Eurofestival 2010, i lituani InCulto a rischio squalifica

C’è da dire che un pò se le cercano. L’anno scorso il cartellino rosso tocco ai georgiani Stephane & 3G (più precisamente toccò alla loro canzone “We don’t wanna Put In, letta dai russi come We don’t wanna Putin, eravamo anche freschi di invasione dell’Ossezia), questa volta, tira aria di squalifica per “Eastern European Funk” degli InCulto, vincitori della selezione lituana per l’ Eurofestival.

La notizia la anticipa Eurovision Spain, portale sempre bene informato: la Uer, l’Unione Europea Radiotelevisiva, sta esaminando il testo della canzone lituana per capire se contenga o meno messaggi politici, perchè in quel caso, come da regolamento, la canzone sarà squalificata (non il paese nè il gruppo, che se vorrà  potrà  presentare altro brano: la Georgia si rifiutò).

In alto c’è il video della canzone nella cui parte bassa passa  il testo e potete farvi  un’idea. Così a occhio, scorrendo velocemente le parole viene da dire che non ci sono “espliciti” messaggi politici, ma sicuramente riferimenti a eventi politico-economici in chiave polemica senz’altro. Se dunque la Uer deciderà per applicare il regolamento in senso largo, la squalifica ci può stare. Anche se oggettivamente, visto che sembra più un testo a sfondo sociale che altro,  sarebbe un gran peccato.

Facciamo un esempio: “Noi costruiamo le vostre case e laviamo i vostri piatti perchè voi manteniate le vostre mani limpide e pulite“. E ancora: “Siamo onesti come voi. Si siamo onesti come voi. No, signore, non siamo uguali, no. Nonostante entrambi siamo della Ue“. Il tutto rivolto al mondo occidentale. L’unico riferimento velato ai fatti politici è “noi siamo sopravvissuti ai rossi“, intendendo per tale l’occupazione sovietica dal 1940 al 1991. Vedremo cosa deciderà la Ebu, che sta analizzando anche gli altri testi. Intanto, ulteriori approfondimenti li trovate su Eurofestival News

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Eurofestival 2009, le canzoni in anteprima: “Nesto sto ke ostane” dei Next Time (Macedonia). La Georgia a rischio squalifica

Dopo aver deciso all’ultimo minuto la partecipazione per via dei problemi economici della tv di stato, la Macedonia ha scelto di andare all’Eurofestival il prossimo maggio a Mosca, in Russia, con un pezzo lontano dai sapori etnici che di solito caratterizzano i cantanti di quelle parti. E’giù un passo avanti e già per questo meritano un plauso.

I Next Time sono una rock band di buon appeal in Macedonia e questa “Nesto sto ke ostane“, tradotto in inglese con “Sometimes that will remains” è un rock abbastanza energetico. E’cantato in macedone e questo in un contesto generale può essere uno svantaggio. Però va considerato che i macedoni non sono in grado attualmente di ospitare la manifestazione e dunque non puntano a vincere.

GEORGIA A RISCHIO SQUALIFICA – Sembrava risolta nel modo migliore la vicenda della partecipazione della Georgia all’Eurofestival che quest’anno, come è noto, si svolgerà a Mosca, in Russia. Prima il rifiuto a seguito dei tragici fatti della guerra civile nell’Ossezia del Sud, poi la vittoria al concorso per ragazzi grazie ai voti russi e la decisione di tornare in gara.

Adesso la Georgia rischia la squalifica. Motivo? Il titolo della canzone. “We don’t wanna put in“, degli Stephane &3G è stato letto dagli organizzatori russi come un gioco di parole sotto il quale si nasconderebbe “Noi non vogliamo Putin“, on un chiaro riferimento all’ex presidente russo, ora primo ministro, principale artefice della questione osseta.

“La canzone goergiana è immorale e offensiva nei confronti del nostro Paese. Cose come queste lanciano un’ombra su tutta la competizione. Il nostro festival è un evento di pace. Al contrario, qualcuno vuole utilizzare delle canzoni per sobillare ulteriormente gli animi”, hanno detto gli organizzatori russi. Sta adesso all’Eurovisione decidere, anche alla luce del fatto che i georgiani non vogliono modificare la canzone. Sembra però difficile una loro squalifica.

Anche alla luce del precedente del 2007: i Teapacks, rappresentanti di Israele erano stati praticamente esclusi perchè nella loro “Push the button” si faceva riferimento (stavolta chiaro) all’arsenale nucleare dell’Iran (il regolamento prevede che non si parli di politica nei testi). Tuttavia restarono in gara a furor di popolo dopo una campagna stampa imponente a loro favore. Stavolta, con un riferimento solo sfiorato e solo nel titolo, sembra difficile che possano essere presi provvedimenti.

L’ultimo caso di squalifica è quello, ancora in corso, comminato nel 2005 al Libano (paese non europeo ma aderente al consorzio continentale delle tv pubbliche): il paese nel 2005 è stato estromesso da quella edizione e per le quattro successive (dunque esattamente sino al 2009) perchè si rifiutò di mandare in onda il brano di Israele, stato che come noto, non riconosce.

Eurofestival 2009, le canzoni in anteprima: “We don’t wanna put in” di Stephane & 3 G (Georgia) e “Et s’il fallait le faire” di Patricia Kaas (Francia)

Finita la passerella sanremese, rituffiamoci in Europa. L’Eurofestival sta ormai riempendo tutte le caselle. Una delle ultime in ordine di tempo è quella della Georgia, che dopo aver accettato all’ultimo tuffo di partecipare, ha selezionato un brano di buona qualità.

Suoni anni’70 per Stephane & 3G, la band che ha vinto le selezioni del paese caucasico, alla terza partecipazione. Il brano si chiama “We don’t wanna put in”. Due anni fa fu il Belgio, senza grossa fortuna a portare sonorità del genere, ma visto che la Georgia non può e non vuole vincere (non avrà mai i soldi per organizzare…) va bene così.

La Francia è una delle “big four”, i paesi con maggiore tradizione dell’Eurovisione e dunque non deve conquistarsi il posto in finale, che ha già in tasca. Ergo, può permettersi di puntare sulla qualità. E lo ha fatto in tutto e per tutto.

Patricia Kaas, della quale avevamo già parlato, è la più grande cantante di lingua francese al mondo. Già il fatto che sia sul palco una come lei, che ha venduto milioni di dischi nel mondo, sia sul palco di una gara, è qualcosa di grandissimo.

“Et s’il fallait le faire”, singolo tratto dall’ultimo album “Kabaret” si inserisce appieno nel solco della canzone francese, della quale lei è una massima esponente. Il brano è bellissimo. Ma se conosciamo i canoni di voto dell’Eurofestival, la Francia rischia di essere di nuovo ultima. O quasi. Un peccato, merita davvero.