“Vagabond”, l’esordio-boom della cantautrice italo-canadese Parisse

Spuntano nomi nuovi come funghi. Lei ha 25 anni e si chiama Valentina Parisse, in arte solo Parisse. E’per metà italiana e per metà canadese. E’ venuta fuori quasi dal niente e in poco tempo (un anno scarso), senza neppure avere un contratto discografico è entrata per ben due volte nell’esclusivo club dei cento brani più suonati in Italia. I suoi due singoli d’esordio, “Feel like running” e “That’s the way it goes” sono stati infatti passati dalle maggiori radio, grazie al loro sound molto internazionale.

Così è arrivata la proposta della Sony che ha deciso di metterla sotto contratto e di produrre il suo primo album, dal titolo “Vagabond”, anticipato dal singolo “My baby’s gone” (lo trovate aprendo il sito ufficiale). Con lei, collaboratori d’eccezione come Steve Galante (Andrea Bocelli, Gino Vannelli), Mazen Murad e Phil Palmer (Robin Williams, Dire Straits). Ed è un successo che ha già varcato anche i confini del sudamerica: “Feel like running”, ha conquistato la vetta anche in Brasile. Nell’album c’è anche una versione particolare di “I can tell you why” degli Eagles che trovate al termine di questa intervista. Veramente un prodotto straordinario.

Attrice e modella e ora anche cantautrice di spessore, Valentina Parisse in Italia ha collaborato anche come autrice di testi per la soprano Filippa Giordano, per la quale ha scritto le canzoni dell’album “Primadonna”, disco d’oro in Giappone e Sud America e quelle dell’album “Capriccio”, uscito sul mercato sudamericano. Come attrice ha collaborato con Gabriele Muccino in occasione della realizzazione di un importante spot televisivo rivolto all’Italia e all’Europa per la Tim.

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“Bad luck” e le altre, quando gli spot lanciano (o rilanciano) successi…

Dalle prime note avrete senz’altro riconosciuto questo brano. Magari non ne conoscete il titolo e l’artista (ve li diciamo noi: è “Bad luck” della cantante anglo-australiana Dott Reed), ma sicuramente l’avete associato ad una nota marca automobilistica giapponese che lo ha usato per pubblicizzare la sua ammiraglia (lo spot è questo). L’Italia è uno dei pochissimi paesi dove un artista o una canzone hanno successo principalmente – se non esclusivamente – se passano in tv. Così il pubblico italiano si è accorto di questa artista di cui poche settimane fa avevamo celebrato il nuovo singolo “Honestly” a sua volta jingle della pubblicità di una banca. Gli artisti europei che hanno beneficiato da noi della pubblicità sono molti. Ecco un piccolo campionario del 2011.

Il pubblico europeo – ma non quello italiano – quando l’ha vista nello spot di un’altra vettura, stavolta tedesca, conosceva  bene Lena Meyer Landrut. Perchè la presenza nello spot in questione (questo qui), se l’era guadagnato grazie alla popolarità continentale ed ai 2 dischi di platino vinti con “Satellite”, brano del suo trionfo, da perfetta sconosciuta all’Eurovision Song Contest 2010. Il pezzo dello spot è “You can’t stop me” contenuto nell’album “My cassette player”. L’Italia l’ha conosciuta grazie allo spot e soltanto dopo grazie alla sua seconda partecipazione all’Eurovision, nel 2011. Sempre in tema di autovetture, una marca coreana, ha messo in circolazione questo spot.

Il brano è un pezzo freschissimo di un gruppo che ha fatto la storia dell’elettropop italiano, vale a dire “Another sunrise” dei napoletani Planet Funk. La casa madre italiana dell’automobile,  invece ha usato un brano tutto nostrano,Reality and fantasy”, di Raphael Gualazzi per lanciare il proprio brand nel mondo. Un successo arrivato dopo la designazione di Gualazzi per l’Eurovision Song Contest.

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