Paolo Meneguzzi sbarca negli Stati Uniti: domani esce “Musica” in lingua inglese

Premessa doverosa all’argomento. Non amo per niente la musica di Paolo Meneguzzi. Tuttavia ho fatto il tifo per lui all’Eurofestival, perchè comunque rappresentava la nostra musica, sia pur cantando sotto bandiera svizzera. Adesso arriva una notizia che se da un lato fa piacere per la valorizzazione della nostro sound, dall’altra lascia interdetti.

Domani esce negli Stati Uniti “Musica“, l’album di Paolo Meneguzzi. Ma esce in lingua inglese. Artefice del progetto Ricky Martin e il suo manager, che chissà perchè, lo scorso febbraio stavano guardando Sanremo e si sono imbattutti in “Grande”, la canzone portata all’Ariston dal ticinese. Gli è talmente piaciuta che hanno deciso di produrre tutto l’album. Ma nella lingua della terra d’albione, con “Musica” singolo di lancio.

Dunque Meneguzzi si conferma “Uomo dei due mondi”, visto che in tempi non sospetti era già famoso in Sudamerica per aver vinto il più grande concorso musicale extraeuropeo, vale a dire il Festival di Viña del Mar, che nei cinque Sanremo non è mai andato sotto il sesto posto vendendo sempre canestri di dischi, che ha cantato all’Eurofestival (uscendo sotto uno scroscio di applausi nonostante un’esibizione negativa e un modesto tredicesimo posto) e ora si appresta a conquistare gli States.

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Allevi e Bollani, il trionfo della musica strumentale

L’Italia ha scoperto una nuovo frontiera musicale, quella “senza parole”. Ebbene si, sta ritornando in voga il piacere di comperare un cd soltanto per il piacere di ascoltare la musica. Il riferimento è a quei grandi artisti che attraverso le sole note del loro strumento preferito sanno andare molto al di là dei cantanti.

Merito sopratutto di Giovanni Allevi, uno dei “geni” della musica strumentale. Il pianista di Ascoli Piceno, oltre ad aver vinto gli Wind Music Awards perchè il suo Dvd ha venduto oltre 30 mila copie, si sta godendo un vero e proprio trionfo con tre album in classifica.

“Evolution” è al terzo posto, dietro i Coldplay e Ligabue, ma anche i suoi lavori meno recenti sono ben piazzati: “Joy” è al ventesimo posto, “No concept” al trentaduesimo. Ma non è finita. La classifica Fimi offre anche un altro pianista super, il milanese Stefano Bollani, l’anno scorso a Sanremo con Dorelli, che col suo “Carioca” è trentunesimo e non mancano anche i Monaci Cistercensi austriaci, arrivati pure da noi, sia pure solo al numero 47.

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