Decima puntata di X Factor, adesso ne mancano ufficialmente tre alla fine. Doppia performance per i ragazzi. Una delle due canzoni è rigorosamente di Micheal Jackson, un tributo al re del pop. L’altra è libera e fa piacere trovare una celebrazione – volontaria da parte della Maionchi – dei venti anni dalla caduta del muro di Berlino con l’assegnazione di “Alexander Platz“, canzone di Franco Battiato ricantata da Milva e intitolata alla piazza principale della ex Berlino Est.
Va sottolineata la magistrale esecuzione degli Spandau Ballet, che dopo oltre vent’anni sono ancora quelli di sempre. Tony Hadley è discretamente imbolsito ma canta ancora in maniera superba. Quando poi ci ha fatto risentire “Through the barricades” è stato davvero eccelso. Brava anche Mariah Carey. Di Becucci parliamo domani. Esce Chiara Ranieri, superfavorita per la vittoria che però è calata alla distanza, lasciando dentro Silver. A questo punto la gara diventa Marco Mengoni contro tutti. Le nostre valutazioni.
GRUPPI VOCALI
YAVANNA (Will you be there di Micheal Jackson e Alexander Platz di Franco Battiato) – Non siamo assolutamente d’accordo col giudizio di Morgan. A noi le Yavanna su questo pezzo meraviglioso scritto da Battiato sono proprio piaciute. Finalmente un pò di bella armonia vocale e la giusta interpretazione teatrale che non ha rovinato la seriosità del pezzo. La canzone di Micheal Jackson è il noto plagio (accertato dai periti: 32 note uguali) de “I cigni di Balakà” di Al Bano e Romina (non ci credete? Allora sentite qui) e lo ci sguazzano senza problemi.
16-24 ANNI
MARCO MENGONI (Billie Jean di Micheal Jackson e Onda su Onda di Paolo Conte) – Questo ragazzo è una macchina. Canta bene qualunque cosa gli si dia da eseguire. Sul pezzo di Conte potrebbe dire che ha fatto la cosa migliore da quando sta dentro X Factor, donandogli una insolita allegria. Sul brano di Michela Jackson va liscio come l’olio, rispetto alle cose che ha fatto è quasi una sorta di divertissement. C’è dentro proprio tutto. E’il più costante nel rendimento, tiene benissimo il palco. Senza Chiara Ranieri, si avvia a grandi passi verso Sanremo
SILVER (The girl is mine di Micheal Jackson e Giornali Femminili di Luigi Tenco, poi Drive my car dei Beatles) – Semplicemente eccezionale. Autoironico, faccia da schiaffi quanto basta, sul pezzo di Tenco sembra Elio e Le Storie Tese senza Le Storie Tese. Totalmente caltato nella orginalità del brano. Conferma la nostra tesi che i pezzi è meglio non conoscerli che conoscerli e non amarli. Bene sul brano nel quale Jacko duetta con Paul Mc Cartney: lui si fa entrambe le parti e va bene comunque. In grossa crescita, soprattutto ha smesso di stonare. Nonostante questo, si prende il primo ballottaggio della sua partecipazione. E lo affronta con stile e leggerezza, anche nella parte acappella, dove Chiara è nettamente superiore. Resta dentro perchè è più pop.
CHIARA RANIERI (Vieni da me de Le Vibrazioni poi “Se mai” di Franco Battiato, versione italiana di “Smile” di Charlie Chaplin) – Va al ballottaggio e poi esce perchè probabilmente è arrivata al massimo e perchè essendo già il massimo a livello vocale e tecnico di più non può dare. Qui Morgan ha ragione: quando canta il refrain urla e lo fa suo. Leggera incertezza a metà del pezzo: sui brani più pop è meno forte che su brani più classici. A noi però è piaciuta perchè ci emoziona sempre e secondo noi meritava un posto sul podio. Bene al ballottaggio, anche se non come nella prima esecuzione di quel brano. A cappella stravince. Ma non basta.
OVER 25
GIULIANO RASSU (The way you make me feel di Micheal Jackson e A chi mi dice dei Blue) – La canzone dei Blue è un pò così, ma non è quella che bisogna giudicare. Lui è bravo, ha grande voce. E lo sappiamo. Bene sui Blue, su micheal Jackson va molto meglio, finalmente è a suo agio e si sente. Ci piace – e forse si piace – sempre di più in inglese e per questo in un giudizio globale non ci convince come altri. L’impressione che abbiamo è di uno tutta tecnica ma che emoziona ad intermittenza.
PAOLA CANESTRELLI (I just can’t stop loving you di Micheal Jackson e Briciole di Noemi) – Sul brano che ha lanciato Noemi, confermiamo il giudizio della prova di ingresso. Grande “canna”, come dice Morgan (cioè voce mostruosa), ma pezzo sin troppo facile per una come lei, che insegna canto e sulle cose tecniche va in carrozza. La versione originale ci emoziona di più. Gradevolissima, invece, sul pezzo di Jacko: liberata dai vincoli del blues, dello rnb e del dover per forza sfoderare la sua vocalità in mezzo a ghirigori vari, mostra tutta la sua voce cristallina e la sua capacità interpretativa. Sa fare la cantante pop.
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