NON POTETE VOTARE MENGONI, ma uno degli altri 25 artisti in concorso.  Due le modalità di voto abilitate dal nostro Paese:

  • via SMS al numero 4770772
  • tramite App per smartphone e tablet Android o Apple

Televoto via SMS. Ogni utenza telefonica potrà inviare massimo 5 voti/SMS per serata al numero 4770772. Le utenze abilitate sono quelle degli operatori di telefonia mobile TIM, Wind, Vodafone, 3 e PosteMobile. Il costo di ogni singolo SMS/voto inviato è pari a 1 euro iva inclusa per TIM, Wind, Vodafone e Postemobile, mentre di 1.01 euro iva inclusa per quelli inviati da utenze 3 Italia. Ricordiamo che quest’anno non sarà possibile votare tramite telefonia fissa.

Di seguito l’ordine d’esecuzione completo:

  1. Francia – Amandine Bourgeois – “L’enfer et moi”
  2. Lituania – Andrius Pojavis – “Something”
  3. Moldavia – Aliona Moon – “O mie”
  4. Finlandia  – Krista Siegfrids – “Marry me”
  5. Spagna – El sueno de Morfeo – “Contigo hasta el final”
  6. Belgio – Roberto Bellarosa – “Love kills”
  7. Estonia – Birgit – “Et uus saks alguse”
  8. Bielorussia – Alyona Lanskaya – “Solayoh”
  9. Malta – Gianluca – “Tomorrow”
  10. Russia – Dina Garipova – “What if”
  11. Germania – Cascada – “Glorious”
  12. Armenia – Dorians – “Lonely planet”
  13. Paesi Bassi – Anouk- “Birds”
  14. Romania – Cezar – “It’s my life”
  15. Regno Unito – Bonnie Tyler – “Believe in me”
  16. Svezia – Robin Stjernberg – “You”
  17. Ungheria – ByeAlex- “Kedvesem”
  18. Danimarca – Emmelie de Forest – “Only teardrops”
  19. Islanda – Eithor Ingi – “Eg a lif”
  20. Azerbaigian – Farid Mammadov – “Hold me”
  21. Grecia – Koza Mostra ft Agathonas – “Alchohol is free”
  22. Ucraina – Zlata Ognevich – “Gravity”
  23. ITALIA – Marco Mengoni – “L’essenziale”
  24. Norvegia – Margaret Berger – “I feed you my love”
  25. Georgia – Nodi & Sophie – “Waterfall”
  26. Irlanda – Ryan Dolan – “Only love survives”

ESC 2013, il regolamento che doveva migliorare e quell’Italia ancora lontana

Una cosa è certa. Se le nuove regole imposte dall‘Ebu (classificazione di tutti i brani della serata per formare poi la top ten) erano pensate per rendere più agevole la vittoria o la qualificazione a tutti e per limitare il block vote, non hanno funzionato. Le due semifinali hanno portato ad un parterre di finalisti che non si vedeva dal 1985, senza paesi del mondo slavo. Non solo, sarà una finale con tutte e sei le scandinave e otto ex sovietiche su nove (eliminata solo la Lettonia).

Spiace soprattutto per San Marino, che credeva molto nel progetto “Crisalide” e che forse è rimasto incastrato proprio in questo meccanismo perverso che da canzone preferita dai fan l’ha trasformata, con ogni probabilità nella vittima sacrificale. E proprio nel momento in cui la convenzione con la Rai sta per essere firmata (giusto nei giorni scorsi c’è stato l’incontro fra il governo sammarinese e la presidente Tarantola), una serata come quella di ieri mette tanti cattivi pensieri in testa per il futuro. L’Eurovision per il Titano è una vetrina, come lo è per tante piccole realtà, eppure sembra che non ci sia spazio per chi ha tanta voglia di mettersi in mostra, ha pochi soldi eppure lavora con serietà e professionalità come -e tavolta anche meglio- di chi può contare su fiumi di denaro.

Non è una questione di qualità. Di belle canzoni, di prodotti di buon livello, in finale ce ne sono diversi, anche fra le canzoni che hanno passato il turno  ieri sera. Nè è una questione di sound, perchè il brano di Valentina Monetta non era meno vintage di quanto non fossero quelli di Georgia e Azerbaigian o di quanto non lo fossero martedì sera quelli di Estonia, Irlanda o Russia. Il ridimensionamento della rassegna voluto dall’Ebu non può che dare buoni frutti, ma se la si vuole davvero rendere alla portata di tutti, bisognerebbe mettere in condizione i piccoli paesi di giocare se non alla pari con gli altri, almeno in condizioni di non sentirsi svantaggiati in partenza.

Poi è chiaro che un ruolo importante lo giocano il brano, l’artista e la performance (oltre alla fortuna: l’essere stati lontano dalla semifinale italiana, sicuramente ha influito sulla mancata qualificazione biancoceleste e i risultati che usciranno sabato notte diranno quanto), ma la sensazione che da qualche parte ci sia un corto circuito che non si riesce a riparare è palpabile. Per esempio, senza che la cosa venga presa male dagli amici rumeni: possibile che anche col nuovo regolamento basti solo la massiccia presenza dei connazionali sparsi per l’Europa per far passare un progetto che scarterebbero anche nelle peggiori balere di periferia come quello di Cezar? Sarà interessante,anche in questo caso, capire qual è stato il peso delle giurie. Ieri notte, intanto, Mengoni è stato posizionato al numero 23 (su 26) della finale: almeno la Rai sarà contenta, terrà i telespettatori incollati alla tv per un bel pezzo.

SOLONI E GIUDIZI SOMMARI– Quello che invece è già ben chiaro è che ciò che continua a marcare la distanza fra l’Eurovision e la possibilità che questo prenda definitivamente piede in Italia è lo stantìo provincialismo italocentrico che accompagna fruitori e destinatari della musica a tutti i livelli. Una storia vecchia, che c’era già negli anni 60, quando  ad esempio, durante l’edizione di Napoli 1965 i nostri cronisti scrivevano di come “Poupée de cire, poupée de son” (poi successo mondiale) fosse “la peggior canzone in concorso” stupendosi poi della sua vittoria e facendo notare “l’abisso che c’è fra i motivi in concorso e i brani presentati da Del Monaco” (chiamato a premiare il vincitore ndr)” O come quando nel 1970 si scriveva di ESC paragonandolo a rassegne “ben più valide ed importanti come il nostro festival di Sanremo” o quando nel 1971 un quotidiano scrisse dei brani eurovisivi come “canzonette da quattro soldi, omicidi musicali” e del contesto come “Uno zoo canoro fatto di animali spelacchiati e zoppicanti”

A distanza di anni, sono cambiati i mezzi, non i modi. Si accende uno streaming, si apre un social network e si commenta. Senza nemmeno informarsi. Gli stessi che scrivono di “feticismo per le farfalline” solo perchè le cartoline sono accompagnate da quello che in realtà è il simbolo della rassegna sono gli stessi che elogiavano la farfallina (una sola) di Sanremo. Che non era trash. Ma le canzoni dell’Eurovision si. Tutte. Solo perchè uno invece di stare impalato davanti a un microfono, ci mette un balletto. O una scenografia che non è quella standard. O un abito glitterato.

Gli stessi che esaltano le produzioni fatte in serie che escono da certi programmi e le loro canzoni che non varcano i confini nazionali e poi si permettono di apostrofare come “imitazioni da poracci” artisti che se non avranno tutti il successo discografico, sicuramente hanno tutti avuto una platea di cento milioni di persone. E le cui messe in scena, in molti casi,  sono costate fiori di soldi. Poco importa che magari l’artista sia bravo, che abbia voce o abbia un pezzo radiofonico. E’lontano dai gusti italiani, quindi è trash, a prescindere.

Perchè il metro di paragone è sempre l’Italia. Sei primo in classifica su I Tunes in Italia? Sei il migliore che c’è, altrochè. E se in Europa non sfondi, è l’Europa che non ti capisce, perchè se sei in testa nella “patria della musica” (?!?) hai già una consacrazione assoluta. Dire la propria. Senza informarsi, senza sforzarsi di capire, di sapere e di ascoltare. Come quello che subito dopo la vittoria di “Euphoria”, col brano già in testa alle classifiche di tutto il continente commento: “è più facile che oggi i ragazzi di Roma, Parigi, Berlino o Madrid, abbiano nel loro Ipod i brani di Lady Gaga, o Beyoncè, piuttosto che la canzone di questa sconosciuta svedese“. Chissà se poi gli hanno spiegato che la canzone è arrivata in vetta in 21 paesi, vincendo 12 dischi di platino.

Eurovision 2013, prima semifinale: avanti Anouk, crollo slavo

ESC2013_butterfly_background_sloganLa prima serata dell’Eurovision Song Contest scorre via in pieno stile europeo: i 16 cantanti si sono già tutti esibiti alle 22.20. Rai 5 ha onorato al meglio l’impegno con la precisissima Federica Gentile discreto ma accogliente anfitrione delle esibizioni. E a fine serata l’hashtag #escita ufficiale della Rai è numero uno nel nostro paese fra le tendenza su twitter

Marco Mengoni ha assistito alla prima serata in platea e poi come tutti gli altri big 5 (e come la Svezia padrona di casa) è comparso brevemente in una clip a fine serata, prima dell’annuncio dei qualificati, andandosi a prendere un  grande applauso quando la conduttrice Petra Mede lo ha nominato (ed è stato inquadrato).  Il palco della Malmo Arena ha valorizzato alcune esibizioni: su tutte quella della moldava Aliona Moon, esplosa in tutta la sua potenza vocale e sollevata a quattro metri di altezza da un vestito semovente e illuminato da immagini grafiche speciali.

C’era qualche timore per Anouk, il cui brano “Birds” sul palco ha reso meno che nella versione live, ma alla fine la cantante ce l’ha fatta a riportare il paese in finale dopo 10 edizioni: l’ultima volta ce l’avevano fatta i Re-Union nel 2004.  I paesi della ex Jugoslavia escono clamorosamente tutti di scena, mentre  quelli dell’ex Unione Sovietica fanno l’en plein, piazzando sei brani su sei all’atto finale. Avanti la favorita Emmelie De Forest.

Di sicuro, è stata una prima semifinale nel segno del sound vintage: passano il turno sia le canzoni anni 80 di Ryan Dolan e Andrius Pojavis, che quelle molto anni 90 di Birgit (Sanremo 1995, una canzone a caso delle Nuove Proposte…), che festeggia così la sua prossima maternità,  Dina Garipova (che però ha forse il pezzo più bello in concorso insieme a quello di Marco Mengoni) e Roberto Bellarosa, che vince la sfida fra i più giovani della rassegna con l’austriaca Natalia Kelly. Di quattro artisti che avevano a che fare con l’Italia ne passano due, Roberto Bellarosa (la cui famiglia è di Vico del Gargano) e Andrius Pojavis (che vive a Milano, dove ha anche registrato l’album) mentre non ce la fanno (diremmo per fortuna) i Klapa S Mora (che hanno missato il brano a Bologna) e le Moje 3 (Sara Jovanovic è nata ed ha vissuto a Roma).

Fuori anche la ballata stile metà anni 70 della cipriota Despina Olympiou, grande fascino e grande voce, ma con un brano non di grande presa. Avrebbero meritato il passaggio del turno i montenegrini  Who See, col pezzo più innovativo in concorso (ma forse anche il più difficile) e anche Hannah Mancini, col suo sound dance vintage. Quanto alla Bielorussia,  era difficile prevederne l’eliminazione. E infatti. Passano il turno:

  • Aliona Moon – O mie (Moldavia)
  • Andrius Pojavis –  Something (Lituania)
  • Ryan Dolan – Only love survives (Irlanda)
  • Birgit – Et uus saks alguse (Estonia)
  • Alyona Lanskaya – Solayoh (Bielorussia)
  • Emmelie De Forest – Only teardrops (Danimarca)
  • Dina Garipova – What if (Russia)
  • Roberto Bellarosa- Love kills (Belgio)
  • Zlata Ognevich – Gravity (Ucraina)
  •  Anouk – Birds (Paesi Bassi)

Ore 21: prima semifinale dell’Eurovision Song Contest 2013 in diretta su Rai 5 e SMtv

Pronti? Via.  Da stasera comincia la gara. L’Eurovision Song Contest 2013 entra nel vivo con la prima semifinale. In diretta dalla Malmö Arena, in Svezia, alle ore 21 italiane, va in scena la prima semifinale della rassegna musicale più famosa e seguita d’Europa. In Italia potremo seguirla, con commento in italiano, in due modi: diretta su Rai 5 col commento di Federica Gentile oppure diretta su SMtv San Marino (canale 520 Sky, 73 TivùSat, 73 DTT in Emilia Romagna, Veneto e Costa adriatica, oppure satellite senza Sky su Hotbird- frequenza 12149 27500 ¾ polarizzazione verticale), col commento di Lia Fiorio e Gigi Restivo.

Stasera l’Italia sarà anche chiamata a votare col meccanismo del televoto (per i numeri vi rimandiamo ad Eurofestival NEWS), mentre la giuria italiana ha votato ieri sera, attraverso la visione a circuito chiuso prova generale dello show di semifinale. Ecco di seguito i cantanti che ascolteremo e vedremo in gara stasera, in ordine di uscita. Si qualificano per la finale le prime 10.  In alto, un assaggio delle prove generali, cliccando sulla finestra in alto alla pagina ci sono le canzoni.

 

1 Austria Natàlia Kelly Shine Inglese
2 Estonia Birgit Et uus saaks alguse Estone
3 Croazia Klapa S Mora Mizerija Croato
4 Slovenia Hannah Straight into love Inglese
5 Danimarca Emmelie De Forest Only teardrops Inglese
6 Russia Dina Garipova What if Inglese
7 Ucraina Zlata Ognevich Gravity Inglese
8 Paesi Bassi Anouk Birds Inglese
9 Montenegro Who see ft Nina Zizic Igranka Montenegrino
10 Lituania Andrius Pojavis Something Inglese
11 Bielorussia Alyona Lanskaya Solayoh Inglese
12 Moldavia Aliona Moon O mie Rumeno
13 Irlanda Ryan Dolan Only love survives Inglese
14 Cipro Despina Olympiou An me thimasai Greco
15 Belgio Roberto Bellarosa Love kills Inglese
16 Serbia Moje 3 Ljubav je svuda Serbo

 

Domani scatta l’Eurovision 2013: big, protagonisti, favoriti e non solo…

fotoLe prime prove alla Malmö Arena hanno mostrato un Marco Mengoni in buona forma in vista della sua esibizione all’Eurovision Song Contest 2013, nonostante il superlavoro degli ultimi giorni e la febbre alta alla vigilia del concerto di Radio Italia, sabato scorso. La rassegna è già partita con i cantanti già entrati in clima. Domani c’è la prima semifinale (diretta ore 21 Rai 5, commento di Federica Gentile e SMtv, commento Lia Fiorio e Gigi Restivo), ma come è noto all’Eurovision le giurie votano il giorno prima.

Quindi quelle dei paesi coinvolti in questa prima semifinale, più quelle di Italia, Svezia e Regno Unito godranno oggi pomeriggio della visione a circuito chiuso della prova generale (un vero e proprio spettacolo uguale alla diretta di domani con tanto di pubblico) al termine della quale daranno le loro preferenze. Domani in diretta sarà invece la volta del televoto. Per tutte le informazioni live, vi rimandiamo come sempre ad Eurofestival NEWS  e alla sua pagina facebook. 

CAMPIONE DA PRIMATO – Una cosa è certa,l’edizione 2013 della rassegna musicale europea, nonostante la crisi, si preannuncia ad alto livello. L’arena svedese, pur senza i lustrini, è tirata a luce e promette  di esaltare al massimo le performance degli artisti.  Marco Mengoni e la sua “L’essenziale” hanno una grande responsabilità:  per la prima volta dal 1965, infatti, l’Italia schiera in concorso un motivo uscito dal Festival di Sanremo che ha occupato il primo posto in classifica: era successo con “Se piangi, se ridi” di Bobby Solo. Dal 1997, invece, non succedeva di vedere sul palco eurovisivo cantante e canzone che hanno vinto la rassegna sanremese: allora l’onore toccò a “Fiumi di parole” dei Jalisse, quarti al traguardo.  Per la prima volta dal 2008 ci sono due canzoni in lingua italiana (allora furono quelle di Svizzera e San Marino), ma per la prima volta nella storia ad eseguirle sono due paesi anche di cultura italiana.

Più che della vittoria italiana, oggettivamente difficile anche per la particolarità di un brano molto italiano nello stile, nello staff azzurro ci si preoccupa (giustamente) che Mengoni sfoderi una grande performance, anche perché dal palco svedese, dovessero esserci buoni riscontri di grandimento potrebbero partire anche progetti internazionali. Che Mengoni possa legittimamente ambire ad un posto nella top 5 è possibile, ma anche un risultato nei 10 non sarebbe certo riduttivo considerando che nelle valutazioni eurovisive sono in ballo tanti fattori.

FAVORITI E OUTSIDERS  – La sensazione  (tramite i bookmakers ma non solo) è che per la vittoria, siano fortemente in corsa Emmelie De Forest (Danimarca) con la sua “Only teardrops” con influenze folk e l’elettropop di Margaret Berger (Norvegia) con “I feed you my love”.  Le prove sin qui hanno mostrato una De Forest alle prese con grossi limiti vocali, tanto che la tv danese, nel pubblicare il video della sua prova sul canale youtube ha sostituito la versione live con quella studio, opportunamente “truccata” da live, per nascondere le falle della favorita. Il tam tam ha subito fatto il giro d’Europa e chissà che nonostante il tifo chiaro degli svedesi per lei (quest’anno la vicina Danimarca sta beneficiando del flusso economico turistico dell’Eurovision e magari lo scambio potrebbe far restare quasi in casa la rassegna, come raccontato da Eurofestival NEWS…) questa vicenda non possa danneggiarla.

Ma altri giocano quanto meno per il podio. Fra i nomi di spicco, sicuramente puntano a fare bene i tedeschi Cascada, la cui “Glorious” ha notevole riscontro fra i fan e l’olandese Anouk, con la ballata soft “Birds”, che ha il gravoso compito di riportare il paese in finale dopo quasi 10 anni. Ma punta al bottino grosso anche la Russia che con la ballata stile Houston di Dina Garipova (“What if”) e una interpretazione quasi perfetta, potrebbe far convergere su di sé i voti degli amanti di un certo sound melodico. Per i quali quest’anno, c’è molto da godere. A cominciare proprio da  Mengoni e la sua “L’essenziale”  e da quella “Crisalide” di Valentina Monetta sempre ai primi posti di gradimento dei fan, sinora e che ora dovrà passare alla prova delle giurie nazionali: per lei l’esame è giovedì sera, canterà per seconda. Ma anche “Gravity” di Zlata Ognevich (Ucraina) ha colpito molto pubblico ed addetti ai lavori e potrebbe inserirsi nella corsa per un posto al sole. Con merito.

 ITALIA QUI, ITALIA LA’- Oltre a Marco Mengoni (e a Valentina Monetta, il cui padre è calabrese), l’Italia è presente a sprazzi e in vari modi anche da altre parti: c’è chi è nato e vi ha vissuto a lungo (Sara Jovanovic delle serbe Moje 3), chi ha origini familiari (il belga Roberto Bellarosa), chi ci vive o vi ha vissuto (come  il rumeno Cezar, che in Italia si è anche diplomato al conservatorio o il lituano Andrius Pojavis, protagonista dell’incidentato ritorno in Italia con guasto aereo insieme a Mengoni dopo il concerto di anteprima ad Amsterdam), chi ha missato o registrato la canzone da noi (Pojavis e i croati Klapa S Mora) e chi ha cantato in gara a Sanremo (Raquel del Rosario degli spagnoli El sueño de Morfeo). Senza contare che ha origini italiane anche Toni Iommi, il chitarrista dei Black Sabbath autore della musica di “Lonely Planet”, degli armeni Dorians e che Mauro Balestri, il paroliere di “Crisalide” è spezzino.

BIG IN CAMPO…E DIETRO LE QUINTE– Sarà una edizione grandi firme, anche quest’anno. Oltre ai citati  Cascada (30 milioni di dischi venduti) Marco Mengoni e Anouk, non passa certo inosservata Bonnie Tyler, che rappresenterà il Regno Unito a caccia di rilancio dopo una carriera che l’ha vista dominare le classifiche fra gli anni 70 ed 80. “Believe in me”, scritta dagli autori di Christina Aguilera e Katy Perry (Chris Braide, Lauren Christy e Desmond Child) regala un tuffo nel passato, ma anche una voce forse meno graffiante rispetto al passato ma sempre magnetica. Per lei sarà determinante il live, punto dolente negli ultimi due anni per Blue e Humperdinck:  se lo fa bene, potrebbe essere una sorpresa, se lo sbaglia, finirà probabilmente nelle retrovie.

 El sueño de Morfeo, la band che sarà in gara per la Spagna, ha il difficile compito di fare meglio del decimo posto di Pastora Soler dell’anno scorso, miglior risultato dal 2001: “Contigo hasta el final“, tuttavia, non è stato mai promosso, in nessun evento estero (esattamente come “Birds” di Anouk), fra lo sconcerto dei fan spagnoli, che non vogliono vedere i loro beniamini penalizzati. Il loro album esce nei giorni del festival, ma la canzone sin qui non sta dando il riscontro sperato. La Macedonia schiera nel duo Esma & Lozano Esma Redzepova, la regina della musica gitana, che ha iniziato a cantare quando è nato l’ESC e ha all’attivo 9000 concerti nel mondo.

 Fra gli autori, detto di Toni Iommi e delle firme del brano inglese, ce n’è per tutti i gusti. Il compositore campione in carica, Thomas G:Son firma “Waterfall” di Nodi & Sophie (Georgia) mentre Iain Fairquharson, che nel 2011 vinse con “Running scared” quest’anno mette la firma su “Love kills” di Roberto Bellarosa (Belgio). Il greco Dimitris Kontopoulos, già autore di “Shady lady” (Ani Lorak, Ucraina 2008) e “This is our night” (Sakis Rouvas, Grecia 2009) firma “Hold me” dell’azero Farid Mammadov, mentre la Francia punta per Amandine Bourgeois e “L’enfer et moi” su un’accoppiata trasversale nei tempi: Boris Bergman (autore dei brani monegaschi per l’ESC 1973 e 1975, nonchè  paroliere per Dalida, France Gall, Juliette Gréco e Mireille Mathieu) e David Salkin, autore di tanti artisti della scena pop francofona contemporanea). Persino nell’inno dei Takasa “You and me” c’è una firma doc, quella di Roman Camenzind, autore e produttore di quasi tutti i big del panorama svizzero contemporaneo. E poi naturalmente Ralph Siegel, compositore e produttore del brano sammarinese, 21 canzoni eurovisive all’attivo e una vittoria nel 1982.

 

 

 

Verso l’Eurovision Song Contest 2013: ecco i brani già in classifica

 fotoDue giorni all’avvio dell’Eurovision Song Contest  2013 (anche se tecnicamente è già cominciato con le prove) e noi proseguiamo il viaggio di avvicinamento alla rassegna andando a vedere come partono i brani in concorso a livello di vendite e download.Come sempre accade, è la settimana dell’ESC e quella subito dopo che fa la differenza, ma alcuni brani arrivano sul palco eurovisivo con un primo riscontro in patria e in diversi casi anche fuori.

“L’essenziale” di Marco Mengoni è il più titolato, ma con riscontri quasi esclusivi in Italia: multiplatino, per aver superato le 100mila copie (numero 1) con l’album “#Prontoacorrere” già numero 1 e disco d’oro. La canzone eurovisiva è entrata in classifica, sia pure in posizioni di retroguardia  in Svizzera e nel Belgio (sia in Vallonia che nelle Fiandre).

Sin qui, il riscontro maggiore lo sta ottenendo “Glorious” dei Cascada, unico brano dei 39 in concorso ad avere già centrato la top 10 europea (posizione 8), pur non avendo mai raggiunto la vetta né in Germania (6 generale, 7 Itunes), né altrove, dove comunque è entrata in classifica (17 in Serbia, 20 Estonia e più lontano in Austria, Svizzera, Romania e Repubblica Ceca). “You” di Robin Stjernberg invece dopo aver raggiunto la vetta nella natìa Svezia (sia in download che a livello generale  di airplay), ha centrato la posizione 39 nella top 100 di Billboard dei brani europei più scaricati. E’poi entrato in classifica in Finlandia.

Arrivano in concorso con un primato in patria “Igranka” degli Who See ft Nina Zizic (Montenegro, oltre alla chart di MTV Adria e l’ingresso in Croazia), “Kedvesém” di Bye Alex (Ungheria), “Eg a lif” di Eithor Ingi (Islanda), “Birds” di Anouk (Olanda, nel digitale e seconda assoluta, in classifica nel Belgio germanofono), “Alchohol is free” dei Koza Mostra ft Agathonas (Grecia, digitale), “Here we go” (Lettonia) e con un secondo posto “Only teardrops” di Emmelie De Forest (Danimarca, disco d’oro, numero 5 in Macedonia, 23 in Romania) e “Et uus saks alguse” di Birgit (Estonia).

Entrano con un piazzamento in top 10 sempre in patria “I feed you my love” di Margaret Berger (Norvegia, numero 4, anche digitale) e “O mie” di Aliona Moon (Moldavia, con la versione inglese) e “Love kills” di Roberto Bellarosa (Belgio, 9 nella chart della Vallonia, ma quella mista airplay-vendite che “pesa” meno), mentre per altri si registrano posizioni di rincalzo.

Top 15 per “Tomorrow” di Gianluca Bezzina (Malta) e “Mizerija” dei Klapa S Mora (Croazia), top 30 per “You and me” dei Takasa/Heilsarmee (Svizzera), “Marry me” di Krista Siegfrids (Finlandia), “Gravity” di Zlata Ognevich (Ucraina) e “Shine” di Natàlia Kelly (Austria). Più lontano, ma in classifica “Only love survives” di Ryan Dolan (Irlanda) mentre è appena entrata in chart partendo dal basso “What if” di Dina Garipova (Russia), destinata probabilmente a salire molto anche in Europa.

Colpisce, l’assenza completa di “L’enfer et moi” di Amandine Bourgeois (Francia) e “Believe in me” di Bonnie Tyler (Regno Unito), entrambe per ora  “not charted” e la presenza nelle retrovie di “Contigo hasta el final” de El sueño de Morfeo (Spagna), il cui album è in arrivo durante l’Eurovision. Per loro è un vero esame, considerando che nessuna parte per vincere e che solo la britannica gode di una forte fanbase mondiale. Di seguito, cliccando sui link, trovate le canzoni della PRIMA SEMIFINALE, della SECONDA SEMIFINALE e quelle già ammesse IN FINALE.

Martedì scatta l’Eurovision Song Contest 2013: curiosità svedesi, italiane e non solo…

E’ormai tutto pronto per l’evento musicale dell’anno. Tecnicamente l’Eurovision Song Contest 2013 è già partito, con le prove ufficiali alla Malmo Arena, e la prima conferenza stampa dell’organizzazione (ma anche le prime polemiche, col team moldavo che seccato per gli inconvenienti tecnici che a loro dire avrebbero danneggiato Aliona Moon in prova hanno disertato la conferenza stampa obbligatoria, violando il regolamento). In realtà la gara vera e propria comincia martedì 14 quando (ore 21, diretta Rai 5),  si svolgerà la prima semifinale. Giovedì  16 la seconda (niente Rai, solo SMtv San Marino, ore 21 520 Sky e 73Tivùsat) e Sabato 18 la finale (diretta Rai 2 ore 21).

Ripetizioni non scontate, visto che si è assistito in questo periodo ad una promozione Rai dell’evento in stile “Oggi le comiche”. Prima la mancata “nomina” dell’evento con Mengoni ospite a “Quelli che”, poi giovedì scorso con lo stesso ospite a The Voice, l’evento è diventato “Eurosong“, alla maniera svizzera e poco dopo la trasmissione, su twitter, Rai 2 comunica l’hashtag “per seguire Mengoni giovedì all’Eurovision” (ovvero nell’unico giorno in cui in Rai non va in onda, pensando di parlare in realtà della finale che invece c’è sabato…).   Sopra trovate lo spot ufficiale Rai, passato per la prima volta alle ore 23.57 di giovedì scorso. Meglio tardi che mai. Demenziale, surreale, quasi grottesco, che l’evento venga trattato in questo modo dall’emittente che deve mandarlo in onda…

PRECEDENTI – Per la quinta volta si va in Svezia, per la seconda a Malmö, ma nel 1992 la sede era il Palazzetto dello Sport (e per l’Italia c’era Mia Martini, che chiuse quarta con “Rapsodia”). L’ultima volta da queste parti, nel 2000 a Stoccolma, vinse la Danimarca con gli Olsen Brothers e “Fly on the wings of love”, brano che polverizzò ogni record di vendita in patria e la Russia chiuse seconda con “Solo” di Alsou: un risultato che potrebbe clamorosamente ripetersi. E per una coincidenza, Alsou sarà ancora protagonista, come spokesperson russa.

La prima volta svedese, al Centro Fieristico di Stoccolma nel 1975 (con gli Abba vincenti l’anno prima), vide imporsi “Dinge a dong” delle Teach In, per l’ultimo successo olandese, con l’Italia terza grazie a Wess e Dori Ghezzi con “Era” e per la prima volta fu introdotto l’attuale sistema di voto. Nel 1985 era toccato invece a Goteborg dove allo Scandinavium vinsero le norvegesi Bobbysocks con “La det swinge” (ma una delle due componenti era svedese!).

TALENT EUROFESTIVAL– Sarà un’edizione dell’ESC particolarmente ricca di giovani usciti dai talent show. Hanno partecipato a The Voice Roberto Bellarosa (Belgio, vincitore); Natàlia Kelly (vincitrice), Krista Siegfrids (Finlandia), Dina Garipova (vincitrice), (Russia, le Moje 3 (Serbia, ci sono prima e seconda, più una finalista). Escono invece da Pop Idol Margaret Berger (Norvegia), Birgit (Estonia, vincitrice), Amandine Bourgeois (Francia, vincitrice), Nodi & Sophie (stessa edizione ma singolarmente, Georgia), Robin Stjernberg (Svezia).  I PeR (Lettonia) escono da Latvia’s Got Talent, Marco Mengoni viene da X Factor (vincitore), Aliona Moon (Moldavia) da Operazione Trionfo mentre Moran Mazor ha vinto il talent israeliano al femminile “Eyud Golan call you“, Vlatko Lozanoski (Macedonia) da Mak Zvezdi. L’albanese Adrian Lugjuraj a The Voice ha fatto l’assistant coach.

CIFRE VARIE– Emil Ramsauer, dei Takasa (Svizzera), con i suoi 95 anni è il più anziano in gara e anche in assoluto l’artista più anziano che abbia mai calcato il palco dell’Eurovision Song Contest. La solista più anziana è invece  Bonnie Tyler (62 anni, Regno Unito). Roberto Bellarosa, nato in Belgio nel 1995 è il più giovane. Valentina Monetta (San Marino), è alla seconda partecipazione consecutiva. Sono alla seconda, ma non di fila Elitsa e Stoyan (Bulgaria, anche nel 2007). Aliona Moon (Moldavia), l’anno scorso era corista di Pasha Parfeny, autore della sua canzone. Farid Mammadov è il primo solista maschio a rappresentare l’Azerbaigian nella storia eurovisiva, i Dorians la prima band armena. Come al solito e  come ogni anno, oltre che su questo blog, aggiornamenti in tempo reale su Eurofestival NEWS.