Sanremo 2010, retropalco. Stasera i “playout”: salviamo Nino D’Angelo e il suo pezzo di denuncia

Stasera a Sanremo vanno in scena gli spareggi. I cinque Artisti esclusi nelle prime due sere si giocano due biglietti per la semifinale di domani. Come abbiamo fatto l’anno scorso per gli Afterhours, scendiamo dichiaratamente in campo anche quest’anno. Per Nino D’Angelo e Maria Nazionale.

Non è la più bella canzone del Festival, questo no, però ha un testo importante, un messaggio forte contro la camorra  (sotto la traduzione in italiano) e soprattutto porta un genere musicale – il folk – che solitamente in rassegne come questa ha meno spazio. La speranza è nella giuria di qualità (l’orchestra), che premi il suo duetto con Ambrogio Sparagna.

Al televoto, contro Scanu e Cutugno sarà durissima (ma occhio ai Sonohra…). Però ci possiamo provare. Votiamo per Nino D’Angelo. Il pezzo merita almeno di arrivare a domani. Stasera, intanto, la canzone ci proporrà una versione cantata in sei dialetti diversi.E allora non sarà più solo una questione solo del Sud. Ecco il testo in italiano di “Jammo ja” (amici napoletani, se abbiamo sbagliato qualcosa, veniteci in soccorso…)

MUOVIAMOCI

Muoviamoci guadagniamoci il pane
Noi abbiamo il sudore nelle mani
E sappiamo cambiare
Muoviamoci, sbrighiamoci
Nell’Italia dello smog e dello stress
Noi siamo i furbi che vogliono fare fessi
Siamo nati con due destini
Siamo notte e siamo mattina
Siamo rose e siamo spine
Ma siamo rami dello stesso giardino
Meridionali
Siamo terra piena di mare
Che nessuno può capire
Stiamo bene e stiamo male
Andiamo avanti così
La fatica è un regalo
E la speranza di partire
Muoviamoci diamoci una mano
Se stiamo insieme puntiamo lontano
Non si può più aspettare
Muoviamoci che questa vita va di fretta
Noi siamo la casa di baci e carezze
Ma fa notizia solo la “monnezza” (l’immondizia ndr)
Con questa mafia col mandolino
Che ci hanno messo sempre al collo
Siamo la faccia di una cartolina
Che ci svende in tutto il mondo
Meridionali
Siamo voce in mezzo al mare
Che nessuno vuol sentire
Siamo l’erba appiccicata
Che non si sa mai a chi
Siamo lo specchio di un autostrada
Che non vogliono mai finire
Dove il vento abbraccia il mare
Sono troppi i pensieri
E chi cresce col pane amaro
È un italiano straniero
Se la giustizia se ne lava le mani
Sono bianche le bandiere
E non può pensare mai al domani
Nasce prigioniero
Siamo nati con due destini
Siamo notte e siamo mattina
Siamo rose e siamo spine
Ma siamo rami dello stesso giardino
Meridionali
Siamo terra piena di mare
Che nessuno può capire
Stiamo bene e stiamo male
Andiamo avanti così
La fatica è un regalo
E la speranza di partire
I ragazzi dei vicoli di Napoli
Non saranno mai re
Nello zen di Palermo si bevono il tempo
Per la sete di sapere
E non è mai facile dormire col perché
Vivere con la pazienza è l’equilibrio più grande
Per chi può cadere.

 

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