Suoni d’Europa: Israele ed Albania

Altro capitolo della nostra rubrica dedicata a cantanti e canzoni dei paesi europei. La zona occidentale del Continente si chiude con due paesi di confine, l’Albania e Israele, quest’ultimo ormi europeo di adozione anche se geograficamente in Asia. Poi si aprirà il grande filone dell’est. La copertina, ora. Cliccate sempre sui titoli.

Non potevamo non cominciare con la principessa del pop israeliano, la straordinaria Noa. la cantante israelo-yemenita ha da poco inciso un nuovo disco, “Genes and jeans” e quella in alto è la canzone che dà il titolo all’album. Noa partecipò anche a Sanremo nel 2006, insieme a Carlo Fava e Solis String Quartet con “Un discorso in generale” (pelle d’oca vera…) , vincendo il premio della Critica. Molti però la ricordano per la sua versione di “La vita è bella“, dal film premio Oscar di Benigni.

Grandi voci, grandi anime. Come quella di Yael Naim, la franco-israeliana la cui dolcissima e freschissima “New soul” è stata il tromentone dello scorso autunno. Chi ama invece il pop e il rock può godere di Dana International, prima (e unica) transessuale a vincere l’Eurofestival (nel 1998, con “Diva”): qui c’è il nuovo “Love boy“. Transessuale è pure la sua rivale Aderet (qui c’è “Say no more“).

Suoni popo mescolati a suoni etnici. E’il caso di Ishtar, che canta in francese ed in arabo (qui c’è “C’est la vie“) oppure dell’ottima Shira Ilan & Shabat Baboke Music Band che troviamo in “Atz lo ratz” o ancora della bella Din Din Aviv, che da poco ha dato alle stampe un nuovo album dal quale vi propongo la dolce “My secrets”. Chi prefrisce il rock, invece, apprezzerà Dana Berger (“Chamimut Cholefet“).

Il rock ci consente di aprire il capitolo Eurofestival, perchè nel 2007 Israele portò i Teapacks: 7 dischi di platino in patria, canzoni impegnate e tanta energia. La trilingue “Push the button” parlava di guerra e dell’arsenale nucleare dell’Iran. Hanno rischiato la squalifica (qui c’è il testo e la traduzione), ma alla fine sono rimasti, strappando applausi (notare il bersaglio dietro la schiena del cantante Amos Oz). Ma vi invito a sentire dal loro myspace anche i tanti cambi di ritmo in “Croque madame“.

Quest’anno c’era il più tranquillo Bo’Az Mauda, direttamente da Pop Idol, con “The fire in your eyes“, nel 2006, Eddie Butler con “Toghether we are one“, nel 2005 la bella Shiry Maimon (“Hasheket shenishar“, che il Libano, allora in gra, si rifiutò di tramettere perchè non riconosce lo stato israeliano, venendo squalificato per tre anni).

La musica albanese non trova grandissimi sbocchi al di fuori dell’Eurofestival, ma qualcosa di diverso si trova, in positivo ed in negativo. Alcuni per esempio ricorderanno Elsa Lila, passata due volte a Sanremo, entrambe le volte con canzoni inascoltabili, vale a dire “Valeria” e “Il senso della vita”.

Migliori senz’altro i ritmi della albanese di origine montenegrina Gyiste Vulaj (qui c’è “Ndoshta dhe gaboj“) e ancora di più quelli di Arta Bajrami, che mescola pop a rhytm and blues e ad hip hop ed ha collaborato anche col rapper americano 50 Cent: il nuovo si chiama Ahnsje Millimeter. Inglese ed albanese invece per Gentjana Ismaili: qui c’è un estratto di “Choose“.

All’Eurofestival, l’Albania ha quasi sempre ben figurato. Nel 2004 andò benissimo “The image of you” della allora 17enne Anjeza Shanini, r’n’ b in salsa pop votatissimo dalla rete. Bellissima anche “Tomorrow I go” di Ledina Celo del 2005 (ma la versione in lingua natìa è meglio), meno belle “ZJarr e Ftothe” di Luiz Ejlli del 2006 e “Hear my plea” di Aida & Frederik Ndoci del 2007.

Ma siccome abbiamo cominciato con la pelle d’oca di Noa, chiudiamo con altrettanta emozione. Quest’anno a Belgrado, in pieno caos Kosovo, l’Albania era il paese “nemico”. Eppure la 16enne Olta Boka, oltre ad aver colpito tutti con la sua leggiadra bellezza, ha regalato emozioni e strappato applausi a scena aperta (e la finale) con “Zemren e lame peng”. Qui trovate la versione proposta sul palco (con sottotitoli in inglese), con una diversa base ritmica. Ma a me piace di più – e ve la propongo sotto – la versione “studio”, con la quale ha vinto le selezioni albanesi. Da commuoversi.

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Eurofestival 2009: Estonia, Lituania e Georgia potrebbero boicottare la Russia. Il punto sugli altri paesi.

Venti di guerra sull’Eurofestival 2009. Che si farà regolarmente dal 12 al 16 maggio prossimi a Mosca, in Russia, ma che rischia di perdere alcune sue rappresentanti per motivi inerenti al conflitto che sta coinvolgendo le truppe di Putin e le regioni separatiste della Georgia, Ossezia ed Abkhazia.

Infatti, se è prevedibile che la Georgia stia pensando ad un pit stop, sia perchè ha altri problemi dei quali occuparsi, sia perchè il caso ha voluto che l’anno prossimo il Festival si svolga nella “nemica” Russia (e dunque ritengono sarebbe sconveniente mandare un rappresentante), Estonia e Lituania stanno clamorosamente meditando un boicottaggio “se Mosca non fermerà l’abuso di potere e continuerà a violare le leggi internazionali” e perchè la Russia “potrebbe usare il festival per fare propaganda politica“.

Insomma, potrebbe verificarsi quello che non è accaduto contro la Cina alle Olimpiadi. Viene da pensare se sia la mossa più giusta, visto che la musica – come lo sport – è un mezzo per unire i popoli e non per dividerli e visto che quest’anno, in piena guerriglia per l’indipendenza del Kosovo, l’Albania è andata regolarmente in Serbia (strappando anche applausi per la 16enne cantante Olta Boka).

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