Con un pò di orgoglio malcelato, possiamo dire di essere stati fra i primi qui in Italia a parlare di Asaf Avidan. Merito del remix che il dj tedesco Wankelmut ha fatto di “Reckoning song”, diventata poi “One day” nella versione remixata. Un brano del 2008 contenuto nell’album “The Reckoning” inciso con la sua ex band The Mojos e che il cantautore israeliano ha concesso in uso gratuito a Wankelmut.
Un successo per entrambi: 4 milioni di visualizzazioni per Wankelmut, un rilancio per l’artista israeliano che adesso si appresta a far uscire anche in Italia (il prossimo 28 gennaio) il primo album da solista “Different pulses”, accompagnato dalla titletrack qui sopra. Poi lo vedremo anche a Sanremo, ospite del nostro Festival, in mezzo a tanti impegni come un tour in Francia (giusto oggi è ospite a Cannes, al Midem), Germania ed Austria.
Come ti rendo famosa una canzone sconosciuta (e nel contempo divento famoso io stesso). Deve averlo pensato anche Jakob Diβner, in arte Wankelmut, giovane dj tedesco che da qualche settimana è in testa alle classifiche con il remix di un brano assolutamente sconosciuto al grande pubblico. Si tratta di “Reckoning song”, canzone incisa dal cantautore israeliano Asaf Avidan e dalla sua folk band The Mojos nel 2008 nell’album “The Reckoning”.
Artista schivo, lontnao dal mainstream, Avidan si era comunque guadagnato il premio come album dell’anno e una nomination agli MTV Awards come miglior artista israeliano. Ma a livello internazionale, la fama non era ancora arrivato. Poi succede che Wankelmut ascolta su youtube la versione acustica del brano e decide di farne un remix. Lo carica su soundcloud e youtube col titolo di One Day, ottenendo qualcosa come 4 milioni di visualizzazioni.
Subito dopo esce il singolo, che oltre a conquistare la vetta in Israele e Germania, conquista anche quella austriaca e svizzera. Un successo inatteso anche per Avidan, sull’onda del quale decide di ristampare l’album, con la traccia remix, vincendo un altro disco d’0ro. E per Wankelmut c’è una vittoria in più, perchè Avidan gli ha concesso lo sfruttamento gratuito della propria canzone.
Comincia anche in questo blog la marcia di avvicinamento all’Eurovision Song Contest 2013, che dopo la vittoria di Loreen con “Euphoria” si svolgerà il 14, 16 e 18 maggio a Malmö, in Svezia. Malmö e l’arena che porta il nome della città (15 mila posti, che saranno presumibilmente ridotti per far posto al palco) e non Stoccolma con la sua Swedbank Arena da 60mila posti che sarà pronta a fine 2012 e che a questo punto ospiterà solo la finale svedese, il Melodifestivalen.
Il perchè della scelta lo ha spiegato SVT : la volontà principale, dopo i fasti russi, tedeschi e azeri è quella di riportare lo show ad una dimensione più popolare, coinvolgendo tutta la città (il Comune di Malmö ha già illustrato tutti i piani, ne parla il nostro blog partner EurofestivalNews in questo articolo) e soprattutto riducendo i costi: appena 12 milioni di euro, dei quali la metà arriveranno dal contributo Ebu e 2 dalla città ospitante, che torna ad avere la rassegna in patria 21 anni dopo quella del 1992, che al Palazzetto dello Sport vide in gara Mia Martini con “Rapsodia“, ottima quarta e vincitrice l’irlandese Linda Martin con “Why me?” scritta da Johnny Logan.
BOOM DI PRESENZE GIA’ ORA – Hanno già dato l’ok a partecipare, oltre alla Svezia paese organizzatore anche quattro delle big 5 ovvero Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna. La Spagna e la Germania sono intenzionate a riproporre il metodo di selezione dell’anno scorso (dunque talent show con doppia selezione di cantante e canzone per i primi, selezione interna del cantante e galà per le canzoni per la seconda).
Dopo le polemiche per gli insuccessi (qui il post di Eurofestival News), ci saranno anche Francia e Gran Bretagna. I britannici hanno deciso di affidare nuovamente al pubblico la scelta, mettendo così nelle mani della gente – che ha fortemente contestato il penultimo posto di Engelbert Humperdinck quest’anno – la “patata bollente”, anche se non è chiaro se sarà una selezione completa sul modello di quelle avvenute fino al 2008 (il modello “classico” con cantante e canzone abbinati) oppure se sarà come quelle del 2009 e 2010, in cui fu selezionato l’artista ma tutti i finalisti cantavano la stessa canzone.
Torna anche l’Armenia, dopo il ritiro fuori tempo massimo in protesta contro l’Azerbaigian a loro dire contro l’assenza di garanzie sulla sicurezza. Resta da capire se e come sarà punita dall’Ebu per non aver trasmesso le semifinali, cui era obbligata come “sanzione” quanto detto sopra. Ecco nel dettaglio i paesi iscritti: Albania, Armenia, Austria, Bielorussia, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Islanda, Israele, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria. La prima finale nazionale sarà anche quest’anno quella svizzera, il 15 dicembre.
ITALIA E SAN MARINO – In Rai, stante anche il recente cambio al vertice, di Eurovision si riparlerà solo ad autunno inoltrato, mentre Sm TV San Marino è alle prese con la vicenda relativa al probabile stop del finanziamento di 3 milioni di euro da parte della Rai all’emittente consociata, che potrebbe comportare il ritorno a Roma dell’attuale direttore Carmen Lasorella e la necessità di trovare nuovi finanziatori anche all’estero (qui potete approfondire la notizia).Due situazioni che giustificano ampiamente il fatto che l’Eurovision non sia attualmente in agenda fra gli argomenti di discussione e non lo sarà prima di qualche mese (in entrambi i casi, comunque, se ne parlerà…).
EUROVISION 2012: prima semifinale 22 maggio Rai 5 ore 21, finale sabato 26 maggio ore 21 Rai 2
Come al solito, l’Eurovision Song Contest è l’occasione per ascoltare gli artisti in concorso cimentarsi con varie versioni dei loro brani. E anche quest’anno c’è chi ci delizia con una versione italiana, molto ben riuscita e sopratutto con un testo apprezzabilissimo, visto che è scritto da lei stessa, che italiana non è. Si tratta della bosniaca Maya Sar, che ha diffuso la versione in italiano di “Korake ti znam”, dal titolo “I passi che fai”. Anche questa versione come l’originale e come anche quella in inglese “The steps I know” è arrangiata dall’italiano Adriano Pennino, otto volte direttore d’orchestra a Sanremo e collaboratore di Gigi D’Alessio.
La macedone Kaliopi ha invece diffuso la versione inglese della sua canzone “Crno I Belo”: si intitola, traducendo alla lettera, “Black and white”. Gli israeliani Izabo hanno fatto di meglio: versione tutta inglese della loro “Time”, che in origine ha il ritornello in ebraico ma anche video nuovo di zecca girato con una tecnica particolarissima che unisce la stop motion al time lapse (“Fotografia ad intervallo di tempo”), tecnica cinematografica nella quale la frequenza di cattura di ogni fotogramma è molto inferiore a quella di riproduzione. A causa di questa discrepanza, la proiezione con un frame rate standard fa sì che il tempo, nel filmato, sembri scorrere più velocemente del normale.
E ancora: E’ appena uscito, per esempio, il video ufficiale di “Nije Ljubav stvar” di Zeljko Joksimovic. La novità è che è girato interamente con la lingua serba dei segni, il linguaggio dei sordomuti. Il giovane che si vede nel video esesguire coi gesti la canzone è Nenad Mahmutovic, sordomuto, vincitore dell’ultima edizione di Serbia’s Got Talent. L’artista serbo ha anche inciso la versione spagnola del brano, “Su amor me venciò“, in duetto con Samuel Candia.
La Spagna invece va a caccia di voti con una iniziativa interessante, ovvero la cover transnazionale di “Quedate conmigo” eseguita da artisti di tutto il mondo a supporto della cantante originale, ovvero Pastora Soler. Spagna, Portogallo, Svezia, Canada, CIpro, Sudafrica, Regno Unito, Germania, Lettonia. Tutti cantano la canzone spagnola ed invitano a votare la 39enne andalusa nella finale del 26 maggio. Con tanto di account twitter dedicato #TodsoConPastora. Fra gli artisti che cantano c’è anche Rui Andrade, più volte in gara anche alle selezioni portoghesi.
Oggi è il giorno della Pasqua di Resurrezione e il nostro blog, come sempre accade durante le festività sceglie di celebrarle in musica. La nostra scelta è ricaduta quest’anno su un bellissimo brano di pace, ovvero “Hallelujah” degli israeliani Gali Atari & Milk Honey, brano vincitore dell’edizione 1979 ospitata in casa, a Gerusalemme. Li vediamo però in una esibizione durante l’interval act dell’edizione 1980, svoltasi a L’Aia, in Olanda, dopo la rinuncia proprio di Israele. La canzone è in ebraico, qui c’è il testo in lingua inglese.
Come sempre il nostro augurio è che possiate vivere questo giorno nel modo migliore. Se siete credenti, assaporando in pieno la forza dirompente del messaggio della resurrezione capace di guidarci e darci forza ogni giorno, se invece non credete, che questo sia comunque un giorno da vivere staccando la spina, al fianco delle persone cui più volete bene. Per tutti, che sia un giorno nel quale i cattivi pensieri ed i problemi vengano messi in un angolo. Buona Pasqua da Dove c’è Musica.
Canzone: Time (Ran Shem Tov, Shiri Hadar, Jonathan Levi, Nir Mantzur)
Esibizione: Prima Semifinale (10)
BENVENUTI ALL’EUROVISION 1977 (MA CHE BELLA…)
Quintali di Bubblegum music (il sound tipico del pop anni 70), una spruzzata di infleuenze orientali e un occhio alla disco music. “Time” degli Izabo (con l’accento sulla I), è decisamente una delle canzoni più divertenti e ben costruite in concorso quest’anno. Una entry gradevolissima, che magari non piacerà a chi si aspetta sempre brani moderni, ma che impreziosisce la rassegna proprio col suo essere deliziosamente retrò. Siamo in pieni anni 70, si direbbe. E non è difficile scorgere all’interno del brano influenze di pietre miliari dell’epoca come “Yes sir, I can boogie” delle Baccara (1977).
Apprezzatissimi in patria e anche all’estero, Il loro mix di indie rock, rock psichedelico, disco music, punk, e suoni tipici mediorientali,li ha fatti subito distinguere come uno dei prodotti più originali di Israele. Il loro album d’esordio del 2003, è uscito anche in Gran Breatagna, Francia ed Olanda come anche quello del 2008. E hanno girato gli Stati Uniti portando al grande pubblico la loro musica, con ottimi riscontri live.
Keren Ann Zeidel è una cittadina del mondo. Nata a Cesarea, in Israele, cittadina olandese (oltrechè israeliana), vive da tempi in Francia, dove si è ritagliata una solida fama di compositrice di pezzi non banali e di colonne sonore. Fra gli artisti con cui ha collaborato c’è Henri Salvador e Emanuelle Seigner, mentre fra le serie che l’hanno vista autrice delle musiche ci sono Grey’s Anatomy e Six Feet Under.
Ora, quattro anni dopo l’ultima produzione esce “101“, il nuovo album accompagnato da questo singolo, “Sugar mama”, nel quale le sonorità elettroniche si fondono con una atmosfera retrò. Molto originale, sicuramente lontano dagli schemi canonici della musica commerciale, come anche il singolo precedente, “My name is trouble”, più elettronico ancora di quello che trovate sopra. Un’artista di qualità.
Ancora altre storie e curiosità dal mondo dell’Eurovision Song Contest. Dopo quelle della prima semifinale, ecco alcune storie dai partecipanti alla seconda, in programma stasera alle 21.
OLANDA E SLOVACCHIA, CADUTE…DI STILE
Due paesi si segnalano per alcune situazioni non proprio di grande gusto. Anzitutto, la Slovacchia. Le Twiins hanno inserito nel video della loro canzone “I’m still alive”, che rappresenta tutti i momenti di orgoglio nazionale del paese danubiano, c’è anche il gol del centravanti della nazionale Vittek agli ultimi mondiali, rete che servì ad eliminare l’Italia al primo turno proprio a vantaggio della formazione slovacca. Per fortuna, si vota sui live e non sui video altrimenti sarebbe stato proprio imbarazzante. andare a chiedere i voti al nostro paese..
Poi l’Olanda. I 3JS hanno una delle più belle canzoni in concorso, quella “Never alone” che è molto pop e radiofonica e che potrebbe essere apprezzata anche dal pubblico italiano. Ma l’altro giorno durante le prove ne hanno combinata una grossa. Si sono presentati in scena completamente vestiti di bianco, con abiti made in Italy. Ai cronisti hanno dichiarato: “They are real italian suit, mafia suit”, ovvero: “Sono veri abiti italiani, abiti da mafiosi“.
DANA INTERNATIONAL VESTE GAULTIER: TUTTI GLI STILISTI FAMOSI
Dana International, la rappresentante israeliana ha svelato l’abito che indosserà, che è stato scelto dai fan tramite un sondaggio su internet fra gli 8 che le ha messo a disposizione lo stilista Jean Paul Gaultier, che già vestì la transessuale in occasione dell’esibizione 1998. Il vestito è quello che vedete nel video, lei dice di sentirsi come un pesce indossando questo vestito verde che somiglia effettivamente a delle squame. Nei giorni scorsi, Dana International aveva anche ricevuto un in bocca al lupo dal “nemico” Qatar.
Gaultier è un abitudinario della manifestazione. Oltre al 1998 e quest’anno è stato presente come stilista anche nel 1991 (Amina Annabi, Francia), nel 1996 (Elizabeth Andreassen, Norvegia), nel 2006 (Anna Vissi, Grecia), nel 2007 Les Fatald Picards (Francia) ed è stato commentatore per la Francia nel 2008. Fra gli stilisti che hanno vestito cantanti ricordiamo Valentino (1974, Gigliola Cinquetti), Dolce e Gabbana (2010, Sopho Nizharadze, Georgia), Manuel Pertegaz (1969, Salomè, Spagna), Agatha Ruiz de la Prada (1999, Lydia, Spagna). In questo 2011, l’inglese Elizabeth Emmanuel veste Senit (San Marino): tra i suoi lavori si ricorda il vestito di Lady Diana e il Pricipe Carlo d’Inghiterra.
Il senso primario che sta dietro all‘Eurovision Song Contest è quello di unire popoli e nazioni attraverso la musica, al di là delle barriere culturali, politiche e religiose. E allora è bello, ogni tanto, parlare di queste cose. Succede infatti quello che non ti aspetti. Ovvero che un paese islamico ed omofobo come il Qatar, da sempre attento all’Eurovision (la tv nazionale è fuori dalla Ebu ma più volte ha tentato di entrarvi per partecipare alla rassegna), abbia fatto pervenire un sincero augurio di buona fortuna e addirittura una richiesta di intervista nientemeno che a Dana International, la 39enne transessuale che rappresenta il “nemico” Israele.
Nello specifico si tratta del programma “Douze Points”, in onda sulle frequenze di QBS radio station: “Saremo davvero molto lieti” si legge nella nota “insieme a tutta la popolazione del Qatar, di avere presto la possibilità di sentirti”. La lunga lettera fatta pervenire al manager della cantante si conclude con un inaspettato messaggio: “Augurandoti tutto il meglio, facciamo a te, Dana, ed allo stato di Israele, il nostro miglior in bocca al lupo per Düsseldorf”. La cosa ha chiaramente colpito il manager dell’artista e l’artista stessa: “Dana ha ricevuto molte richieste di interviste da tutte le parti del mondo. E’ molto più importante avvicinare quelli che sono più lontani rispetto a quelli che sono già vicini“. A tal punto che Dana International ha deciso di derogare a quanto aveva detto, ovvero che avrebbe concesso interviste solo alla Bbc e al sito ufficiale eurovision.tv concedendosi ai microfoni della radio araba.
E’indubbiamente un segnale straordinario, visto che recentemente, i paesi arabi non si erano distinti per tolleranza: nel 2005 il Libano esordiente fu squalificato perchè non volle garantire la messa in onda della canzone di Israele, stato non riconosciuto dal Paese. Prima ancora, nel 1978, l’esibizione di Izhar Cohen & Alphabeta fu oscurata dalla tv giordana che trasmetteva l’evento, che poi invece della loro vittoria, annunciò il successo del Belgio. Nel 2007 fu invece. Israele a rischiare la squalifica perchè nella loro canzone i Teapacks parlavano chiaramente dell’arsenale nucleare dell’Iran, con tanto di bersaglio sulla schiena del cantante Amos Oz.
Quinto appuntamento con il viaggio all’interno dei protagonisti del prossimo Eurovision Song Contest, in programma il 10, 12 e 14 maggio a Dusseldorf. Tocca a Belgio, Olanda e Israele, tre paesi dove la manifestazione ha grosso seguito.
Belgio – Witloof Bay “With love baby” (lingua: inglese)
Dopo l’ottimo sesto posto dell’anno scorso con Tom Dice e la ballata “Me and my guitar“, che ha rilanciato il paese reduce anni di pessime prove, il Belgio ripunta sulla qualità e si affida a “With love baby” degli Witloof bay, un gruppo vocale acappella (dunque senza uso di strumenti) che ha vinto la selezione, affidata quest’anno alla parte francofona, RTBF. I sei giovani si esibiscono ormai da diverso tempo nella scena jazz internazionale, ma sono praticamente nuovi al pop ed alla discografia. Il singolo della rassegna è infatti il loro esordio in questo ambito. La selezione belga, fra l’altro, ha avuto una prima fase in rete, con gli internauti chiamati a contribuire economicamente alla pubblicazione della canzone del loro artista preferito.
Una sola vittoria per il Belgio, nel 1986, con la mitica “J’aime la vie” di Sandra Caldarone, in arte Sandra Kim, di origini siciliane, che barò sull’età (disse di avere 15 anni, ne aveva 13: la più giovane vincitrice di sempre). Ma anche due soli podi (nel 1978 e poi nel 2003, con “Sanomi“, prima canzone in una lingua immaginaria della storia del concorso) e diversi ultimi posti, compresi due rotondi zero negli anni’60. Ma attenzione, nonostante questo il paese è uno di quelli dove la rassegna va meglio.
Sostiene la partecipazione di Italia e San Marino all'Eurovision Song Contest. Sempre e comunque.
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