Dopo lo sport e la musica, anche nel cinema la Russia sta avvicinando agli Stati Uniti. Così sugli schermi di tutto il mondo, dopo gli ottimi riscontri arrivati al Festival di Cannes ed a quello di Berlino arriverà presto “The snow queen”, un film di animazione liberamente ispirato alla fiaba di Biancaneve di Hans Christian Andersen e prodotto interamente da una società russa, la Wizart di Mosca, da giovani specialisti dell’animazione russi ed ucraini.
A completare l’operazione c’è anche la colonna sonora, una bella canzone interamente russa, eseguita dalla star russa del momento, quella Nyushadi cui avevamo già parlato e che è una vera regina delle charts. Per lei, che compare nel video anche in versione bionda, un impegno doppio: oltre a “The new year” (traduzione inglese del titolo in russo), la canzone tema portante del film in 3D, anche l’0ccasione per dare la voce ad uno dei protagonisti. Il film arriverà il 31 dicembre nei teatri russi e da lì partirà per il giro d’Europa.
Di Nyusha, all’anagrafe Anna Shurokina, abbiamo parlato spesso. Perchè l’anno scorso è stata un pò il fenomeno della musica elettropop dell’ex con quel suo brano “Chudo“ che aveva tutte le carte in regola per sfondare anche ad Ovest se solo qualcuno avesse pensato di tradurlo in inglese (raro caso in cui l’uso dell’inglese aiuta e non penalizza un brano). E poi ne abbiamo parlato ancora di recente perchè la recente collaborazione con dj francese Gilles Luka l‘ha lanciata in Francia.
Ora la ventiduenne figlia di un produttore discografico russo, lanciata prima da un talent show e poi da New Wave, il concorso per giovani emergenti riservato ai talenti dell’est, è di nuovo balzata in testa alle charts con un pezzo “Vospominanie” (Memorie), che già ad un primo ascolto è una bomba, con quella fusione di elettropop e sonorità anni 80 e 90 che ne fanno un bel brano da ballare. Per lei si profila un’altra annata di successi dopo essere già stata nominata “esordiente dell’anno”. Ci vorrebbe un palcoscenico europeo, lo meriterebbe. L’Eurovision, non sarebbe male, per esempio. Ma si sa, i russi fanno scelte strane.
Belle sono belle, è indubbio. Che siano brave è tutto da dimostrare. Ma nella società dell’immagine, a volte può bastare anche solo essere belle e mostrare, anche quando si tratta di musica. Fino a cinque anni fa le Serebro non erano nessuno. Una di loro veniva da Talantu Fabrika, la versione russa di Operazione Trionfo, due avevano esperienze diverse. Poi Maxim Fadeev, mentore del programma, ex cantante e ora produttore, ma sopratutto uno che la sa lunga, decide di metterle insieme.
Elena Temnikova, Marina Lizorkina e Olga Seryabkina sono diventate le Serebro e da subito l’immagine è stata chiara: look sexy, vestiti minimali, esibizioni molto hot (come quella delle scorse settimane alla manifestazione “Battiti” organizzata da Radio Norba, nella quale grazie a certe inquadrature si vedevano anche le mutande). Fadeev le iscrive alle selezioni russe per l‘Eurovision Song Contest 2007 dove vincono e poi vanno a rappresentare il loro paese a Helsinki, in Finlandia.
“Song # 1” arriva terza dietro a Serbia e Ucraina ma la loro carriera non decolla. Passa un album sotto silenzio, (in Russia vincono molto, ma nel resto d’Europa praticamente scompaiono) poi (dopo il cambio di una delle componenti: esce Lizorkina entra Anastasia Karpova ) ecco “Mama Lover”. Nuovo tormentone e album diffuso in tutta Europa, con video decisamente fuori dagli schemi. Vanno ospiti in tutta Europa, il loro brano è spacciato come il tormentone del continente, invece vai a sfogliare le charts e ti accorgi che l’unico paese, Russia e Ucraina a parte, dove sono nella top 10 è l’Italia.
Vanno ospiti a Radio Deejay, rilasciano interviste. Uno s’aspetterebbe che si ricordassero della manifestazione che le ha fatte conoscere in Europa. E invece, quando parlano dell’ Eurovision Song Contest la definiscono “Una manifestazione freak, senza grande musica: però ci siamo divertite tra di noi a folleggiare di notte“. Per carità, ognuno è libero di pensarla come vuole.
Solo che detto dalle Serebro, i cui testi sono “profondissimi” fa veramente ridere. Volete il testo di Song # 1 ? Eccovi alcuni passaggi illuminanti: “Non chiamarmi buffo coniglietto, ti succhio i soldi, ti darò il mio sedere, si sta muovendo per te. E’ facile, tesoro, ti prendo i soldi, ho le mie puttane che si muovono attorno a me (…)”. E ancora: “Devo stuzzicarti, cattivo ragazzo, non essere timido, metti la tua ciliegina sulla mia torta e assaggia la mia torta di ciliegie”.
Vogliamo dare un’occhiata al testo di “Mama Lover”? “Il tasto on del mio stereo è attivato, Non voglio che finisca la canzone, Falla ricominciare. Dimmi che sei mio. Sì, mi fa sentire così bene, E voglio ballare tutta la notte. Mama lover muoviti muoviti muoviti”. E ancora: ” Fallo rimbalzare e sollevare, Non fermarti adesso, Mettimi la mano sulla schiena Ed eccitati, Non voglio che finisca la canzone, Falla ricominciare, Perché è così giusto, Sì, mi sto sciogliendo come una caramella. Sai farmi esaltare?”. Ora, secondo voi: chi canta testi del genere può permettersi di criticare una manifestazione dicendo che non fa musica di qualità? E’ proprio vero, il successo dà alla testa.
Canzone: Party for everybody (Viktor Drobysh, Olga Tuktaryeva)
Esibizione: Prima Semifinale (14)
“CANTIAMO PER AVERE UNA CHIESA”
Otto vecchiette hanno messo in fila i big della musica russa, battendoli nella selezione nazionale. E così l’Europa farà la conoscenza del fenomeno russo degli ultimi anni, le “Buranovskiye Babushki”, ovvero le nonne di Buranovo. La loro “Party for everybody”, un finto pezzo folk su una base dance di quart’ordine, eseguito nel dialetto dell’Udmurtia, uno degli stati della Federazione Russa, quello dove si trova appunto Buranovo, pare destinato ad andare lontano.
Complice la tenerezza che suscita l’ensemble (ma a Baku potranno essere solo in sei: la più anziana non ci sarà e una delle sei sarà la direttrice artistica Olga Tuktaryeva, appena 43 anni), il progetto costruito a tavolino sta riscuotendo grande successo in rete, dove il loro video è cliccatissimo ed apprezzatissimo.
Un progetto costruito a tavolino, come nella peggior tradizione russa, se non fosse che almeno per una volta c’è dietro uno scopo benefico. Dietro ogni esibizione delle nonne (che hanno avuto già parecchio successo con gli altri singoli, fra i quali la cover in lingua udmurta di “Hotel California”) e la vendita dei loro dischi c’è infatti una raccolta fondi per la costruzione di una chiesa nel loro villaggio di Buranovo, appena 600 anime.
Andranno lontano, si diceva. Sul podio o nei cinque, a meno di sorprese. Purtroppo. Con buona pace di quelli come noi che si battono perchè l’Eurovision Song Contest continui a rifiutare ogni rinnovata deriva trash dopo essere riuscita quasi a cancellarla nelle ultime due edizioni. La versione discografica del brano è falsa come una moneta da tre euro.
In soli due anni è diventata uno dei fenomeni musicali d’Europa, nonostante canti nella sua lingua, ovvero il russo. Lei si chiama Anna Shurokina, in arte Nyusha. Ventuno anni, figlia di un produttore discografico ed ex musicista, lanciata da un talent show e poi da New Wave, il concorso musicale per emergenti del mondo ex sovietico, si è fatta conoscere con “Chudo“, un brano dance pop che ha fatto da traino al primo album ed ha avuto un grande riscontro a livello radiofonico. Ne avevamo parlato in questo post.
Ma soprattutto, è servito a farla conoscere dal resto d’Europa. Tanto che poi è arrivato presto il primo duetto internazionale, quello con il dj francese Gilles Luka in “Plus pres (we can make it right)“, che ha subito conquistato anche le classifiche francesi. E ora arriva “Vishe“, decisamente più vicino al sound dance dell’est europeo, ma molto ballabile, che appena uscito è subito balzato in testa alle classifiche nazionali. Il brano a sua volta era stato preceduto dall’altro singolo “Bol ‘no”, anche questo di grande successo. Un’artista de tenere d’occhio.
Ricordate le T.a.T.U., le due ragazze russe che nel 2002 scioccarono il mondo con un bacio saffico durante il singolo d’esordio “All the things she said” e l’anno dopo arrivarono terze all’Eurofestival tra i fischi? Bene, non ci sono più. Dopo le due versioni dell’album “Waste management”,Lena Katina e Yulia Volkova hanno detto basta al duo e sono partite con carriere soliste.
E così ecco i primi due singoli da solista di Lena Katina che l’album “Lost in dance”, attualmente in lavorazione. “Never forget you”, corredato di video in doppia versione (in quella censurata sono oscurate alcune scene, qui c’è quello originale) è molto soft e radiofonico, mentre “Waiting” è molto più elettropop. Entrambi sono gradevoli, anche se non straordinari. E intanto ha cominciato anche una collaborazione con la synthpop band messicana Belanova, con la quale canta in “Tic Tac”.
Non c’è solo l’Eurovision Song Contest dei grandi. Da qualche anno, precisamente dal 2003 esiste anche lo Junior Eurovision Song Contest, ovvero l’Eurofestival versione bambini, riservato ad autori ed interpreti dai 10 ai 16 anni. Una manifestazione, questa, parallela all’Eurofestival maggiore, che ha sempre mostrato canzoni di buon livello (considerando che si tratta di motivi per bambini in gran parte scritti dagli stessi) ma che è un pò in declino. All’edizione 2011, che andrà in scena il 3 dicembre a Erevan in Armenia, al Karen Dermirchyan Complex, erano iscritti appena 11 paesi, tutti dell’est meno l’Olanda, il Belgio e la Svezia.
Si erano registrati anche i ritiri di paesi in passato protagonisti come Malta e Romania. E invece, nelle ultime ore si è registrata niente meno che la notizia del debutto – ufficiale e confermato – della Repubblica di San Marino. Tutto ci si attendeva, meno che la piccola Repubblica e la sua tv per metà finanziata dalla Rai entrasse in questo evento. San Marino porterà dunque la canzone italiana anche all’Eurofestival dei piccoli: è già confermato infatti che il brano sarà interamente in italiano (al contrario del festival maggiore, qui è obbligatorio cantare almeno in parte nella propria lingua). Non sono ancora note le modalità di selezione dell’artista, ma è facile pensare che, sopratutto dopo le recenti polemiche, si punterà su una rappresentanza nativa sammarinese. Capo delegazione sarà Alessandro Capicchioni.
Ancora storie e curiosità che arrivano direttamente dai partecipanti alla prima semifinale dell’Eurovision Song Contest, che scatta stasera alle 21 da Dusseldorf
ANNA ROSSINELLI, LE SCARPE PER UNA SERA
“In love for a while” è la canzone della svizzera Anna Rossinelli, 23 anni, di Basilea. Un tormentone di quelli forti che rischia di restare schiacciato in una semifinale difficilissima. La bella elvetica avrà il compito di riportare la Svizzera in finale cinque anni dopo l’ultima volta, quella del 2006, quando toccò ai Six 4 One. E per l’occasione…indosserà le scarpe. Si, perchè lei è solita esibirsi come Sandie Shaw a piedi nudi “per sentire dentro la musica”. Ma non sarà così stavolta.
Ad accompagnarla sul palco ci saranno i suoi due compagni nel gruppo Anne Claire, della quale è voce solista. Non ci sarà il debutto discografico in solitario per la Rossinelli, che chiusa la parentesi del contest, tornerà ad esibirsi sotto il nome del suo gruppo, che inciderà la canzone nell’album che uscirà il prossimo inverno. Come si evince dal cognome, Anna Rossinelli ha origini italiane: il nonno era del nostro paese, ma lei non parla una parola di italiano…
KATI WOLF PER ALCUNI MERITEREBBE….UNO SHAMPOO
Il caso dell’anno l’hanno acceso alcune delegazioni dei paesi in concorso nella prima semifinale. Come si vede all’inizio del video qui sopra, la canzone ed il video di Kati Wolf (Ungheria), hanno lo stesso sponsor dell’intera manifestazione, una popolare marca di prodotti per capelli tedesca, in questo caso nella sua filiale ungherese. E qualcuno ha subito l’allarme per il rischio di possibili favoritismi per il passaggio del turno. Il marchio, che non compare nel video caricato sul portale della manifestazione, compare però nel promo cd distribuito dalla delegazione ungherese…
RUSSIA AMERICAN STYLE E MADE IN MAROCCO
La proposta russa, “Get you” è cantata dal rampante Alexeij Vorobyov, che fino a poco tempo fa non aveva ancora deciso se farsi chiamare con il suo nome di battesimo o con la sua traduzione inglese Alex Sparrow e ora ha deciso per il suo nome vero. I russi, noti per spendere in questa rassegna molto più del necessario (nel 2008, quando organizzarono, spesero 42 milioni quando era possibile organizzare degnamente con 18) non si sono smentiti ed hanno buttato tutti i loro soldi su Nadir Khayat, cui hanno fatto scrivere la canzone.
Nadir Khayat, nato in Marocco e trapiantato in Svezia, è noto come RedOne ed ha firmato la gran parte dei pezzi della nuova discografia americana, su tutti quelli di Lady Gaga (è sua l’utima “Judas”, per esempio, ma anche “Alejandro” e “Bad Romance”) ,Nicole Scherzinger, ma anche Akon, Shakira e anche dello spagnolo Enrique Iglesias, degli inglesi Mika e Alexandra Burke e della canadese Mylene Farmer. Ha vinto due Grammy. Ai poveri russi ha però rifilato un simpatico fondo di cassetto, visto che il pezzo non è proprio niente di straordinario. Quanto basta, comunque, per un tranquillo accesso in finale.
Undicesimo appuntamento con i partecipanti all’Eurovision Song Contest 2011, in programma dal 10 al 14 maggio prossimi a Dusseldorf in Germania. Russia, Bielorussia e Ucraina con i loro problemi di selezione…
Russia- Alex Sparrow “Get you” (lingua: inglese)
Selezione interna per la Russia, dopo diverso tempo. La scelta è caduta su Alekseij Vorobyov, 24 anni, che sul palco si presenterà come Alex Sparrow. Lanciato da un talent show, è diventato in poco tempo uno degli artisti russi più mati dai giovani. Continuando nel filone “ho i soldi da spendere e li sperpero”, i russi hanno assoldato RedOne, all’anagrafe Nadir Khayat, l’autore e produttore svedese-marocchino paroliere fra l’altro di Lady Gaga. Il quale però ha rifilato ai russi uno scarto del suo cassetto, a giudicare da questo pezzo modesto anzichè no.
In tempi recenti la Russia non ha mai mancato la qualificazione, ha speso canestri di soldi e centrato ottimi risultati. Ha cercato e voluto la vittoria del 2008 con Dima Bilan e “Believe” e speso 42 milioni (il triplo del necessario) per organizzare l’evento 2009. Dal 2000 ad oggi anche due secondi posti (Alsou, “Solo“, 2000 e Bilan, “Never let you go“) e due terzi posti (“Ne ver ne boysia”, Tatu, 2003 e “Song#1“, Serebro, 2007)
Come ogni anno eccoci giunti all’appuntamento con la nostra personale (e soggettiva) valutazione delle canzoni in concorso al prossimo Eurovision Song Contest, che si svolgerà il 10, 12 e 14 maggio a Dusseldorf in Germania. Vi proponiamo i brani divisi per semifinali e in fondo alle due mettiamo – per motivi di spazio – i paesi direttamente finalisti chiamati a votare. Passano le prime 10, votazione mista televoto-giurie. CLICCANDO SUI TITOLI TROVATE IL BRANO
PRIMA SEMIFINALE (10 maggio, diretta San Marino RTV, RTSI Svizzera, Eurovision.tv ore 21):
1) POLONIA/ Magdalena Tul- Jestem (polacco): Ha resisitito alla tentazione dell’inglese, pur avendone inciso la versione anglofona per rispetto del pubblico. Elettropop di buon livello, più che altro però è lei che buca lo schermo. Anche troppo. COINVOLGENTE : VOTO 7.5
2) NORVEGIA/Stella Mwangi- Haba Haba (inglese, swahili): Si va bene, si canticchia, ma insomma. Lo Waka Waka un anno dopo, viva la fantasia. C’era in giro roba infinitamente meglio, ma del resto in Norvegia hanno già dato. Capacità vocali dell’artista, almeno a livello live, totalmente inesistenti. Canta per seconda, non è nemmeno così scontato l’esito. VOLEVO ESSERE SHAKIRA. VOTO 6.5
3) ALBANIA/Aurela Gace- Feel the passion (inglese, albanese): Con l’arrangiamento Made in Usa ha guadagnato in qualità, ma l’effetto è sempre quello di Anna Oxa all’ultimo Sanremo. E l’esito, probabilmente, il medesimo. SOFISTICATA. TROPPO. VOTO 6.5
4) ARMENIA/Emmy – Boom Boom (inglese) – Allegro disimpegno in salsa etno pop. Ma la versione iniziale aveva più ritmo nel ritornello. La canticchieremo senza dubbio, ma basteranno i voti amici? TORMENTONE: VOTO 8.5
5) TURCHIA/ Yuksek Sadakat – Live it up (inglese) – Un pò di sano rock, che ormai dopo i MaNga, la scia è tracciata. Si è vero, sembra un pò la roba dei Clash. Ma sono bravi e danno un sacco di carica. La finale è scontata, il podio meno, ma ci girano attorno. ENERGIA. VOTO 9
6) SERBIA/Nina- Caroban (serbo) – Segue il trend del momento, ma il suo pezzo deliziosamente vintage è una piccola perla preziosa. In una semifinale tiratissima, però rischia di perdersi nel mucchio. Loro fuori e la Norvegia dentro, sarebbe un gran peccato. Lei poi è graziosissima, il che non guasta. NINA ZILLIVIC. VOTO 8.5
Sostiene la partecipazione di Italia e San Marino all'Eurovision Song Contest. Sempre e comunque.
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