“Come il vetro”, Garbo si rinnova ancora

Avanti lo è sempre stato. Dai tempi di “Radioclima”, anno 1984. Adesso, a 24 anni di distanza, Renato Abate, in arte Garbo, torna ancora a stupire. E’ da poco uscito “Come il vetro”, ennesimo album di una lunga carriera nella quale il cantautore milanese propone di nuovo suoni e melodie assolutamente innovative.

Un filone, quello della musica di ricerca, che sembra molto gradito a tanti artisti che negli anni’80 erano in grande spolvero e che adesso cercano di avvicinarsi ad un pubblico giovanile con suoni che sono la grande esperienza di artisti fuori dal coro riescono a far emergere. La dimostrazione la trovate andando sul suo myspace.

E tanto per non smentirsi, il video del singolo “Vorrei morire giovane”, scritto da Tao ed estratto dall’album è in due versioni, una con alcune parti censurate ed una completa (le trovate qui). In alto trovate invece una versione live.

Suoni elettronici mescolati a molto altro, nello spirito provocatorio che lo contraddistingue da sempre ed anche se in una recente intervista al giornale telematico pop on (che trovate qui) dice di essere lui l’unica novità, si capisce come Garbo abbia sempre voglia di stupire anche quelli che, come lo scrivente, non sono grandi fans della sua musica. Riesce sempre a farsi apprezzare. Ascoltate anche “Il fiume”, e “Chi sei“.

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Paolo Belli, lo swing dell’anima: “Trasmettiamo vibrazioni”

Questo articolo è un estratto dall’intervista che il sottoscritto ha effettuato a Paolo Belli al termine del concerto tenuto la sera di Ferragosto a Lugnano in Teverina, pubblicata sul quotidiano “Il Giornale dell’Umbria”.

Paolo Belli e la sua big band. Lo swing nell’anima ed una missione. Anzi due. Far conoscere questo tipo di musica a chi è poco avvezzo ad essa e allo stesso tempo tenere sempre vivo il ricordo dei successi italiani ed internazionali.

Perchè durante lo spettacolo le canzoni – i suoi successi con i Ladri di biciclette, i tanti jingle per tv e pubblicità, i grandi classici dello swing internazionale rifatti in chiave italiana, Modugno e Buscaglione “jazzizzati”, si alternano con un continuo coinvolgimento del pubblico con gag improvvisate o situazioni ben studiate a tavolino per “scaldare” l’ambiente.

La musica però è sempre al centro, Suonata da un’orchestra superba nella quale spiccano cinque musicisti umbri (su dodici: Enzo Proietti, Daniele Bocchini, Paolo Costantini, Peppe Stefanelli, Pierluigi Bastioli). “E’stata una scelta meditata – spiega l’artista emiliano – perchè in Umbria c’è una grande scuola per questo genere di musica.  Io ho voluto con me i migliori sulla piazza, questi cinque e tutti gli lo sono. Anche per questo durante i concerti  faccio esibire tutti i componenti dell’orchestra con degli assoli. Dicono che sia una cosa provinciale, ma non mi importa: la mia Big Band è il mio orgoglio”.

La gente ha risposto alla grande alle sue sollecitazioni: “Anche stavolta è successo quello che ci capita ogni sera in giro per il mondo – spiega – cioè che la nostra musica ha portato comunione di vibrazioni ed emozioni. E’questa la cosa che mi interessa, che il pubblico partecipi ed apprezzi. Pazienza se questo tipo di musica non passa nelle radio. E’un problema loro, non mio”.

Anche le canzoni in scaletta sono frutto di una scelta precisa: “La mia è una sorta di operazione recupero – conclude  Belli – ci sono brani che fanno parte del patrimonio del jazz e dello swing internazionale e non è bello che vadano persi. Riproponendoli in italiano la gente riesce non solo a farli rimanere nella loro testa ma anche a farli un pò propri. Quanto a Buscaglione e Modugno, beh non hanno certo bisogno di presentazioni”. Sotto, dieci minuti con Paolo Belli e un momento da un suo spettacolo.

 

Paolo Meneguzzi sbarca negli Stati Uniti: domani esce “Musica” in lingua inglese

Premessa doverosa all’argomento. Non amo per niente la musica di Paolo Meneguzzi. Tuttavia ho fatto il tifo per lui all’Eurofestival, perchè comunque rappresentava la nostra musica, sia pur cantando sotto bandiera svizzera. Adesso arriva una notizia che se da un lato fa piacere per la valorizzazione della nostro sound, dall’altra lascia interdetti.

Domani esce negli Stati Uniti “Musica“, l’album di Paolo Meneguzzi. Ma esce in lingua inglese. Artefice del progetto Ricky Martin e il suo manager, che chissà perchè, lo scorso febbraio stavano guardando Sanremo e si sono imbattutti in “Grande”, la canzone portata all’Ariston dal ticinese. Gli è talmente piaciuta che hanno deciso di produrre tutto l’album. Ma nella lingua della terra d’albione, con “Musica” singolo di lancio.

Dunque Meneguzzi si conferma “Uomo dei due mondi”, visto che in tempi non sospetti era già famoso in Sudamerica per aver vinto il più grande concorso musicale extraeuropeo, vale a dire il Festival di Viña del Mar, che nei cinque Sanremo non è mai andato sotto il sesto posto vendendo sempre canestri di dischi, che ha cantato all’Eurofestival (uscendo sotto uno scroscio di applausi nonostante un’esibizione negativa e un modesto tredicesimo posto) e ora si appresta a conquistare gli States.

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