La prima serata del Festival di Sanremo scivola via con giudizi alterni. Canzoni di livello medio, senz’altro inferiore a quello dell’anno scorso (con pochissime eccezione), ma alcune ottime esibizioni. E i primi tre eliminati. E se due ce li aspettavamo (Toto Cutugno e Pupo-Emanuele Filiberto-Luca Canonici), ci si attendeva molto meno la punizione da parte della giuria demoscopica dell’Ariston di Nino D’Angelo, portatore di un pezzo non originalissimo ma ricco di significato (e comunque molto gradevole).
Alla fine, di Morgan abbiamo ascoltato soltanto una strofa della sua canzone “declamata” (diciamo così) da Antonella Clerici. Restiamo della nostra idea: giusto non farlo partecipare, ma se si fosse stato zitto era meglio. In un festival di questo livello, avrebbe avuto grosse chance di vincere. Sotto, come al solito, le nostre valutazioni. Da stasera saremo in diretta con Eddy Anselmi e Festivaldisanremo.com: ieri il collega era in diretta su Radio2 e il sito non è partito.
IRENE GRANDI – La cometa di Halley
La mano di Bianconi si sente tutta. Grandi sonorità, suoni sicuramente lontani dagli standard festivalieri ma sicuramente di notevole spessore. Testo ricercato, nello stile del cantante dei Baustelle, ma molto d’impatto. Un pezzo moderno, radiofonico, anche se forse non immediatamente canticchiabile. Rientro di gran classe. A 40 anni è anche molto sexy.STILOSA – VOTO 8.5
VALERIO SCANU – Per tutte le volte che
Scritta da Pierdavide Carone, che sta dentro la casa di Amici. Ballata d’amore molto melodica e tradizionale ma del resto è anche il suo modo di cantare. Niente di nuovo, però è indubbiamente un pezzo in grado di far breccia in coloro che amano questo tipo di brani. L’interpretazione non è così sicura come suo solito, ma del resto è la prima sera per tutti, figuriamoci per lui, esordiente e 19enne. Testo imbarazzante. Al televoto non ha rivali, sarà sicuramente fra i protagonisti. A noi continua a non piacere più di tanto LAGNOSO, MA LANCIATO – VOTO 4.
TOTO CUTUGNO – Aeroplani
Melodia italiana a tutto spiano che a confronto Scanu è un innovatore. Tutto ampiamente già sentito e tutto quello che ti aspetteresti da uno come lui. Anzi, addirittura meno. “Volo AZ 504” degli Albatros (1976), che segnava il suo esordio, era molto più avanti, per l’epoca. Appuntamento a giovedì con Belen Rodriguez, attenzione perché al televoto può rientrare dalla finestra. Speriamo di no. (TROPPO) CLASSIC – VOTO 4 (meno meno)
ARISA ft SORELLE MARINETTI –Malamorenò
Bella commistione di pop e swing anni 30 e anche qualche assonanza country. Finalmente qualcosa di originale. Nel testo, nella musica, nell’interpretazione. Inno all’amore in stile antico, gradevolissimo all’ascolto. Brave anche le Sorelle Marinetti col loro falsetto, artisti straordinari che non fanno solo coreografia. Chi pensava che fosse solo quella di “Sincerità” è servito. Pronto il secondo tormentone, dopo 5 secondi è già in testa. Occhio a questo pezzo perchè può essere la grossa sorpresa del Festival. VIA ALLO SPRINT. VOTO 9
NINO D’ANGELO ft MARIA NAZIONALE –Jammo ja
Uno come D’Angelo non viene al Festival- senza un disco da lanciare – con un pezzo qualsiasi. E infatti il brano è molto caldo, nei suoi, nei “colori” e nella bella fusione delle due voci. Sospeso fra il pop e la tammurriata, si è ascolta e si fischietta che è una bellezza, scivola via leggerissima. Grande inno al coraggio della Napoli per bene, una fotografia della realtà attuale. Cruda, forse un pò scontata, ma del resto assolutamente reale. Ingiusta l’esclusione, giovedì con Ambrogio Sparagna, i dialetti saranno sei. Salvate il soldato D’Angelo, non se lo meritava. DELICATISSIMO, MOLTO FOLK. VOTO 8
MARCO MENGONI – Credimi ancora.
Mengoni si butta nel rock (la musica ricorda un pò le ultime cose dei Nightwish, gothic metal) e piace un pò si e un pò no. Nel senso che il ritornello e bello e fa presa, ma dentro ci sono un pò troppi ghirigori per mettere in evidenza la sua voce. Tutto il resto non ci convince, la strofa è un pò debole, l’inciso e il contorno sono un bell’esercizio di stile. Lo faceva anche Mina in “Brava”, ma lei era Mina, appunto. Sarà anche nelle sue corde, ma insomma. Il derby con Scanu per ora finisce pari. Anche perchè presumibilmente pure lui sarà spinto avanti dal televoto. Vestito imbarazzante. DA RISENTIRE. VOTO 6.5
SIMONE CRISTICCHI- Meno male
Il testo è un bel ritratto della nostra Italia alla frutta, ma anche in questo caso il pezzo non ci convince. Bella l’orchestrazione, la spolverata d’archi, l’armonia del tutto, ma ci spiazza. Perchè non somiglia nè al Cristicchi di “Vorrei cantare come Biagio Antonacci”, nè a quello di “Ti regalerò una rosa”. Coinvolgente, ma non troppo. Però la sensazione è che riascoltandolo ci piacerà di più Punta tutto sull’ironia a vagoni e sull’irriverenza. Per ora può bastare. Pronto per un bel quarto posto, come accadde a “La Paranza” di Daniele Silvestri. MENO MALE CHE C’E’ L’IRONIA. VOTO: 7.5
MALIKA AYANE – Ricomincio da qui
Questo è un bel pezzo. Ben cantato (ma questo lo si sapeva), fuori dagli schemi ma molto soft, leggero, che calza bene ad una rassegna come questa pur non essendo festivaliero in senso proprio. Testo d’amore non banale su musica veramente sublime, estremamente radiofonico nonostante sia decisamente cantautorale. L’accoppiata con Pacifico dà grossi frutti. E la Sugar di Caterina Caselli ha calato un altro asso. E se vincesse davvero? DELIZIA PER LE ORECCHIE – VOTO 9.5
PUPO, EMANUELE FILIBERTO, LUCA CANONICI –Italia, amore mio
Vagoni di retorica, oltretutto pensando a chi ha scritto il testo (il principe). L’inno all’Italia lo aveva scritto anche Umberto Balsamo per Mino Reitano. Il confronto è impietoso. Salviamo Canonici, che fa il suo. Il resto lo buttiamo. Fischi a canestri. Giustissimi. Giovedì arriva Marcello Lippi. Mah. IMBARAZZANTE (come il piano a pois di Pupo), NO AGGHIACCIANTE E’PIU’CONSONO VOTO: NC (la cosa peggiore comunque era la claque che sventolava i tricolori a fine canzone)
(Note a Margine: “Tu non potevi rientrare, anche se non avevi fatto niente”. Ah no? Dell’appoggio al fascismo ne vogliamo parlare? “Stasera sono qui per dire al mondo addio, Italia amore mio”. Dopo aver chiesto un risarcimento milionario allo Stato italiano per l’esilio, ci sembra coerente!)
ENRICO RUGGERI –La notte delle fate
Mestiere e giusta esperienza, sa come si fanno le belle canzoni. Racconta storie di donne alla sua maniera, giocando con le parole. Strizza l’occhio alle radio, accontenta tutti, quelli che vogliono pezzi moderni, quasi rock, e quelli che vogliono canticchiare le canzoni. A noi sembra tutto così semplice, per fare cose buone non ci vuole poi molto. Questa ne è la prova. E’un singolo per trainare l’album in uscita. Forse non vincerà (però attenzione: Ruggeri è amato dalle giurie ed ha un vasto pubblico!), ma è una bellezza. ENERGICO. VOTO 9
SONOHRA – Baby
Ballata di quelle che piacciono tanto al loro pubblico (e anche alle radio) e tanto poco a noi. Però va detto che rispetto a “L’amore”, che vinse la sezione Giovani del 2008 c’è una crescita evidentissima. E un sound sicuramente più internazionale. Nonostante tutto il pezzo non ci convince. Loro sono bravi e comunque un premio alla crescita è giusto darlo. ORMAI MATURI. VOTO 6
POVIA – La verità
“La verità” è che Povia è furbo. E sa come si fa a catturare il pubblico. Non ci imbarazza tanto il testo (non importa in questa sede se lo condividiamo o meno e comunque ognuno canta pure ciò che vuole, finchè resta in ciò che è lecito) quello che ci infastidisce (oltre alla mancanza di coerenza) è il voler sfruttare certi temi mescolandoli a musiche semplici ma immediate e ritornelli orecchiabili per accaparrarsi i voti della gente. Mah. Sta di fatto che il pezzo un pò si canticchia. E la sensazione è che anche stavolta (purtroppo) andrà lontano. NAZIONALPOPOLARE (TROPPO). VOTO 7 (meno) (non se lo merita, ma abbiamo promesso un voto obiettivo e glielo diamo)
IRENE FORNACIARI ft NOMADI – Il mondo piange
Un colpo al cerchio e uno alla botte. Avevamo qualche dubbio sulle capacità di Irene Fornaciari, ci ha dimostrato che è brava ed ha notevoli doti vocali. Il pezzo invece non ci piace più di tanto. Paragonato a quello dell’anno scorso, “Spiove il sole” vince nettamente il confronto. Intendiamoci, in questo festival c’è roba tanto peggiore. Però c’aspettavamo un po’ di più da un pezzo con griffe autoriali così pesanti (Dattoli, quello di “Io vagabondo” e Zucchero, oltre alla stessa Irene) I Nomadi costretti a fare quasi da soprammobili (per la parte vocale): veramente una bestemmia. INTERLOCUTORIA. VOTO 6.5.
NOEMI – Per tutta la vita
Un pezzo decisamente nel suo stile e nelle sue corde: del resto il gruppo di autori è quello collaudato dei suoi primi successi. La canzone è bella, molto forte, anche se non originalissima nel testo e sicuramente passerà parecchio nelle radio. Purtroppo la frega l’emozione: s’impappina sul testo e prende un paio di stecche. Scherzi del debutto, suvvia. Se sbaglia un’esordiente va bene. SULLA FIDUCIA. VOTO 7.5
FABRIZIO MORO – Non è una canzone
Un bel pezzo fresco, molto moderno. Come al solito Moro è uno che fa le cose per bene. Sa di non avere grandi doti vocali – almeno se paragonato ad altri artisti – e allora costruisce bene i brani attorno alle sue potenzialità e poi li interpreta con passione e cuore. E questo è un grande pregio. Concreta, semplice, leggera. Senza fronzoli. La ascolti, l’apprezzi, la canti. E magari pensi anche un po’ al testo, che non è banale per niente. Bel ritmo. Arriva sul finale e ci risveglia un po’ dal torpore. LINEARE E DIRETTO. VOTO 8.5
Filed under: attualità, concerto, europa, evento, festival di sanremo, italia, manifestazione, news, novità discografiche, pop, sanremo | Tagged: Arisa, emanuele filiberto, enrico ruggeri, europa, Fabrizio Moro, festival di sanremo 2010, irene fornaciari, irene Grandi, italia, luca canonici, malika ayane, marco mangoni, maria nazionale, musica, nino d'angelo, noemi, Nomadi., povia, pupo, sanremo 2010, simone cristicchi, Sonohra, sorelle marinetti, toto cutugno, valerio scanu | 7 Comments »