“Lieder”, Adel Tawil mette in un solo brano tutta la musica della sua vita

A 35 anni arriva l’album d’esordio di un artista che in realtà sta sulle scene dal 1990, da quando faceva parte di The Boyz. Il riferimento è ad Adel Tawil, nato e cresciuto in Germania da genitori egiziano e tunisina, cantautore sempre sulla cresta dell’onda e capace in questo lungo periodo di restare sempre sulla cresta dell’onda e ai primi posti delle classifiche con i vari progetti.

I più famosi, di cui abbiamo parlato qui sono quelli relativi ad Ich+Ich, il duo formato con la musicista e produttrice di lungo corso Annette Humpe: “Vom selben stern” fece da traino nel 2007 all’album omonimo del duo, che vinse due dischi di platino superando il milione e 300 mila copie (e complessivamente i singoli estratti andarono ben oltre il milione di copie). Poi nel 2009, ha partecipato attivamente a “Stadt”, in duetto con Cassandra Steen nell’album di lei “Darum leben wir”: altro successo commerciale e radiofonico.

Lieder” è la canzone che dà il titolo al suo nuovo album ed è un peccato non potervi mostrare il video ufficiale (bellissimo), non accessibile dall’Italia (che noi abbiamo visto alla tv tedesca). Ma in questo caso, il brano col testo comprende anche i disegni e dunque la canzone è pienamente comprensibile. Il brano è  una sorta di storia della vita dell’artista scandita appunto dalle canzoni che lo hanno segnato e quelle che lo hanno visto protagonista in prima persona (comprese alcune di quelle citate qui sopra!). Adel Tawil si conferma protagonista di grande spessore della scena musicale tedesca e se amate questo genere di pop molto di pregevole fattura, non rimarrete delusi.

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Milky Chance, se il successo arriva dalla rete

Loro si chiamano Clemens Rebhein e Philip Dausch e formano il duo Milky Chance, di Kassel. Sconosciuti al grande pubblico, un anno fa scelgono di fare quello che tanti artisti giovani fanno ovvero mettere le loro cose in rete. Il successo è immediato, soprattutto per un brano, quella “Stolen dance” che trovate qui sopra e che ormai ha raggiunto, sommando tutti i click, i tre milioni abbondanti di visualizzazione.

Melodia orecchiabili, ritmica e strumentazione essenziale, canzone che entra in testa in due secondi: gli ingredienti giusti per il successo. Il brano fra l’altro fa parte del loro primo album autoprodotto, “Sadnecessary“, che dovrebbe fare da preludio, almeno questa è la loro intenzione, ad un tour europeo con le loro canzoni. Che sono tutte molto belle, almeno a sentire il loro lavoro, che si trova interamente in rete sul loro canale youtube. Di loro riparleremo, perchè sono parecchio bravi.

Jaqee, quando il reggae unisce… Europa e Africa

Lei è una vera cittadina del mondo. Jaqueline Nakiri Nalubale, in arte solo Jaqee è nata in Uganda ma è cresciuta prima in Svezia, dove ha sviluppato la sua passione per la musica e poi in Germania, dove ora vive e lavora. Merita una segnalazione perchè ad oggi è l’unica artista africana a fare reggae, ska e in generale sound alternativo ad avere notorietà internazionale (in Svezia ha anche sfiorato i Grammis, gli oscar musicali nazionali).

“Drop of water” è un brano di atmosfera, che mescola tanti sound e anticipa il suo secondo album, in uscita a Settembre. Poliglotta (parla sei lingue), coinvolgente nelle sue interpretazioni, dotata anche di una vocalità particolare, Jaqee è lontana dal mainstream eppure meriterebbe a pieno titolo di affacciarvisi. Ascoltate qualche altra sua produzione, come per esempio “Moonshine“, pienamente reggae, o anche “Kookoo Girl”, uscite per una etichetta tedesca, come anche “Dance“.  Da tenere d’occhio.

“The world is in my hands” accompagna “The Best of Cascada”

All’Eurovision Song Contest non hanno raccolto quanto sperato, finendo nelle posizioni di retroguardia (appena ventunesimi), ma la carriera dei Cascada non ne è uscita intaccata, tutt’altro. Il proscenio europeo è stata per loro una grande vetrina che ha consentito di farli conoscere ancora in più paesi d’Europa. Così il progetto eurodance più famoso al mondo, con oltre 25 milioni di dischi all’attivo e 10 dischi di platino vinti, adesso sforna un best of dei primi 10 anni di carriera.

The world is in my hands” è il singolo che lancia la raccolta, che ovviamente contiene “Glorious“, il loro brano eurovisivo (in versione completa e non ridotta e in una seconda traccia anche in versione acustica), ma anche tutti i loro maggiori successi. Diciassette tracce tutte da ascoltare e ballare, perfette per l’estate. E l’occasione buona, per chi non concosce Natalie Horler, Yanou e Manian, di immergersi nel loro mondo.

E riascoltare pezzi che hanno segnato la loro carriera, facendogli vincere riconoscimenti in giro per il mondo come “Evacuate the dancefloor”, il loro primo successo internazionale “Everytime we touch“, il tormentone estivo 2012 “The summer of love” o ancora pezzi datati ma sempre interessanti come “Miracle (Boy meet girl)” e tanti altri. E c’è da scommettere che è in arrivo un altro trionfo di vendite.

“Whatever”, il nuovo di Cro

Di Carlo Waibel, in arte Cro, avevamo già parlato nel momento del suo massimo fulgore, ovvero quando “Einmal un die welt” e l’album “Raop” hanno scalato le classifiche tedesche. Adesso il 22enne rapper che si trincera dietro una maschera da panda, torna di nuovo alle attenzione delle cronache con un singolo estivo che promette davvero molto bene, almeno a giudicare dalla partenza.

Whatever“, che nonostante il titolo è eseguita in tedesco, è il brano che accompagna “Raop +5”, una versione particolare dell’album precedente, con cinque brani in più e che come dice il titolo, mescola insieme pop e rap in un crossover interessantissimo. Il primo posto in Germania (che gli altri singoli, pur di successo non avevano raggiunto), accompagnato da un bel video e l’ottimo successo in tutto il mondo germanofono confermano la bontà del progetto

“Applaus, applaus”, l’indie rock degli Sporfreunde Stiller (quelli che il calcio e Dino Zoff…)

Rock e calcio. Un legame strettissimo per gli Sportfreunde Stiller. Nome che ai più dice poco, ma che in realtà sono una molto apprezzata band indie rock bavarese. Attiva dal 1996, con ottimo riscontro di vendite. Dopo il successo degli ultimi quattro album, ma soprattutto di “La Bum”, arriva “New York, Rio, Rosenheim”  e la loro musica è tornata in auge: l’album è partito con un secondo posto e nelle radio sta girando “Applaus, applaus“, il nuovo singolo. Parecchio orecchiabile e radiofonico

Il calcio nella musica, la musica nel calcio. Perchè due di loro hanno giocato  nelle serie regionali tedesche e perchè hanno messo il nome di Hans Stiller, il loro allenatore, in quello della band.  E perchè il loro album si intitolava “So wie einst Real Madrid”, in omaggio alle merengues spagnole. E cosa c’è di meglio, per una band che ama il calcio che finire in un videogame calcistico? E’ successo anche questo, agli Sporfreunde Stiller, quando “International”, tratto da  “Die gute seite” finì nella colonna sonora di Fifa 2003. Ovviamente, un brano dal sapore sportivo.

E che dire di quando volevano portare bene al “Nationalmannschaft“, la nazionale di calcio, allora guidata da Jurgen Klinsmann? Furono loro a scrivere: “54, 70, 90, 2006”, in omaggio alle tre vittorie tedesche ai mondiali”, sperando appunto nella quarta, quella del 2006. Come andò a finire, lo sappiamo bene. A loro andò meglio, perchè il brano vendette 300mila copie, issandosi in testa alle charts: quattro anni dopo cambiarono 2006 con 2010, ma il risultato sportivo fu lo stesso.

Finito il legame con lo sport? Nemmeno per idea. Ovviamente da bavaresi sono tifosi, alcuni del Bayern Monaco altri del Monaco 1860. E per non farsi mancare niente, nel 2004 chiamarono un calciatore del Bayern, il paraguayano Roque Santacruz a cantare con loro “Ich Roque” contenuta nell’album “Burli“, dove si trova anche un brano dedicato a Benjamin Lauth, attaccante del Monaco 1860, “Lauth Anhoren” e  anche un brano dedicato ad un cestista, il pivot della nazionel Dirk Nowitzki, “Dirk, wie ist die Luft da oben?“.

Ovviamente, c’è dell’altro. “You have to win the zweinkampf“, titolo del loro quarto album è la traduzione di un detto pronunciato dal calciatore francese Bixente Lizarazu. E poi c’è qualcosa che riguarda anche l’Italia. Perchè a volte, nelle loro tournée in giro per la Germania, soprattutto quando la loro notorietà non era ancora così grande (dal 2005, quando avevano toccato il secondo posto con “Burli”) si sono esibiti sotto falso nome. Per esempio, The Kaltz Mannis. Chi era Manfred “Manni” Kaltz? Un calciatore ovviamente, campione europeo e vice campione del Mondo nel 1982 con la Germania. Oppure The Dinozoffs, come il portiere della Juventus e della Nazionale che quel Mondiale mitico lo vinse. Insomma, davvero una band nel pallone

Beatrice Egli (e Linda Hesse): lo schlager è giovane e conquista le charts

Tempo fa avevamo parlato di Linda Hesse e della sua “Ich bin ja kein mann”, che ha lanciato l’album “Punktgenaue landung” e soprattutto riportato all’attenzione dei media un genere, quello dello schlager, troppo spesso bistrattato ed etichettato come “da vecchi”. E invece, al di là della inevitabile territorialità del genere, soprattutto questo tipo di schlager (non solo per la lingua, proprio per la sonorità) va detto che questa è senza dubbio la musica dell’allegria.

Nel mondo germanofono, artisti del genere sono osannati come e spesso più dei talenti del pop (basti pensare ad Helene Fischer, Andrea Berg o Nicole) e la prova di questo è che la decima edizione di Deutschland Sucht den Superstar, il talent show che ha sfornato una bella fetta degli artisti emergenti della nuova generazione del pop teutonico (dagli “italiani” Pietro Lombardi e Daniele Negroni, a Mark Medlock, Daniel Schumacher, Sarah Engels, Sebastian Wurth, Jesse Ritsch, solo per citarne alcuni), sia stato vinto quest’anno proprio da una cantante schlager.

Prima svizzera ad imporsi, Beatrice Egli ha solo 24 anni ed è l’esempio lampante, insieme alla citata Hesse, di come il genere sia ancora vivo e vitale, abbia anche artisti giovani che se ne innamorano da bambini e sia anche da classifica: “Mein Herz” è in testa in tre paesi (Germania, Austria e Svizzera) e non ha intenzione di scendere dalla vetta. Ma stanno girando molto anche “Mensch bleib ist einfach  wie du bist” e “Den Himmel aud erden”,  tutti usciti da “Glucksgefuhle”, che in realtà non è il primo album dell’artista ma il terzo. Il solo però arrivato nel mainstream tedesco. A proposito invece di Linda Hesse, è uscito il nuovo singolo “Komm bitte nicht: siamo sicuramente più sul crossover, come per il primo e come per “Mein Herz”, ma è tutto molto bello.

“Bilder im Kopf”, il rap crossover di Sido

Sido è uno dei personaggi del mainstream musicale più amati dai giovani tedeschi. 32 anni, dalla fine degli anni 90 è sulle scene con grande riscontro anche se la sua carriera solista è cominciata nel 2003. Il suo rap è cresciuto nel corso degli anni, come anche è cambiata la sua immagine: dalla maschera in faccia di “Mama ist Stolz” del 2005 (situazione cui si è ispirato anche un altro giovane emergente del rap crossover, come Cro, di cui parlammo qui) all’ultima produzione. Il suo nome d’arte richiama all’acronimo di Super-Intelligentes DrogenOpfer (Vittima super-intelligente della droga), anche se all’inizio era stato pensato come acronimo di Scheisse in deinem Ohr (Me**a nel tuo orecchio).

Come tanti rapper, è grande la sua attenzione al sociale. Nelle sue canzoni, Sido raccolta il lato nascosto della Germania di oggi: elevata criminalità minorile, droga, violenza, vita di periferia. Senza censure e senza disdegnare un linguaggio crudo, a tratti scurrile, l’esaltazione del denaro e della pornografia e videoclip che mostrano sequenze quasi pornografiche. Situazioni che l’hanno portato a ricevere numerose critiche, ma anche un consenso crescente fra la popolazione giovane.

# Beste” che segna il suo passaggio ufficiale alla major che sin qui distribuiva i suoi lavori incisi da una piccola etichetta tedesca, raccoglie tutto il meglio di Sido, ben 42 canzoni in due cd che ripercorrono tutta la sua carriera. Accompagnati, come è tradizione da inedito in cui l’artista di origine sinti compare come “il rapper della porta accanto”, con la barba ma in una versione per niente “maledetta”. “Bilder im kopf”, la canzone che accompagna l’album è un pò il simbolo di questa versione di Sido: un album di famiglia e tante foto del passato che lui racconta in rima. Tutto molto bello.

“Hold on my heart”, il tormentone di Daniele Negroni

Di Daniele Negroni, il giovane originario di Arona che sta spopolando in Germania dopo il secondo posto a Deutschland Sucht den Superstar, avevamo parlato tempo fa in occasione del singolo d’esordio “Don’t think about me”. Il suo primo album “Crazy” ha vinto il disco d’oro superando le 100mila copie vendute e adesso, questo 18enne che studia da chef ha sfornato un tormentone niente male.

Hold on my heart“, fresco di uscita, fa parte del nuovo lavoro “Bulletproof” il cui debutto nei negozi e negli store digitali è previsto nei prossimi mesi. Il video è qui, ma per ascoltare la canzone in un audio migliore, cliccate sopra. E mentre si gode la vittoria come miglior artsita pop rock maschile agli ECHO Awards, gli Oscar tedeschi (dove è stato anche in corsa come miglior esordiente) è appena partito in tour con Luna Hanni, il vincitore dell’edizione del talent show in cui è arrivato secondo.

Le atmosfere da cinema dei tedeschi Prag

Loro sono una delle novità del panorama tedesco, lontani dal sound tradizionalmente nel mainstream eppure apprezzati dal pubblico, oltrechè dalla critica. Si chiamano Prag e sono un trio innovativo, che mescola il pop alle strumentazioni orchestrali, creando atmosfere molto particolari. Nora Tschirner ed Erik Lautenschlager, due dei tre componenti, hanno voluto trasportare nella musica la loro esperienza di attori.

E’ così che è nato “Premiere”, il primo album, nel quale suonano accompagnati dall’orchestra cinematografica appunto di Praga. Ed è per questo che si sono presentati al pubblico dedicando una canzone a Sophie Marceau, attrice francese simbolo degli anni 80 e 90. Diversa, ma sempre particolarissima è “Bis einer geht” che rappresenta il secondo singolo estratto dall’album.