Ogae Second Chance Contest: vince la Danimarca con Hera Bjork

Tempo fa avevamo parlato dell’ Ogae Song Contest, il concorso musicale organizzato dall’ Ogae, l’organizzazione del fan dell’Eurofestival. Si è svolto, sempre organizzato dalla stessa associazione e dalle varie sedi nazionali anche l ‘Ogae “Second Chance” contest, il concorso che “rigioca” l’ Eurofestival ma con le canzoni che nelle varie selezioni nazionali  hanno fallito le qualificazioni.

La vittoria è andata a “Someday”, della islandese – in gara però sotto la bandiera della Danimarca – Hera Bjork, davanti “Stay the night”  degli svedesi Alcazar. Terzo posto per  Mirela, in rappresentanza dell Spagna col brano “Nada es compatable a ti”. Ovviamente, come nel vero Eurofestival, non c’era l’Italia.

Rispetto al vero Eurofestival, il concorso, che è si svolge attraverso l’invio da parte di ciascuna organizzazione nazionale di un video fra quelli delle canzoni “perdenti” le selezioni, vede la mancanza dei paesi nei quali la scelta dell’artista non era legata ad un concorso, ma ad una selezione interna della tv di stato (come ad esempio la Svizzera e la Francia) oppure di quei paesi che hanno selezionato pubblicamente il cantante ma non la canzone (come la Gran Bretagna).

Ci sono invece i paesi dove pubblicamente si sceglieva la canzone ed internamente l’artista. Votazione per ogni club come all’Eurofestival, naturalmente. Nel dettaglio, la classifica. Dove è possibile, cliccate sui titoli per i video, quello danese sta in alto.

1 Danimarca Hera Björk- Someday 257 punti

2 Svezia Alcazar – Stay the night 229

3 Spagna Mirela – Nada es comparable a ti 208

4 Norvegia Alexander Stenerud – Find my girl 137

5 Israele Noa & Mira Awad -Will you dance with me 136

6 Slovenia Omar Naber – I still carry on 118

7 Grecia Sakis Rouvas – Right on time 97

7 Estonia Laura – Destiny 97

9 Finlandia Passionworks ft Tony Turunen- Surrender 66

10 Portogallo Filipa Baptista – O teu lugar 49

11 Olanda The Toppers – Angel of the night 47

12 Serbia Ana Nikolic – Bili smo najlepsi 26

13 Croazia Ivo Gamulin Gianni – Daj mi jedan razlog 23

14 Andorra Mar Capdevila – Passió obsessiva 21

15 Moldavia Alexa – A flight to the light 15

15 Irlanda Laura Jane Hunter –  Out of Control 15

17 Macedonia Vlato Lozanoski- Blisku do mene 8

18 Polonia Renton- I’m not sure 6

18 Lituania Ruta Sciogolevaite -Redemption 6

20 Slovacchia  Desmod & Lucia Nováková –  Posledna minúta

 

Desmod & Lucia Nováková

 

Posledna minúta

Con Pilar l’Italia trionfa in Europa: la sua canzone vince il premio della giuria di qualità al Festival di Budva

l_5674233614214002f14a7c46f826c0d3Un pezzo d’Italia in Europa. Da applausi, perchè se ne esce con un premio che è come una vittoria, considerando dove stava cantando. Ilaria Patassini, in arte Pilar, ieri sera ha rappresentato il nostro paese alla Pijesma Mediteranea (“La canzone del Mediterraneo“), meglio noto come Festival di Budva, che si svolge nell’omonima località del Montenegro. Un festival che è tra i maggiori delle terre slave ma che ospita di anno in anno (questa era la diciassettesima edizione) tantissimi artisti del bacino del Mediterraneo.

L’aria di questa città” , scritta nel testo dalla stessa cantautrice romana (già Premio Lunezia 2008 e protagonista a Musicultura) ha passato le semifinali (37 motivi in totale) e si è fatta vincendo il premio della giuria di qualità che ha ritenuto il suo brano (compositore Antonio Carluccio) il migliore complessivamente per musica, testo e interpretazione.

E’la prima volta che succede ad un artista non slavo.  Peccato solo che abbiano potuto sentirla quei pochi che hanno avuto la fortuna di potersi sintonizzare su HRT, la tv croata oppure su RTCG, la tv del Montenegro.

Nel corso degli anni, sono saliti su quel palco diversi artisti italiani ed internazionali: Julio Iglesias e Toto Cutugno su tutti, ma la manifestazione, soprattutto nel mondo slavo è tappa fissa per artisti emergenti e vecchie volpi e l’importanza della rassegna è data anche dalla presenza di ospiti internazionali: quest’anno per esempio è toccato ad Anna Oxa.  L’anno scorso  a rappresentare il suono italico c’erano Franco Masi con “Il filo” e i Miodio, con il brano “It’s ok“. Scorrendo l’albo dei vincitori si rintracciano invece Marija Serifovic, nel 2004, che solo tre anni dopo porterà in Serbia l’Eurofestival e Stefan Filipovic nel 2007, un anno prima della sua partecipazione per il Montenegro al concorso eurovisivo.

Quest’anno c’erano in gara diversi nomi noti reduci dalle passate edizioni dell’Eurofestival: il gruppo panslavo con base in Bosnia delle Femminem, voce direttamente proporzionale alla lunghezza dei vestiti (dunque poca), ma motivo più che discreto. Poi il croato Dado Topic. Lui invece  (sul palco in canotta) è inascoltabile, come nel 2007. E poi l’ex miss Slovenia Rebeka Dremelj con il brano “Carpe diem” , la bosniaca Marija Sestic e la macedone Tamara Todeska.

Ha vinto la ventottenne montnegrina Nina Petkovic, già finalista dello X Factor locale, col brano “S druge strane sna”, arrivata a pari punti con Jacques Houdek e l’esperto Leo Martin ma premiata dal fatto che il pubblico l’ha posizionata al primo posto nella speciale classifica effettuata con il metodo di votazioni dell’Eurofestival (una per il pubblico, una per la giuria).

La canzone di Pilar – almeno a sentire i brani della finale – era fra le migliori del lotto, forse la migliore per qualità ed avrebbe meritato un premio maggiore (magari un posto sul podio), ma si sa che l’orecchio occidentale è diverso da quello balcanico che tende a preferire i suoni locali, dunque è già un grande riconoscimento. Ed è un peccato che in rete non circoli alcuna esibizione di Pilar con questo motivo perchè meriterebbe di essere ascoltato. Nonostante tutto, agli artisti “forestieri” è andata benino perchè in finale c’erano anche la basca Virginia Trujillo (altra canzone di ottimo livello) e la maltese Claudia Faniello, il cui motivo “For a life time” era il solo altro a contenere parti in italiano.

Non ce l’hanno fatta invece Mar Capdevila, uruguayana di stanza ad Andorra, il francese Edo Sellier ed il greco  Argyris Nastopoulos. Il livello delle altre canzoni era a dire il vero non altissimo, anche se qualcuno s’è distinto; tipo i dalmati Klapa Ragusa, con “Na kantunu“, un brano vecchissimo stampo – sembrava a tratti di sentire “Ciuri Ciuri” – ma molto gradevole, Paula e la sua “Drago More” , il jazz leggero dello sloveno Jacques Houdek e  il macedone Lambe con “A More”. La macedone di etnia aromana Kaliopi ha invece impressionato per la interpretazione (non a caso per questo è stata premiata), molto carismatica e suggestiva.

Notevolissimo invece, il miniconcerto, prima dei risultati, del vecchio volpone croato Arsen Dedic, uno che sa fare musica davvero. Quanto allo spettacolo, è molto simile al fratello maggiore: canzoni una dietro l’altra, presentazione ridotta all’osso – ma nella lingua locale – una “Green Room” per le interviste, il riepilogo a fine esibizioni, il televoto SOLO ALLA FINE delle 25 canzoni ed una giuria di giornalisti e personaggi del mondo della tv e della radio locali. Un modello che non farebbe male a Sanremo se venisse adottato così com’ è.